L’industria è chiamata nei prossimi anni ad una profonda trasformazione, che investirà prodotti e servizi offerti, catene di valore e filiere, linee produttive e logistica. Tale cambiamento è necessario sia per rispondere alle sfide ambientali e sociali di questo millennio, sia per mantenersi competitivi nell’ambito della quarta rivoluzione industriale. L’uso efficiente delle risorse rappresenta uno dei paradigmi di questo passaggio a Industria 4.0 e può essere utile ricordare gli strumenti disponibili per le imprese per favorirne gli investimenti.
Partendo dalle misure di carattere più generale, si segnalano le agevolazioni fiscali dedicate all’industria: super ammortamento, iper ammortamento e relativa ulteriore maggiorazione. Questi strumenti, in pratica, consistono in una maggiorazione virtuale del costo del bene e consentono quindi di detrarre dal reddito tassabile importi sensibilmente più elevati di quelli effettivamente spesi.
Il super-ammortamento consente una maggiorazione del 40% per tutti quegli investimenti legati a beni materiali strumentali nuovi. Possono richiederlo i soggetti titolari di un reddito di impresa e i lavoratori autonomi. L’iper ammortamento, invece, porta la maggiorazione al 150% ed è associato a beni materiali strumentali nuovi di tipo “industria 4.0” come quelli specificati nell’allegato A della legge di bilancio 2017 (legge 232/2016). Possono accedere a questa agevolazione solamente i titolari di impresa. La terza e ultima opzione, l’ulteriore maggiorazione, prevede un aumento virtuale del 40% dei beni immateriali strumentali collegati ai soggetti che richiedono l’iper ammortamento e che siano compresi nell’allegato B della legge di bilancio 2017. Nei vari casi le agevolazioni sono applicabili sia in caso di acquisto che di leasing.
I beni che possono usufruire dell’iper ammortamento sono riconducibili a tre macro categorie: i beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, i sistemi per l’assicurazione della qualità e sostenibilità e i dispositivi per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro. Fra i beni ammessi all’ulteriore maggiorazione si segnalano i software, le piattaforme e le applicazioni accoppiate ai beni materiali appena descritti.
Le agevolazioni fiscali viste sopra sono cumulabili con numerose altre iniziative messe in piedi dal Governo per facilitare la transizione verso industria 4.0: la nuova legge Sabatini, il credito di imposta per ricerca e sviluppo, la patent box, gli incentivi alla patrimonializzazione delle imprese, quelli per gli investimenti in start up e PMI innovative e il fondo centrale di garanzia.
L’altro strumento disponibile per le imprese, dedicato però all’efficienza energetica, è il meccanismo dei certificati bianchi (o TEE). Le imprese possono ottenere un incentivo collegato al risparmio energetico annuo ottenuto grazie a una molteplicità di interventi ammissibili relativi al processo o ai servizi di impresa (e.g. aria compressa, illuminazione, climatizzazione, etc.). L’entità del premio è variabile in funzione di fattori – come l’addizionalità rispetto alle condizioni medie di mercato, la tipologia di intervento considerato e il suo livello di complessità, il prezzo dei certificati bianchi sull’apposito mercato – e viene generato per un tempo che può andare dai tre ai dieci anni, come indicato in un’apposita tabella allegata al D.M. 11 gennaio 2017, che ne definisce le nuove linee guida.
Sebbene lo schema dei TEE sia più complesso delle agevolazioni fiscali sopra indicate, il contributo rispetto al costo di investimento può essere superiore e l’impresa può rivolgersi a operatori specializzati, come le ESCO o i distributori di energia elettrica e gas, o avvalersi del supporto di un esperto in gestione dell’energia (EGE).
Gli strumenti sopra descritti consentono di ammodernare i processi produttivi, migliorando nel contempo l’uso delle risorse, a cominciare da quella energetica. Da questo punto di vista, è possibile trarre vantaggi diretti grazie ai risparmi dovuti alla miglior efficienza delle macchine utilizzate, ma anche, o soprattutto, benefici legati alle ricadute positive sugli altri aspetti legati alla produzione (e.g. produttività, qualità della produzione, riduzione dei rischi, sicurezza degli addetti, affidabilità dei macchinari, immagine, etc.).
L’occasione è propizia anche per l’adozione di sistemi di misura e monitoraggio, che, anche in connubio con le metodologie di analisi dei dati oggi disponibili e in fase di sviluppo (e.g. big data), permettono di ottenere preziose informazioni su come migliorare la produzione all’interno delle imprese e su come sfruttare al meglio le risorse disponibili su tutta la filiera di approvvigionamento e di distribuzione.
Non va infine scordato il principale incentivo a investire in un uso efficiente delle risorse: l’alto costo delle stesse in un Paese povero come l’Italia e i conseguenti rischi di approvvigionamento. Sfruttare le agevolazioni oggi disponibili rappresenta una grande opportunità per poter affrontare il futuro in modo competitivo, contribuendo nel contempo alla lotta ai cambiamenti climatici.