Per raggiungere l’obiettivo dell'Accordo di Parigi che punta a contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C (B2DS), è necessaria una massiccia ridefinizione dell’odierno sistema energetico. Per soddisfare gli obiettivi climatici, alcuni sostengono sia necessario che l’Europa abbandoni la rete del gas e l’utilizzo di questa fonte per concentrarsi interamente sullo sviluppo di un sistema energetico elettrico. Al di là del fatto che un tale scenario sia molto difficile da implementare, lo studio di Ecofys - A Navigant Company dimostra che la transizione energetica ideale combina elettricità rinnovabile e gas rinnovabile con l’utilizzo delle infrastrutture gas esistenti.
In Italia, gli agricoltori che producono prodotti lattiero-caseari e altri prodotti alimentari si stanno progressivamente espandendo anche nella produzione di biogas da residui agricoli e colture. Per evitare di importare mangimi animali invece di produrli internamente, hanno iniziato a introdurre due raccolti durante l’anno – invece di uno solo - in modo ecologicamente sostenibile. “Biogas Fatto Bene” è il termine coniato dagli agricoltori italiani per identificare questa modalità di coltivazione. Mentre oggi il loro biogas viene impiegato per produrre elettricità e calore a livello locale, a partire da quest'anno, volumi sempre maggiori di biogas saranno destinati alla produzione di biometano da utilizzare come carburante per i veicoli e per la generazione di calore ed elettricità in tutto il paese.
Il modello “Biogas Fatto Bene” è solo l’inizio. Secondo un recente studio di Ecofys, la produzione di gas rinnovabile dell’Unione Europea (incluso biometano e idrogeno rinnovabile) aumenterà fino a raggiungere 122 miliardi di metri cubi (mld mc) entro il 2050. I consistenti volumi di gas rinnovabile assicureranno un ruolo futuro alle infrastrutture di gas esistenti, con un enorme risparmio di costi. In un sistema energetico europeo completamente decarbonizzato all’orizzonte 2050, il ricorso al gas rinnovabile in settori dove è in grado di apportare un valore aggiunto rilevante – e una sua adeguata combinazione con l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili - può garantire risparmi annui per 138 miliardi di euro, quel che non si avrebbe in un sistema che non considera il suo contributo. Com'è possibile?
La nostra analisi è partita considerando la prospettiva che l’intero consumo di gas in Europa avrà un impatto emissivo netto pari a zero al 2050. Ciò significa che la produzione di gas deve quasi interamente derivare da fonti rinnovabili e il consumo rimanente di gas naturale sarà combinato con sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio. Lo studio ha analizzato la quantità di gas rinnovabile che l'Europa è in grado di produrre e il valore sociale derivante dall’utilizzo di questo gas nell’ambito delle infrastrutture gas esistenti nei vari settori dell'economia.
In sostanza, sussistono margini per incrementare notevolmente la produzione e l’uso di gas rinnovabile nell’Unione Europea. Il potenziale produttivo sostenibile di biometano da biomassa agricola e legnosa è stato calcolato, sulla base di stime conservative, in almeno 98 mld mc, equivalenti ad oltre 1000 TWh di energia l’anno entro il 2050; una produzione che rafforzerebbe al contempo la sicurezza energetica del Vecchio Continente e l'economia rurale. Inoltre, un contributo aggiuntivo potrebbe venire dall’idrogeno rinnovabile – derivante dal processo di conversione di energia eolica e solare in idrogeno - il cui potenziale produttivo è di circa 24 mld mc. Nell’insieme, il potenziale di gas rinnovabile (compreso idrogeno rinnovabile) dell’UE al 2050 raggiungerebbe i sopra citati 122 mld mc all'anno, con la possibilità di crescere ulteriormente grazie all’eventuale contributo delle importazioni.
Questo volume stimato di gas rinnovabile verrebbe destinato ai settori economici in cui si prevede il conseguimento dei maggiori risparmi sui costi sociali: il riscaldamento degli edifici e la produzione di elettricità. Un certo volume di gas rinnovabile è stato assegnato anche al trasporto pesante e all'industria; in particolare, i 45 mld mc destinati a quest’ultimo settore dovrebbero rappresentare, secondo lo scenario Beyond 2°C (B2DS) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, un quantitativo sufficiente a decarbonizzarne i consumi entro il 2050. Tuttavia, nello studio non sono stati considerati i risparmi derivanti dall'utilizzo del gas rinnovabile nell'industria.
Non considerando quindi il gas rinnovabile destinato all'industria, Ecofys ha calcolato i risparmi conseguibili utilizzando solo 77 dei 122 mld mc di biometano e idrogeno rinnovabile impiegati nelle infrastrutture gas esistenti e diretti al riscaldamento degli edifici, alla produzione di elettricità e al trasporto pesante. Di questi, i 5 mld mc destinati al trasporto non inciderebbero sui risparmi perché gli stessi si otterrebbero anche con i biocarburanti ma forniscono un'alternativa sostenibile e di rilevanza crescente alla decarbonizzazione di questo comparto. I restanti 72 mld mc di gas rinnovabile diretti al residenziale e alla generazione elettrica generano risparmi per i già citati 138 mld € all'anno al 2050 rispetto a un sistema energetico decarbonizzato che non contempla il ricorso al gas rinnovabile. Tali risparmi equivalgono a circa 600€ l’anno a famiglia nell’UE e vengono realizzati principalmente evitando i costi associati alla costruzione e all’esercizio della capacità di generazione necessaria a soddisfare gli elevati picchi della domanda elettrica, nonché attraverso notevoli risparmi conseguibili sui costi di isolamento degli edifici richiesti per ospitare pompe di calore completamente elettriche.
Lo studio dimostra che la giusta combinazione di gas ed elettricità è l’opzione più efficiente in quanto coniuga maggiori risparmi di costo con la capacità di generare più vantaggi in termini di maggiore sicurezza delle forniture e rafforzamento dell’economia rurale. In sintesi, è quella che più si avvicina all’ottimo socio-economico.
La transizione energetica rappresenta un’enorme sfida e resta incerta la combinazione di tecnologie esistenti e future che soddisferà la domanda di energia al 2050. Pertanto, nessuna tecnologia dovrebbe essere esclusa, né tantomeno le infrastrutture gas esistenti che, senza alcun costo di realizzazione aggiuntivo, sono in grado di trasportare grandi quantità di energia in modo efficiente su lunghe distanze.
Ecofys – A Navigant Company ha realizzato uno studio commissionato dal consorzio Gas for Climate, che riunisce sette aziende europee di primo piano nel trasporto di gas naturale (Snam, Enagás, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, Open Grid Europe e TIGF) e due associazioni attive nel settore del gas rinnovabile (Consorzio Italiano Biogas e European Biogas Association)
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