Anche nell’edizione del 2017 il World Energy Outlook (WEO) non ci assilla troppo con la profusione di scenari che nelle passate edizioni, anziché aiutare il decisore politico, riuscivano spesso solo a confonderlo. Ormai da qualche anno, infatti, mette in primo piano la descrizione di un futuro energetico intermedio tra uno scenario di riferimento, che declina le politiche energetiche in atto, e uno scenario di sviluppo sostenibile, che mira al deciso contenimento dei cambiamenti climatici:

  • Current Policies Scenario (CPS)

È lo scenario di riferimento che si limita alle misure già in atto a metà 2017, escludendo nuovi obiettivi non ancora approvati dai governi seppure in discussione. Nel caso di incertezze sull’effettivo esito delle attuali politiche, il WEO assume i risultati meno ambiziosi di modo che lo scenario fornisca una prudente valutazione dell’andamento e direzione del sistema energetico in assenza di impulsi aggiuntivi dei governi.  

  • New Policies Scenario (NPS)

È lo scenario centrale che prende in considerazione non solamente le politiche già avviate ma anche quelle espresse nei piani ufficiali o solo annunciate e in via di approvazione da parte dei governi. In genere, il WEO ha fatto affidamento ai contributi forniti dai governi nell’ambito della Conferenza di Parigi, seppure in molti casi questi siano stati rivisti in base ad annunci successivi, come nel caso degli Stati Uniti.

  • Sustainable Development Scenario (SDS)

Fornisce una visione del 2040 coerente con un sentiero di sviluppo atto a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. I principali punti che segnano la differenza con lo scenario NPS sono: le misure risolutive per l’abbattimento delle emissioni climalteranti; l’accesso universale all’energia elettrica; la drastica riduzione dell’inquinamento atmosferico.

In questa rapida sintesi si possono prendere in esame solo alcuni tra i tratti più salienti: il fabbisogno e l’offerta di energia; i mutati equilibri internazionali; i riflessi sui cambiamenti climatici. L’anno orizzonte è il 2040 con tappe intermedie quinquennali. In questo periodo il fabbisogno mondiale di energia cresce dagli attuali 13,8 miliardi di tep a 19,3 miliardi e a 14,1 miliardi, rispettivamente, nelle ipotesi CPS e SDS e a un valore intermedio di 17,6 miliardi nell’ipotesi centrale NPS. La tabella sintetizza i principali dati previsionali.

Gli scenari caratterizzati da una massa enorme di dati, forniti a raffica per regioni e grandi paesi, rimangono individualmente poco credibili se non altro in quanto i singoli paesi si muovono in ordine sparso e non in unisono secondo uno dei tre scenari. In ogni caso, i tre Outlook offrono un inviluppo abbastanza verosimile del futuro energetico del mondo nel prossimo quarto di secolo per la formulazione delle politiche energetiche in avvenire.

Fabbisogno e consumi

L’aspetto più significativo sul lato dei fabbisogni riguarda l’aumento generalizzato nell’efficienza d’uso dell’energia senza il quale la domanda nel 2040 sarebbe almeno doppia. Il forte contributo delle fonti rinnovabili alla copertura dell’incremento della domanda finale (40%) è dovuto in buona parte proprio all’aumentata efficienza. Altrettanto vistosa è la dinamica dell’energia elettrica che contribuisce per il 40% alla crescita dei consumi finali totali fino al 2040, un contributo simile a quello svolto dal petrolio nell’ultimo quarto di secolo. Una parte non indifferente di questa crescita è da attribuire alla mobilità elettrica con un aumento del parco di auto elettriche fino a 280 milioni a livello mondiale. In molti paesi, la generazione da fonti rinnovabili risulta più conveniente di quella da gas naturale che viene sempre più usato come fonte di bilanciamento che non per la generazione di base.

La Cina è entrata in una nuova era di sviluppo energetico che privilegia l’efficienza energetica, lo sviluppo elettrico, del gas naturale e delle fonti rinnovabili. La crescita del fabbisogno cinese è calata vistosamente da una media dell’8% annuo nel periodo 2000/2012 ad appena il 2% negli anni successivi, ed è prevista calare ancora all’1% annuo. In particolare, nell’ipotesi NPS un terzo della nuova potenza eolica e fotovoltaica e il 40% degli investimenti in auto elettriche è previsto in Cina. Tuttavia, nonostante il calo nella crescita dei consumi, l’incremento dei fabbisogni della Cina e dell’India al 2040 corrisponde rispettivamente al fabbisogno attuale degli Stati Uniti e dell’Unione europea.

