Il settore della distribuzione gas in Italia si appresta a vivere un periodo di rilevanti cambiamenti correlati, nel breve termine, alla prossima attuazione delle gare d’ATEM per l’assegnazione delle concessioni e, nel medio-lungo periodo, al processo di transizione energetica funzionale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo.
I due processi sono profondamente connessi in quanto se da un lato, in preparazione alle gare sui 177 ATEM, agli operatori verranno richiesti notevoli investimenti per vincere la competizione, dall’altro la strategia che il Paese deciderà di adottare per affrontare il percorso di decarbonizzazione potrebbe mettere in discussione, in un futuro più o meno prossimo, il ruolo del gas quale vettore energetico di riferimento per il riscaldamento domestico.
Peraltro, come noto, il settore attende ormai da diversi anni l’attuazione della riforma prevista dal Decreto Letta quale importante occasione di efficientamento e di sviluppo, anche a beneficio degli utenti finali; è per questo che le imprese che intendono affrontare il confronto competitivo delle gare per vedersi assegnare, per i prossimi 12 anni, la gestione del servizio di distribuzione nei vari ATEM sono chiamate a realizzare importanti investimenti, caratterizzati da tempi di ritorno non così brevi.
In questo contesto, il processo di aggiornamento della Strategia Energetica Nazionale (SEN) promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente potrebbe essere un’occasione importante per fare chiarezza su quello che sarà il percorso di decarbonizzazione dell’Italia, consentendo così alle imprese di effettuare scelte consapevoli e garantire maggiori certezze agli investitori.
A nostro avviso, nell’ambito di questa riflessione, è opportuno tener presente che l’efficacia del processo di transizione energetica potrebbe essere limitata qualora non si realizzasse un efficiente equilibrio tra le diverse fonti energetiche. L’evoluzione normativa e di mercato del nostro Paese potrebbe, infatti, essere tale da permettere una rilevante elettrificazione dei consumi solo in un orizzonte temporale di lungo periodo. Ciò, a sua volta, potrebbe limitare l’efficacia delle misure che fanno prevalente affidamento sullo sviluppo del vettore elettrico e, conseguentemente, il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici in ambito europeo.
È bene ricordare che la quasi totalità delle famiglie italiane fa oggi riferimento al gas naturale per soddisfare i propri consumi domestici. Ciò, di per sé, offre un’indicazione non trascurabile rispetto alle tempistiche e agli eventuali costi di switching che i consumatori dovrebbero sostenere per il passaggio ad un vettore alternativo.
Inoltre il quadro macroeconomico, che sembra non favorire tassi di sostituzione degli elettrodomestici e degli impianti necessari al pieno sfruttamento del processo di elettrificazione dei consumi, ed il processo di innovazione tecnologica, che necessita ancora di investimenti in ricerca per garantire l’utilizzo di tecnologie efficienti e mature per un’ampia platea di utenti finali, potrebbero condizionare ulteriormente il tasso di penetrazione del vettore elettrico e, conseguentemente, le tempistiche di realizzazione della transizione energetica.
Peraltro l’esperienza italiana offre un punto di riferimento significativo per illustrare come la varietà e il bilanciamento delle fonti energetiche, con il ruolo chiave giocato dal gas naturale, abbiano consentito ai consumi residenziali di risultare tra i più efficienti, dal punto di vista delle emissioni di CO2, tra i maggiori Paesi Europei. 2
Dal punto di vista economico, visto che la stessa Strategia Energetica Nazionale tra gli obiettivi da perseguire inserisce correttamente anche il tema della competitività del Paese, giova evidenziare che l’eccesso di offerta - diventata ormai una caratteristica strutturale dei mercati internazionali del gas - consente di trasferire ai clienti finali i risparmi che si sono determinati grazie alle nuove dinamiche in atto sui mercati upstream.
In aggiunta, la ricca dotazione infrastrutturale - che consiste in una fitta rete di distribuzione e trasporto del gas naturale caratterizzata da una significativa longevità commerciale e regolatoria - permette di garantire l’accesso diffuso ad una risorsa efficiente ed economica e prontamente disponibile per una vasta platea di utenti (anche per quelli a rischio di povertà energetica), minimizzando gli squilibri regionali e territoriali che hanno caratterizzato, e che in parte ancora caratterizzano, l’accesso alle fonti energetiche nel nostro Paese.
Infine, dal punto di vista della sostenibilità ambientale, è bene tener presente che, pur continuando ad utilizzare il gas come vettore e, quindi, ottimizzando l’utilizzo delle infrastrutture già esistenti, gli impieghi domestici del gas potrebbero essere in tempi brevi notevolmente efficientati: promuovendo l’utilizzo delle moderne tecnologie disponibili ed ipotizzando quindi di sostituire le caldaie tradizionali con le nuove caldaie a condensazione o con le più efficienti pompe di calore a gas. Tali interventi, peraltro, sarebbero caratterizzati da una maggiore semplicità di attuazione rispetto allo switching al vettore elettrico, in quanto molto meno impattanti e costosi ed eseguibili sugli impianti interni di proprietà dei consumatori finali.
Alla luce di tutte queste considerazioni, riteniamo che il diffuso impiego del gas nei consumi energetici domestici possa consentire di impostare, in modo efficiente, un percorso verso la decarbonizzazione ed il raggiungimento dei target ambientali che si prefigga due obiettivi prioritari: la sostituzione, soprattutto per il riscaldamento centralizzato, di combustibili più inquinanti con il gas; lo sfruttamento, per l’ammodernamento degli impianti residenziali esistenti, delle tecnologie più performanti presenti sul mercato (la tecnologia delle pompe di calore a gas, per esempio, consente risparmi di energia primaria anche superiori al 40% rispetto ad una caldaia convenzionale).
In quest’ottica (che, a nostro avviso, evidenzia come interventi ragionevoli di rinnovo ed adeguamento delle infrastrutture della distribuzione del gas risultino pienamente coerenti con gli obiettivi di tutela ambientale anche di medio-lungo periodo) si auspica che le Istituzioni, con rinnovato slancio, promuovano lo svolgimento delle gare d’ATEM e, con la massima attenzione, favoriscano una reale competizione ed il più ampio confronto concorrenziale: in modo da garantire ai cittadini la possibilità di utilizzare in modo efficiente e sicuro il vettore gas, così da contribuire in modo sostanziale ed efficace al processo di transizione energetica.
Infine, giova ricordare, che le gare d’ATEM rappresentano senza dubbio lo strumento più efficace per dare impulso a nuovi investimenti e, conseguentemente, per creare nuovo lavoro nel settore: in altri termini, possono sostenere in modo significativo il rilancio della crescita del nostro Paese.