Il mercato europeo del carbonio (EU ETS) ha vissuto un 2025 estremamente dinamico, con il prezzo delle quote (EUA) influenzato sia dalla tightness conseguente al pacchetto “Fit for 55” sia dalle pressioni esercitate dalle tensioni commerciali globali. Mentre l’Unione avanza verso i suoi ambiziosi obiettivi climatici, il prezzo del carbonio rimane il barometro più sensibile sia della certezza normativa che dei rischi macroeconomici. Le crescenti preoccupazioni relative all’accessibilità economica e alla competitività industriale hanno gettato un’ombra sulle discussioni relative agli obiettivi climatici e verosimilmente porteranno a un rinvio di un anno, fino al 2028, dell’avvio del nuovo EU ETS 2. Tuttavia, è chiaro che l’EU ETS è la pietra angolare della politica climatica dell’UE e rimane uno strumento politico chiave per aiutare l’UE a decarbonizzarsi.
Nei primi undici mesi del 2025, il contratto EUA di riferimento ha registrato una media di 73,5 euro a tonnellata (€/ton), muovendosi in un range giornaliero compreso tra 60 e 85 (€/ton). L’andamento dei prezzi è stato caratterizzato da una maggiore volatilità rispetto agli anni precedenti, riflettendo una fase di transizione in cui nuovi flussi di domanda e tagli strutturali all’offerta si scontrano con shock economici esterni. L’EU ETS continua a essere sostenuto da diversi fattori chiave di lungo termine. In primo luogo, la Accelerated ETS Cap Reduction nell'ambito delle riforme “Fit for 55” garantisce una continua riduzione del tetto, riducendo in modo sostanziale l’offerta. In secondo luogo, il 2025 segna il primo anno in cui il settore marittimo dovrà restituire le quote per le emissioni del 2024, ampliando la platea dei soggetti che dovranno rispondere agli obblighi di compliance. Infine, la fase di transizione del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) si conclude alla fine dell’anno. Le industrie prevedono il graduale abbandono delle quote gratuite a partire dal 2026, il che costringerà ad acquistare strategicamente in anticipo o a trattenere le quote in eccesso.
Nonostante queste spinte rialziste, però, il mercato ha dovuto affrontare diversi ostacoli, reagendo ai segnali del mercato energetico e agli shock commerciali esterni. Il primo trimestre del 2025 ha registrato un forte aumento del prezzo dell'EU ETS, trainato da un’impennata delle quotazioni del gas europeo, dopo la fine dell’accordo sul transito del gas tra Russia e Ucraina. Anche gli acquisti speculativi in vista della compliance del settore marittimo hanno contribuito al rialzo. Successivamente, la correlazione tra gas e carbonio si è ridotta, in ragione soprattutto della guerra tariffaria scatenata da Trump. Il 2 aprile, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha annunciato le tariffe del Liberation Day, il contratto benchmark EUA è sceso al minimo degli ultimi cinque mesi, attestandosi a circa 65 (€/ton). Per la maggior parte del secondo trimestre, il contesto ribassista che ha caratterizzato i mercati e i timori di una guerra commerciale globale, che avrebbe portato a un potenziale rallentamento economico e a una diminuzione dell’attività industriale in Europa, hanno esercitato una pressione al ribasso sui prezzi EUA. Dopo i mesi estivi, quando la narrazione mediatica sulla guerra commerciale ha iniziato a placarsi, il mercato ha trovato un punto di stabilità e ha registrato un leggero rialzo, sostenuto dagli acquisti di permessi in vista della scadenza annuale di settembre. Un ulteriore sostegno è venuto dalla leggera ripresa della produzione industriale, guidata dal calo dei prezzi del gas.
Inoltre, i fondi speculativi hanno iniziato ad accumulare posizioni lunghe in previsione della carenza strutturale dell’offerta prevista per il 2026. Nel mese di ottobre, il prezzo dell’EU ETS ha registrato una sostanziale ripresa, tornando sopra la soglia degli 80 (€/ton), grazie al sostegno dei prezzi a termine. I fondi di investimento hanno continuato ad accumulare posizioni lunghe nel corso del mese di ottobre, raggiungendo il livello record di 125,11 Mt al 31 ottobre. Le posizioni lunghe nette hanno raggiunto il livello record di 96,53 Mt alla fine del mese, poiché le posizioni lunghe si sono dimostrate stabili e i fondi hanno continuato ad accumularle in vista del dimezzamento dell'offerta all'asta nel mese di dicembre. Da un lato, le ingenti posizioni lunghe nette dei fondi indicano che il prezzo dell’EU ETS rimarrà ben sostenuto per tutto il mese di novembre. Un ulteriore sostegno proverrà poi da previsioni meteo che indicano un inasprimento delle temperature e una riduzione della ventosità nell’Europa occidentale che supporteranno la generazione elettrica da fossili e conseguentemente la domanda di EUA. D’altro canto, nella seconda metà di dicembre è prevista una certa liquidazione delle posizioni lunghe nette, a causa delle prese di profitto di fine anno. Pertanto, il restante mese e mezzo del 2025 vedrà probabilmente una continua volatilità nel mercato del carbonio dell’UE. Gli eventi chiave da tenere d’occhio sono i cambiamenti nelle posizioni EUA dei fondi, la scadenza delle opzioni EUA e dei contratti futures di dicembre 2025 e la pausa nell’offerta delle aste a partire da metà dicembre. Tuttavia, la tightness sosterrà l’aumento del prezzo dell’EU ETS fino a raggiungere un intervallo compreso tra 80 e 90 (€/ton) nel 2026.
Il 2026 sarà un anno ricco di eventi importanti per i mercati del carbonio. Dal punto di vista politico, il focus sarà sulla revisione dell’EU ETS e della Market Stability Reserve, con varie proposte che andranno presentate nell’autunno 2026. Anche il CBAM entrerà nella fase definitiva. Allo stesso tempo, le preoccupazioni relative all’accessibilità economica e alla competitività industriale hanno innegabilmente influito sulla velocità di attuazione della politica climatica dell’UE. In particolare, il 5 novembre è stato raggiunto un compromesso fondamentale. Sebbene i ministri dell’ambiente dell’UE abbiano concordato un obiettivo giuridicamente vincolante per il 2040 ovvero la riduzione delle emissioni nette di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990, l’accordo include una concessione significativa: il rinvio di un anno (al 2028) del nuovo EU ETS 2 per il trasporto stradale e gli edifici. Questo rinvio segnala la volontà di dare priorità al consenso politico e di gestire gli impatti sul costo della vita, pur mantenendo la traiettoria di una decarbonizzazione a lungo termine.
La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui



















