Al fine di comprendere cosa significhi concretamente “fare innovazione” nel campo dell’efficienza energetica, abbiamo sottoposto una serie di domande a Marco Bianchi, amministratore delegato e socio fondatore di TEP Energy Solution. Controllata da Snam da maggio 2018, TEP è una delle una delle maggiori ESCO (Energy Service Company) italiane, con oltre 200 clienti tra primarie aziende nazionali e internazionali, 950.000 titoli di efficienza e un EBITDA 2017 pari a circa 6 milioni di euro.
La rivoluzione digitale e l’innovazione tecnologica costituiscono senza dubbio un’opportunità per decarbonizzare il comparto dei servizi energetici e per abbassare i costi dell’energia sia alle famiglie che alle imprese. Quali soluzioni offre TEP Energy Solution per coniugare le ricadute sia in termini ambientali che in termini economici?
Per supportare al meglio i propri clienti, TEP ha realizzato un prodotto denominato EIS (Energy Intelligence System) che consente agli Energy Manager di predisporre il sistema di controllo dei consumi più appropriato in funzione degli obiettivi dell’azienda e di migliorarne le performance grazie a confronti con le best practice di ogni settore merceologico. Questo prodotto si presta a essere installato sia nelle grandi e medie aziende che nel mondo real estate. Grazie al monitoraggio intelligente, oltre al risparmio energetico che ne consegue, è possibile valutare e predisporre un piano degli investimenti per la sostituzione di macchinari più preciso e puntuale, che una Esco come TEP può aiutare a realizzare anche senza ricorrere al capex dell’azienda.
Agro-alimentare, ceramica, tessile, metallurgia, cartario, utility, real estate: la lista dei vostri clienti copre una grossa fetta del panorama industriale italiano. Viene da chiedersi e da chiedervi se il comparto industriale nazionale stia investendo in maniera omogenea sull’efficienza energetica o se vi sono comparti più inclini all’innovazione. È possibile fare qualche esempio pratico?
Negli ultimi anni, anche grazie al sistema dei certificati bianchi, le industrie del nostro Paese hanno investito molto in efficienza energetica, rendendo l’Italia un leader europeo in questo settore. Sicuramente le aziende energivore, con un più significativo impatto dei costi energetici sul prodotto, sono quelle che hanno investito maggiormente, con punte di eccellenza su alcuni settori come metallurgico, carta, ceramica e food. Gli incentivi e il progresso tecnologico stanno consentendo anche ad aziende di medie e piccole dimensioni di valutare investimenti che fino a poco tempo fa non venivano presi in considerazione. La sfida attuale, in cui è impegnata anche TEP, consiste nell’allargare sempre di più i settori merceologici oggetto di investimento, unendo tecnologie e modalità contrattuali e di finanziamento sempre più evolute. Una ESCO che investe su attività “no core” per l’azienda e che non incide sul capex, ma al contempo riduce i costi energetici, può rappresentare una grande opportunità per il business, come dimostrano ad esempio i settori real estate e dei condomini.
Restringendo il campo alle utility, quali sono i risvolti dell’innovazione che riuscite ad osservare in questo comparto? Quali gli interventi che maggiormente vi vengono richiesti e i benefici che ne derivano?
Il settore delle utility sta attraversando una fase di grande fermento e trasformazione. I player stanno puntando sempre più sui servizi ancillari alla vendita dell’energia e quasi tutti hanno acquisito partecipazioni di ESCO per integrare i servizi ed essere più completi nella loro proposta di vendita ai clienti. La chiave consiste nella capacità di integrare organizzazioni diverse ed essere flessibili e veloci nell’offerta commerciale: chi prima riuscirà in questo obiettivo conquisterà fette di mercato importanti, sia per valore aggiunto che per volumi. TEP, anche grazie al supporto strategico e di know-how di Snam, è pronta a raccogliere la sfida.
Per fare innovazione è necessario investire in Ricerca e Sviluppo. Qual è la vostra posizione in tal senso?
È uno degli ambiti su cui ci stiamo concentrando maggiormente. Per noi ricerca e sviluppo non si esauriscono solo negli aspetti tecnologici, ma comprendono tutte le soluzioni che ci consentono di innovare e diversificarci, dalla contrattualistica agli strumenti finanziari e alla flessibilità gestionale. Il progetto Agile recentemente lanciato da Snam è un esempio concreto di come una grande azienda punti a integrare piccole realtà altamente specializzate in modo omogeneo ed efficace.
Smart home, autogenerazione, stoccaggio, blockchain: le tecnologie smart stanno rivoluzionando il concetto di energia sia nel settore industriale che civile. La normativa è al passo con i tempi o rappresenta un ostacolo nello sviluppo di nuove soluzioni?
Il mondo sta cambiando velocemente e l’evoluzione di un paese non può prescindere dall’innovazione tecnologica. Quanto ha fatto l’Italia sino ad ora in termini di supporto all’efficienza energetica è sotto gli occhi di tutti e può essere capitalizzato ulteriormente. Gli incentivi predisposti dal Governo per il settore residenziale (Ecobonus e Sismabonus), ad esempio, sono un’opportunità enorme per riqualificare i condomini e una leva per far crescere il nostro PIL. L’efficienza energetica è destinata ad essere una colonna portante della politica economica del Paese, nonché una delle migliori “fonti energetiche alternative”.