Il World Energy Outlook (WEO) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia di Parigi (AIE), appena pubblicato, segna, prima di tutto, un record di durata: dal 1977 questo documento testimonia lo spessore dei cambiamenti intervenuti nell'arco di quarant’anni. La prima edizione fu presentata nel periodo a cavallo tra la prima e la seconda crisi energetica ed era in gran parte dedicata ad illustrare gli sforzi intrapresi dai paesi membri dell'AIE per ridurre la dipendenza dal petrolio, in particolare di quella dai paesi OPEC, arrivata a dimensioni tali da minacciare la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti.

Con il passare del tempo, le dimensioni e i protagonisti del mondo dell’energia sono drasticamente cambiati, con i paesi emergenti che hanno assunto un ruolo sempre più importante, a partire dalla Cina alla quale - non a caso - è dedicato un intero capitolo del nuovo rapporto. Le scelte di questo paese sono, infatti, in grado di influenzare le prospettive di evoluzione della domanda di tutti i combustibili e le scelte tecnologiche. Oltre che alla Cina, il nuovo rapporto dedica particolare attenzione al mercato del gas in forte espansione nella fase di transizione verso sistemi a minor impatto ambientale. Tra gli altri temi centrali vi sono le emissioni, l’accesso universale, i mercati elettrici e le energie rinnovabili.

Il petrolio non è il protagonista di questa edizione in quanto destinato a cedere il passo a fonti meno impattanti sull’ambiente ma, esaminando i vari scenari proposti, si scopre che questa fonte ha ed avrà, ancora per lungo tempo, un ruolo di primissimo piano. Anche se sempre più "confinato" al soddisfacimento dei fabbisogni energetici del settore trasporti e della petrolchimica, il petrolio appare dotato di una capacità di resilienza eccezionale anche a causa dei ritardi nei processi di sostituzione e della insufficienza degli investimenti. Gli scenari con i quali viene esplorato il futuro sono tre: il primo, (Current Policies) basato sul prolungamento delle politiche in atto; il secondo (New Policies), che ipotizza un rafforzamento delle stesse; il terzo (Sustainable Development), coerente con gli obiettivi concordati a Parigi per contrastare i cambiamenti climatici, migliorare la qualità dell'aria e garantire l'accesso universale a forme moderne di energia.

La domanda di petrolio prevista al 2040, un arco abbastanza lungo per mettere in cantiere la transizione, si attesterà, nello scenario Current Policies a 118,8 milioni di barili giorno (mil. bbl/g), contro i 117 previsti nel WEO 2016: una indicazione di come, rispetto allo scorso anno, non si siano fatti troppi progressi sulla via della diversificazione. Lo scenario New Policies ipotizza, invece, sempre al 2040, una domanda di 104,9 mil. bbl/g; anche in questo caso la nuova previsione è superiore a quella elaborata un anno fa, circostanza che fa riflettere sulle difficoltà che ancora ostacolano il cambiamento prefigurato a Parigi.

Nello scenario New Policies, all'orizzonte 2040 la Cina sarà il più grande consumatore di petrolio del mondo con una domanda pari a 15,5 mil. bbl/g, rispetto ai 13,8 degli Stati Uniti e ai 9,7 dell’India.

Solo nello scenario Sustainable Development la domanda petrolifera al 2040 scenderebbe a 72,9 mil. bbl/g. Alla luce del probabile raggiungimento dei 100 mil. bbl/g nel 2018, la riduzione da conseguire si attesta così a circa 27 mil. bbl/g sottolineando l’entità dello sforzo da realizzare sotto forma di investimenti per costruire una nuova mobilità. A tale riguardo colpisce come, in questo scenario, nell’area Asia Pacifico che comprende la Cina, la domanda petrolifera dovrebbe cominciare a scendere già a partire dal 2025, quando verrebbe toccato un picco di 33 mil. bbl/g, livello comunque superiore a quello di Nord-America ed Europa.

Per quanto riguarda l'offerta, l’ampiezza della forcella rappresenta una sfida anche per l'industria che deve programmare gli investimenti per i prossimi anni e che dovrà scegliere il traguardo su cui puntare.

Relativamente alle aree di produzione, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un cambiamento epocale con gli Stati Uniti che sono tornati a diventare esportatori con enormi conseguenze sul livello dei prezzi e sul ruolo dell'OPEC. Secondo il WEO, sino all’orizzonte 2025 la produzione americana e quella non OPEC continueranno ad aumentare grazie ai progressi nelle tecnologie di estrazione, ma già a partire dal 2020 quella OPEC tornerà a crescere, per assumere un ruolo dominante nei quinquenni successivi.

Variazione nella produzione OPEC e non OPEC nello scenario New Policies

Fonte: Elaborazione di RiEnergia su dati © OECD/IEA 2017 World Energy Outlook, IEA Publishing. Licence: www.iea.org/t&c

 

Sul fronte dei costi di produzione il rapporto dell’Agenzia è piuttosto cauto, partendo dalla drastica riduzione intervenuta negli ultimi anni specialmente dagli Stati Uniti.

Relativamente ai prezzi, all'orizzonte 2040 il WEO ipotizza un range compreso tra i 64 e i 136 doll./bbl (in dollari reali 2016), muovendo dallo scenario Sustainable Development, a domanda più bassa, a quello Current Policies con la domanda vicina ai 119 mil. bbl/g.

In conclusione, il nuovo WEO mostra un mondo dell’energia in forte evoluzione sia dal punto di vista degli attori sia da quello delle fonti, dove, però, il ruolo del petrolio continua ad essere centrale ed insostituibile, anche nello scenario più attento alla salvaguardia dell'ambiente.