La sicurezza dell’approvvigionamento è un pilastro cardine della politica energetica nazionale, che si inserisce nella più ampia strategia energetica europea quale elemento fondativo del cosiddetto energy trilemma (sicurezza energetica – sostenibilità ambientale – equità energetica), alla base delle scelte europee di policy e governance sovranazionale. Ed invero, trattasi di un concetto multidimensionale che include sia l’adeguatezza che la sicurezza della fornitura ai consumatori, in un paradigma ibrido nel quale, anche alla luce della tendenziale decarbonizzazione del sistema (prevista per il 2025), gas ed elettricità (anche e soprattutto prodotta grazie a fonti rinnovabili) siano sempre più interdipendenti.

La flessibilità e sicurezza del settore del gas giocano quindi un ruolo chiave nella definizione del nuovo mix energetico per il nostro Paese, rispetto al quale è quantificabile un fabbisogno di 49 Mtep di gas naturale al 2030, a cui aggiungere il biometano (in linea con gli obblighi di biocarburanti vigenti). Le peculiarità del sistema sono riconducibili alle caratteristiche strutturali del settore, che si trova a valle dei flussi di gas naturale dal Nord Europa: la principale infrastruttura di approvvigionamento di gas, in Italia, è il metanodotto di importazione del gas russo, sebbene lo scenario nazionale di importazione sia piuttosto frammentato (rotta ucraina, norvegese, algerina, corridoio del Mar Caspio).

In linea con quanto ricordato nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il sistema nazionale del gas è caratterizzato da prezzi strutturalmente più elevati rispetto agli altri hub europei. Questo elemento è dovuto sia alla scarsa liquidità e limitata integrazione del sistema gas italiano nel panorama sovranazionale, sia alle inefficienze operative del gasdotto svizzero Transitgas, principale connessione italiana ai mercati nordeuropei, aggravate dai danni recentemente subiti da un gasdotto del sistema di trasporto tedesco TENP, che collega Transitgas alle fonti nordeuropee.

Il quadro delineato, che determina un costo dell’energia maggiorato in Italia a condizioni normali, può rivelarsi particolarmente rischioso in situazioni di crisi, nell’ambito delle quali è possibile riscontrare sostanziali problematicità di copertura della domanda. Invero, in Italia, ad una domanda di gas in costante crescita, si combina una tendenziale diminuzione dei flussi di gas importato, sia a causa delle problematiche tecniche a cui si è appena fatto cenno, sia alla rinegoziazione dei contratti di importazione in essere (ad esempio nel caso algerino), che comportano una diminuzione dei volumi.

Le criticità del sistema italiano non sono isolate nel contesto europeo, dove sono in costante aumento i livelli di importazione di gas (recentemente attestatisi attorno al 70%, di cui circa il 40% di provenienza russa), e dove la transizione verso un’economia caratterizzata da basse emissioni di carbonio e un’elevata produzione energetica da fonti rinnovabili comporta un crescente ruolo del gas nel mix energetico. Gli stress test condotti dalla Commissione europea nel corso del 2014 hanno evidenziato la potenziale efficienza di una risposta coordinata degli Stati membri alle crisi di approvvigionamento dovute a contingenze internazionali problematiche.

L’esigenza di consentire agli Stati membri l’adozione, coordinata e coesa, delle misure necessarie a soddisfare il fabbisogno giornaliero di gas, anche nel caso di interruzione del flusso dell’infrastruttura dotata di più elevata capacità di fornitura (secondo la cosiddetta “Formula N-1”), è alla base dell’intervento regolatorio europeo, estrinsecatosi da ultimo con il Regolamento (UE) 2017/1938, che si inserisce nella più ampia strategia di coordinamento regionale dell’Energy Union.

In estrema sintesi, l’approccio europeo si sostanzia nella creazione di un Gruppo di Coordinamento europeo del Gas (GCG), e di quattro “gruppi di rischio” degli Stati membri, classificati secondo le diverse rotte per l’approvvigionamento (orientale, Mar del Nord, nordafricana, sudorientale). In questo contesto, spetta a ciascuno Stato membro regolare gli standard infrastrutturali di approvvigionamento tali da assicurare ai clienti protetti (utenze domestiche e attività di servizio pubblico) la fornitura di gas in situazioni critiche.

Il regolamento stabilisce dunque che sia effettuata (da parte di ENTSOG – il network europeo dei gestori della rete di trasporto gas) una valutazione del rischio che simuli gli scenari di interruzione dell’approvvigionamento e di operatività dell’infrastruttura europea, in base alla quale è compito dello Stato membro redigere due appositi strumenti di pianificazione. Il primo, denominato Piano d’Azione Preventivo, include le misure per eliminare o mitigare i rischi individuati. Il secondo, denominato Piano di Emergenza, contiene le disposizioni da applicare per eliminare o mitigare l’impatto di una interruzione dell’approvvigionamento di gas sulle categorie di utenze protette.

In caso di particolari contingenze internazionali, è pertanto possibile per ciascuno Stato membro dichiarare lo “stato di crisi” (il regolamento ne prevede tre livelli: preallarme, allarme, emergenza), informandone la Commissione e gli Stati membri connessi, e trasmettendo le rilevanti informazioni circa le azioni da intraprendere, in attuazione dei piani.

In aggiunta a pregnanti obblighi informativi, è conseguentemente prevista la possibilità di rispondere all’emergenza a livello regionale e sovranazionale (valutando la coerenza e l’efficacia dell’azione a livello statale e regionale), nonché la possibilità di invocare, per ciascuno Stato membro, una clausola di solidarietà.

Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima

L’obiettivo del PNIEC è garantire un sistema complessivamente più sicuro, flessibile e resiliente, in grado di fronteggiare un contesto di mercato incerto e volatile, supportando così contestualmente lo sviluppo delle fonti rinnovabili non programmabili, e garantendo la copertura della domanda soprattutto in relazione ai picchi di fabbisogno, qualora coincidano con bassi livelli di importazione o produzione da fonti rinnovabili.

In linea con il quadro europeo, e alla luce delle criticità del mercato italiano, il PNIEC dispone dunque l’aggiornamento del Piano d’Azione Preventivo e del Piano di Emergenza per il sistema gas nazionale. Più in particolare, si evidenzia come il Piano d’Azione ed il Piano d’Emergenza allegati al d.m. 18 ottobre 2017 debbano essere aggiornati alla luce delle recenti problematiche che hanno interessato il settore gas (e, primariamente, i danni subiti dal gasdotto TENP), nonché dell’approccio sostanzialmente cooperativo proposto a livello sovranazionale, al fine di fornire una risposta efficiente all’eventualità di una crisi di approvvigionamento.

Sono così individuati a livello nazionale gli interventi mirati a far fronte alle specificità del sistema gas nel contesto italiano, individuando altresì le imprese e gli operatori specificamente responsabili dell’attuazione dei rilevanti interventi strutturali. L’approccio olistico del PNIEC consente dunque di individuare rischi e impatti per il mercato nazionale, includendo altresì le misure di tutela dei clienti protetti, in un’ottica al contempo operativa e preventiva.