Perché andare avanti con la ricerca? Perché sostenere una costante innovazione? La nostra convinzione di continuare lungo questo percorso trova legittimazione nel fatto che il sistema delle imprese riconosce il nostro ruolo, riconosce in altri termini che anche grazie alla ricerca si può fare la differenza, specie in certi ambiti.

Quando sono arrivato in Enea, quattro anni fa, il clima era molto diverso; nessuno ci attribuiva un ruolo ben definito e, di conseguenza, il nostro contributo non aveva un adeguato riconoscimento. Grazie al ruolo dei ricercatori, questo percezione comune ai più è mutata, con nostra grande soddisfazione.

Come mia consuetudine, “metto i piedi nel piatto”. L’energia sta cambiando e il tema dominante che siamo chiamati ad affrontare nei prossimi anni è quello della connessione fra energia, ambiente e sostenibilità. Per molti versi è un tema “facile”, che può scatenare una rincorsa competitiva per il raggiungimento di traguardi importanti. Ad esempio, da domani mattina voglio che la città sia priva di inquinamento; ma la rincorsa da sola- in questi casi e come abbiamo visto in questi anni – non basta. La sfida sta nel rendere compatibile la battaglia che è giusto intraprendere per la riduzione dell’inquinamento, delle emissioni e quindi per raggiungere la sostenibilità, con il fatto che non possiamo “ammazzare” le imprese e l’economia: in sostanza, dobbiamo restare un sistema competitivo e permettere alla gente di andare a lavorare.

Per fare bene questa transizione serve intelligenza, serve superare la fase dei facili proclami e la frenesia a superarsi gli uni con gli altri. Solo così si possono affrontare le cose in maniera seria e concreta.

Da questo punto di vista, vi cito un esempio: pensate al tema della mobilità elettrica. Pur essendo questa l’Assemblea di Assopetroli, se io domando a tutti voi chi è contrario alla mobilità elettrica nelle grandi città per ridurre l’inquinamento, sono certo che di contrari non ce ne sono. Ma lo sviluppo della mobilità elettrica, pur giusto e condiviso, va realizzato in modo sensato, tutelando quello che c’è, valorizzandolo e trovando anche strumenti concreti. Sempre a titolo esemplificativo, abbiamo perplessità sulla necessità di mettere una colonnina di ricarica ogni 100 metri, perché per realizzare ciò- specie in alcune realtà – servono ingenti investimenti sulle reti di distribuzione elettrica, che prima o poi andranno sicuramente fatti ma senza prescindere dal costo che ne può derivare anche per gli utenti finali. Sarà necessario costruire un piano di medio-lungo periodo in cui allarghiamo la rete di distribuzione valorizzando al contempo l’infrastruttura esistente. Ad esempio, se ne parlava con il Presidente Rossetti qualche tempo fa, proviamo a pensare se l’attuale struttura distributiva di prodotti petroliferi possa ospitare ricariche di energia elettrica, perché mettiamo una batteria stazionaria che garantisca energia elettrica "a livello di quartiere” e in pochi minuti mi fa ottenere il pieno per la mia auto elettrica. Ma se voglio farlo in pochi minuti, avrò bisogno di tanta potenza e sarà necessario personale vestito in maniera adeguata.

Tutte queste questioni non emergono tuttavia dal dibattito esterno, perché è più facile dire “io sono più ecologico di lui”. Bisogna  fare progetti seri, costruiti scientificamente. Lo spirito dell’accordo siglato oggi tra Enea e Assopetroli-Assoenergia è questo: trovare le strade giuste e corrette per una maggiore sostenibilità, perché tutti siamo favorevoli a questa strada, ma lo vogliamo fare bene.