In Europa c’è un enorme potenziale di sviluppo per quanto riguarda il settore del biometano. Il Consorzio Gas for Climate, analizzando lo scenario in chiave conservativa ed eco-sostenibile, ha recentemente calcolato che la filiera europea potrebbe produrre oltre 120 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile all’anno entro il 2050. L’utilizzo del biometano nelle infrastrutture del gas per riscaldare gli edifici, produrre elettricità (affiancando eolico e solare) ed alimentare i trasporti pesanti sia a terra sia in mare, può effettivamente generare risparmi annui intorno ai 140 miliardi di euro entro il 2050 rispetto all’alternativa rappresentata da un sistema energetico basato al 100% sull’energia elettrica.
Il gas rinnovabile, infatti, può essere trasportato, stoccato e distribuito attraverso le infrastrutture esistenti del gas ed integrato, in modo efficiente, con l’elettricità rinnovabile per ridurre i costi della decarbonizzazione. Si tratta di un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, il cui conseguimento garantirebbe non solo risparmi sensibili ma anche una maggiore sicurezza energetica al nostro continente ed un abbattimento notevole delle emissioni climalteranti.
Il gas prodotto da fonti rinnovabili utilizzato nelle infrastrutture già esistenti può, inoltre, avere un ruolo chiave nell’abbattimento delle emissioni in Europa entro il 2050 e nel raggiungimento dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 °C, soprattutto se il suo utilizzo verrà affiancato da tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) e di cattura e utilizzo del carbonio (CCU). A livello italiano, secondo uno studio della società di consulenza ambientale Althesys, il potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 milioni di tonnellate entro il 2050.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Italia è il secondo produttore di biogas in Europa e il quarto al mondo. Alla fine del 2015, secondo dati del progetto ISAAC, erano operativi 1.550 impianti a biogas, con una potenza elettrica installata di circa 1.200 MW ed una produzione di oltre 7 TWh di energia.
Potenzialmente, il nostro Paese potrebbe produrre entro il 2030 fino a 10 miliardi di metri cubi di biometano (di cui almeno 8 da matrici agricole), pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale.
Lo scorso marzo, dopo una lunga attesa, è stato emanato il Decreto 02 marzo 2018, che ha introdotto nuovi incentivi per la produzione di biometano finalizzato al settore trasporti.
Secondo il Consorzio Italiano Biogas un piano realistico di sviluppo entro il 2020 dovrebbe prevedere il raddoppio delle stazioni di servizio (CNG e/o biometano) da 1.000 a 2.000; il raddoppio del consumo di gas naturale nel settore trasporti fino a 2 miliardi di Nm3 entro il 2020 (compreso LNG); l’aumento del consumo totale di biometano fino a raggiungere il 25% del consumo totale, ovvero circa 0,5 miliardo di Nm3/anno (bio-CNG o bio-LNG).
Per le auto private e per i veicoli dedicati al trasporto leggero, i motori a biometano gassoso sono una delle tecnologie “ponte” a basso impatto ambientale che, insieme ai veicoli elettrici e ibridi, possono contribuire a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle città.
Nel prossimo decennio, nel settore dei trasporti pesanti si prevede, invece, che il combustibile alternativo al diesel sarà il gas naturale liquefatto (GNL) ed il suo corrispettivo rinnovabile (biometano liquefatto).
Ciò si spiega soprattutto sulla base della loro sostenibilità economica ed ambientale: minori emissioni di CO2 rispetto al diesel e riduzione drastica degli inquinanti locali come NOx e particolato.
Due casi interessanti di uso del biometano in ottica di contributo alla decarbonizzazione del settore trasporti sono quelli della TPER (Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna) e della SEASA Spa (Società estense Servizi Ambientali).
TPER ha avviato e concluso le due gare più grandi per numero di autobus alimentati a metano liquefatto mai effettuate in Europa: una per 24 autobus extraurbani e una per 96 autobus suburbani. Contemporaneamente alle gare d’appalto per l’acquisto di autobus, TPER ha emesso anche una gara per la realizzazione di una stazione di rifornimento e per una fornitura quadriennale di GNL, prevedendo un punteggio premiante per il fornitore che offrirà la maggior quantità percentuale di biometano liquefatto.
SESA Spa, con un ottimo esempio di economia circolare, sta attualmente producendo biometano gassoso da FORSU che usa, dopo averlo compresso, per alimentare i mezzi usati per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti.