A breve saranno resi pubblici in via ufficiale i dati del 2° Catalogo dei Sussidi Ambientali per l’anno 2017, frutto di un notevole sforzo di approfondimento e sinergia tra il Ministero dell’Ambiente e gli altri Dicasteri nonché le autorità indipendenti, i portatori d’interesse ed il mondo accademico e della ricerca; un impegno comune ed imprescindibile per l’attuazione di politiche ambientali ed economiche all’altezza delle sfide globali lanciate con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, con l’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile, con il Piano d’azione di Addis Abeba, con i target della Convenzione sulla Biodiversità e con l’istituzione dell’Unione dell’Energia a livello europeo.

Come noto, a partire dall’elaborazione dei dati è possibile disporre di informazioni che concorrono nel loro insieme a creare e diffondere conoscenza e competenza. Il principale obiettivo del Catalogo predisposto dal Ministero dell’Ambiente è quello di mettere in condivisione la conoscenza delle modalità di utilizzo dei fondi dello Stato attraverso spese dirette ovvero spese indirette o fiscali, tra le quali rientrano agevolazioni, esenzioni o riduzioni, che favoriscono a vario titolo le attività economiche sul territorio, al fine di identificarne gli effetti in senso favorevole o dannoso per l’ambiente. Tale conoscenza permetterà a Parlamento e Governo di avviare, d’intesa con le altre amministrazioni e con i portatori d’interesse, processi virtuosi sotto il profilo delle politiche ambientali, con l’obiettivo primario di ridurre e progressivamente eliminare tutti quei sussidi ambientalmente dannosi che, alla luce dell’evoluzione tecnologica dei processi e del mutato quadro normativo, non hanno più motivo di essere elargiti.

Sarà quindi necessario provvedere alla progressiva rimozione dei sussidi alle fonti fossili in coerenza con l’impegno assunto sul phase out dal carbone entro il 2025 e ottimizzare i sussidi inefficienti o incerti che manda segnali distorti dal punto di vista ambientale; in particolare il settore agricolo e della zootecnia necessita di ulteriori approfondimenti con esperti del settore. Il Catalogo è dunque uno strumento di straordinaria importanza che consente al decisore politico di orientare il mercato verso beni, prodotti e servizi che abbiano il minore impatto possibile sull’ambiente e sulla salute.

A differenza della prima edizione del Catalogo, si è deciso di non includere i sussidi ambientalmente neutri, ovvero quei sussidi che non presentano impatti rilevanti ma che possono divenire favorevoli con l’introduzione di alcune condizionalità ambientali mirate.

È chiaro che le scelte politiche dei prossimi anni dovranno basarsi sulla corretta lettura delle indicazioni del Catalogo e del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che ha evidenziato come, dal punto di vista economico e ambientale, tutti i sussidi ai combustibili fossili siano inefficienti, poiché non internalizzano l’impatto ambientale e sulla salute umana e sovvertono il principio “chi inquina paga”, che diventa “chi inquina viene pagato”. In merito alla rimodulazione dei sussidi indicata nel PNIEC, sono al vaglio diverse possibilità in relazione alle quali occorre procedere ad eseguire gli opportuni e necessari approfondimenti sulla relativa percorribilità, anche in ragione della portata che può superare l’ambito nazionale.

Con riferimento a specifiche valutazioni di merito condotte, si è reputato opportuno procedere alla rimodulazione di alcuni sussidi, tenendo conto di una complessiva valutazione del loro impatto. In quest’ottica, ad esempio, si è ritenuto di modificare la classificazione delle esenzioni “elettricità”, “trasporti” e “GPL autobus” (48, 49, 64) da dannosi a incerti, tenendo in debita considerazione l’importante ruolo del trasporto pubblico nelle politiche di mobilità.

Nel Catalogo per l’anno 2017 i sussidi sull’energia prodotta da impianti alimentati a biomasse continuano ad essere considerati favorevoli, alla luce di quanto disposto dal d.lgs. n. 28 del 2011, che le ha incluse nel novero delle fonti rinnovabili. Tuttavia la qualità del sussidio potrebbe essere migliorata subordinandone l’erogazione alla certificazione che gli impianti esistenti agevolati comportino minori emissioni inquinanti, ad esempio rispetto alle centrali a ciclo combinato a gas.

Sulla questione della tassazione del jet fuel, la Commissione Europea ha recentemente ritenuto ammissibile una possibile iniziativa inerente l’abolizione dell'esenzione dall'imposta sul carburante per trasporti aerei in Europa. È un’ipotesi su cui sarà necessario aprire una riflessione, che vedrà sicuramente impegnato il Ministero dell’ambiente.

Nel Catalogo, il rimborso del maggior onere derivante dall’aumento dell’accisa sul gasolio impiegato come carburante per l’autotrasporto merci ed altre categorie di trasporto passeggeri è ovviamente qualificato come un sussidio dannoso. Come noto, con l’art. 1, comma 645 della Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016), è stato ristretto il campo di applicazione dell’agevolazione escludendone a decorrere dal 1° gennaio 2016 il gasolio per autotrazione consumato dai veicoli di categoria “Euro 2” o inferiore. Anche su questo tema sarà necessario un confronto tra i decisori, ma bastano alcune cifre per capire quanto il sistema sia attualmente sbilanciato: l’effetto finanziario dei sussidi ambientalmente dannosi ammonta a 19,3 miliardi di euro, 16,8 dei quali destinati alle fonti fossili, a fronte di 15,2 miliardi di euro di sussidi ambientalmente favorevoli.