Il 6 giugno si è tenuto il convegno del Gruppo Hera “Re-inventing the city: smartness anche resilience to face new challenges” durante il quale è stato anche presentato il Bilancio di sostenibilità 2018. Perché avete deciso di parlare di città?

È una scelta coerente con l’attenzione del Gruppo Hera ai territori. Le città sono al centro delle nostre strategie: siamo una multiutility a servizio di oltre 4 milioni di persone, operiamo in 350 Comuni in settori essenziali come l’ambiente, il servizio idrico integrato, la distribuzione e la vendita di gas ed energia elettrica. Ma le città sono anche il campo dove si gioca la partita del futuro. Pur occupando solo il 2% della superficie terrestre, i centri urbani determinano il 70% delle emissioni di gas serra, consumano i 3/4 delle risorse e sprecano un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo in un anno. In Europa, la metà degli abitanti vive in città, ed entro il 2050 questo valore sarà al 65%-70%. È evidente che proprio dalle città si deve partire per realizzare i cambiamenti, affrontare la crisi ambientale e promuovere uno sviluppo sostenibile. Lo conferma anche la Carta per l’Ambiente, siglata in occasione del G7 a Bologna – dove c’è la nostra sede principale – e che noi stessi abbiamo contribuito a definire. Le città, in sintesi, sono il cuore delle nostre azioni e, insieme, il laboratorio del futuro.

E come deve essere questa città del futuro, secondo il Gruppo Hera?

L’obiettivo del Gruppo Hera è costruire, insieme agli altri attori del territorio, un modello di città tecnologica, sostenibile e resiliente. Un luogo che tenga insieme innovazione, economia circolare, tutela delle risorse, valore per le comunità, investimenti per lo sviluppo e la resilienza delle infrastrutture.  Dove si dialoga per le migliori soluzioni. È una sfida che ci vede coinvolti tutti i giorni. Per la natura dei nostri business, certo. Ma anche perché siamo, da sempre, “attivatori del futuro”: siamo nati nel 2002 dall’aggregazione di 11 aziende municipalizzate, la prima esperienza di questo tipo in Italia, grazie anche alla lungimiranza delle istituzioni locali che sono state al nostro fianco. Nel tempo, abbiamo incorporato nel Gruppo altre società attive negli stessi ambiti. Ora più che mai, con il nostro modello di città, vogliamo continuare a crescere sostenibilmente, facendo investimenti e cogliendo le sfide del cambiamento, offrendo risposte innovative e intelligenti ai bisogni delle persone. In questo, Hera traguarda già gli obiettivi fissati dall’Agenda Onu al 2030.

Come si coniuga una crescita come la vostra con l’attenzione alla sostenibilità?

I risultati economici positivi per noi vanno di pari passo con l’attenzione alla sostenibilità. In questi 17 anni abbiamo costruito un modello di business che ci ha consentito una crescita costante: il MOL (Margine Operativo Lordo) è quintuplicato, l’utile netto è cresciuto di 8 volte. Nel 2018, per la prima volta, il MOL ha superato il miliardo e nel nostro Piano industriale al 2022 puntiamo ancora più su: a 1 miliardo e 185 milioni. Oggi ricopriamo posizioni di vertice del settore a livello nazionale in tutte le attività in cui operiamo; a marzo 2019 abbiamo fatto ingresso a Piazza Affari nel FTSE MIB e siamo la 26esima società italiana per capitalizzazione. Abbiamo solide basi e lo sguardo rivolto al futuro. Ed è proprio guardando al futuro che, in questi anni, abbiamo lavorato per trasferire benefici alle comunità, facendo sinergie, economie di scala e dialogando con i nostri stakeholder. Al punto tale che, nelle regioni in cui operiamo, i cittadini giudicano la qualità della vita migliore della media del resto del Paese. Negli anni, la nostra crescita si è accompagnata sempre con l’attenzione ai territori: la sostenibilità è per il Gruppo Hera una leva strategica a tutti gli effetti. Nel nostro Bilancio abbiamo introdotto la rendicontazione del margine delle nostre attività a “valore condiviso”, ovvero quella quota che deriva da attività di business che rispondono agli obiettivi dell’Agenda Onu: nel 2018 è stata di 375 milioni di euro, il 36% del totale, con l’obiettivo di arrivare al 40% nel 2022, come indicato nel nostro Piano Industriale. Di nuovo: un esempio concreto del nostro impegno, e di come i territori siano al centro delle nostre azioni.

In che modo si concretizza la vostra attenzione per i territori?

La qualità della vita nei nostri territori si “tocca” anche nei servizi che offriamo, nei progetti che abbiamo realizzato e negli investimenti stanziati. Nel 2018 gli investimenti hanno superato i 460 milioni di euro. E solo lo scorso anno, abbiamo distribuito un valore economico pari a quasi 2 miliardi di euro a lavoratori, azionisti, finanziatori, pubbliche amministrazioni, comunità locali, fornitori, con effetti positivi sulle economie locali e i livelli occupazionali.

Ha parlato di investimenti, di ambiente, di rigenerazione delle risorse. Mi faccia qualche esempio dei progetti più significativi che avete realizzato

Per il Gruppo Hera la rigenerazione delle risorse è un termine “ombrello”: abbraccia tutto il nostro operato, con un impegno a 360 gradi. Tra gli esempi di eccellenza c’è il nuovo impianto di Sant’Agata Bolognese, frutto di un investimento di 37 milioni per trasformare i rifiuti organici in biometano e compost. Recentemente, inoltre, abbiamo acquisito Aliplast, la principale realtà italiana attiva nel riciclo e nella rigenerazione della plastica: con questa azienda possiamo “chiudere il cerchio” in una filiera decisiva per gli equilibri ambientali. Poi c’è l’acqua, un’altra risorsa di primaria importanza: in ambito idrico, abbiamo progetti molto interessanti legati alla depurazione e al riuso. Ricordo anche che siamo uno dei pochi territori in Italia senza infrazioni comunitarie nella depurazione. Più in generale, pianifichiamo forti investimenti per garantire la resilienza e l’efficienza delle reti, anche per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Senza dimenticare i progetti per l’efficienza energetica e l’illuminazione pubblica. Mi piace chiudere evidenziando come l’attenzione alla tutela dell’ambiente stia – fortunatamente – diventando patrimonio anche di gran parte del mondo imprenditoriale: le aziende sono oggi chiamate a farsene carico nel modo stesso in cui impostano e programmano le proprie attività. Questo impegno vale ancora di più per le società quotate, perché gli investitori e i cittadini sono molto attenti alla sostenibilità: lo dimostra il successo di strumenti come i green bond, di cui il Gruppo Hera – ancora una volta, e non a caso – è stato pioniere in Italia, nel 2014.