Attorno al 2030, la Cina è prevista superare gli Stati Uniti come principale consumatore di petrolio, ma è in India che avviene il maggiore impulso alla crescita mondiale di questa fonte. Infine, l’80% della crescita nel fabbisogno di gas naturale si concretizza nei paesi in via di sviluppo, prevalentemente Cina e India e altri paesi asiatici caratterizzati da scarse risorse domestiche. Il carbone rimane per molti anni la principale fonte primaria dell’economia cinese e indiana, ma almeno in Cina il suo consumo sembra aver raggiunto un massimo già nel 2013 ed è previsto calare del 15% entro il 2040.

Offerta di energia primaria

Il WEO mette in primo piano per i prossimi vent’anni il forte calo dei costi e la rapida diffusione delle fonti energetiche pulite. Quasi ovunque la forte crescita delle fonti rinnovabili segna la fine del predominio del carbone nella generazione elettrica. Nel periodo fino al 2040 due terzi degli investimenti nella generazione elettrica sono destinati alle fonti rinnovabili, che in questo periodo contribuiscono per l’80% alla nuova capacità installata e per il 40% all’energia elettrica generata.

Negli Stati Uniti gli idrocarburi non convenzionali resi disponibili con le tecniche di trivellazione orizzontale, fratturazione idraulica ad alta pressione ed estrazione con solventi chimici aumentano la produzione degli idrocarburi a un livello mai raggiunto da un singolo paese. Un incremento nella produzione di petrolio intrappolato nelle rocce e argille del sottosuolo e una più veloce crescita dell’auto elettrica aumenterebbero l’offerta potenziale di petrolio e manterrebbe per più tempo il prezzo agli attuali livelli.

Il gas naturale, convenzionale e non, è previsto coprire il 25% della produzione di energia primaria a livello mondiale nel 2040, seconda fonte dopo il petrolio. Con la discesa del petrolio e del carbone, il gas naturale assumerebbe il comando delle fonti primarie poco dopo il 2040. Tuttavia rimane preoccupante l’attuale mancanza di nuovi investimenti in questo settore.

I mutati equilibri internazionali

Il WEO prevede cambiamenti senza precedenti nella struttura del commercio di energia a livello globale indotti dai mutamenti nella domanda e offerta di energia nelle diverse aree del mondo. Sul lato della domanda, entro il 2040, il 70% del commercio internazionale di petrolio viene indirizzato verso porti asiatici, situazione che va valutata anche in termini di concorrenza e rischiosità per le altre aree d’importazione, soprattutto l’Europa occidentale. Sul lato dell’offerta, la rivoluzione della produzione di idrocarburi non convenzionali ha scombinato il commercio internazionale di petrolio e gas e minaccia di portare cambiamenti duraturi nella struttura dell’offerta globale per i prossimi decenni.

Nell’ipotesi NPS, il WEO prevede che a metà degli anni 2020 gli Stati Uniti assurgeranno a principale esportatore di gas naturale liquefatto (GNL) e, pochi anni dopo, diventeranno esportatore netto di petrolio. Il petrolio statunitense è previsto coprire l’80% dell’incremento dell’offerta globale di petrolio almeno fino al 2025, con una sostanziale stabilità dei prezzi, oscillanti nella fascia di 50 – 70 doll./bbl. È solo verso la fine degli anni 2020 che si può prevedere un ritorno della posizione dominante del Medio Oriente per il bilanciamento della domanda, ma a livelli meno netti.

La spinta del GNL dagli Stati Uniti contribuisce ad aumentare la flessibilità di questa fonte nel commercio internazionale. Aumenta la diversificazione dell’offerta con nuovi paesi che entrano nel mercato del GNL e il prezzo è basato sempre meno sull’indicizzazione al petrolio e sempre più sui meccanismi di formazione dei prezzi nei grandi hub internazionali e sulla disponibilità di gas spot.

Emissioni di CO2

Le emissioni di CO2 crescono di poco nello scenario NPS rispetto ai livelli attuali. Nonostante una crescita del 60% dei consumi elettrici, le emissioni del settore elettrico crescono di appena il 5% al 2040. In Cina raggiungono un massimo di 9,2 Gt (poco più delle emissioni attuali) nel 2030, prima di scendere. Ma nel settore dei trasporti continuano a resistere a una riduzione più cospicua.

Per un confronto, nello scenario SDS al 2040 le fonti pulite raddoppiano il loro contributo rispetto ai valori attuali, mentre i consumi di carbone sono già in forte discesa. La generazione elettrica proviene dalle rinnovabili per il 60% e dal nucleare per il 15%, mentre il processo di cattura e sequestro del carbone contribuisce alla riduzione per il 6%, di modo che le emissioni di CO2 in questo settore risultino prossime a essere annullate. Rinnovabili ed efficienza sono i principali motori di questo scenario, ma le emissioni dai trasporti sono difficili da abbattere anche con una accelerazione dello sviluppo di auto elettriche.