Per ristabilire l'equilibrio in un'epoca di marcate disuguaglianze ecologiche, sociali e finanziarie, è fondamentale ripensare il legame tra economia e ambiente. La finanza sostenibile si è ora affermata come un settore in espansione, ma è stata storicamente caratterizzata da metodologie di investimento eterogenee e prive di criteri comuni e condivisi. L'Unione Europea ha quindi avviato un processo vòlto all'armonizzazione e alla definizione operativa della sostenibilità nel contesto finanziario.
Questo impegno ha preso forma con il "Piano d'Azione per la finanza sostenibile" del 2018, un documento programmatico per costruire un sistema finanziario capace di promuovere uno sviluppo sostenibile, in linea con l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Nel 2021, è stata poi pubblicata la "Strategia per finanziare la transizione verso un'economia sostenibile", che ha rafforzato il Green Deal Europeo (2019) con proposte mirate a guidare le politiche UE verso la neutralità climatica entro il 2050.
L'obiettivo primario di queste iniziative è reindirizzare i flussi di capitale privato verso progetti e attività realmente sostenibili. Le stime della Commissione Europea evidenziano un fabbisogno annuale aggiuntivo di circa 520 miliardi di euro nel decennio 2021-2030 per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Di questi, ben 390 miliardi di euro sono necessari per la decarbonizzazione. È evidente che le sole risorse pubbliche, inclusi i fondi del PNRR in Italia, non saranno sufficienti. È quindi necessario convogliare i capitali privati verso investimenti che generino valore tanto per l'investitore quanto per la società, integrando l'analisi finanziaria con quella ambientale e sociale. La finanza sostenibile non è più un'opzione, ma una necessità sistemica.
In questo scenario cruciale si inseriscono le linee guida ISPRA “La sfida ambientale per la finanza sostenibile: metodologie, informazioni e indicatori Ambientali”. Questo documento tecnico ambisce a dare concretezza all'ambizione europea di orientare i capitali verso attività compatibili con i limiti del pianeta. La novità risiede nella sua natura innovativa: non si limita a proporre standard normativi vincolanti, ma intende rappresentare un "ponte" operativo tra le esigenze di trasparenza del sistema finanziario e la necessità di rigore scientifico nella generazione dell'informazione ambientale.
Il documento nasce con l'obiettivo di offrire un supporto tecnico e scientifico alle imprese e agli investitori nel complesso processo di rendicontazione della sostenibilità ambientale, in linea con le nuove normative europee sulla Finanza Sostenibile. Le regolamentazioni introdotte, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), sono complesse e richiedono un'analisi approfondita della doppia materialità: da un lato, gli impatti delle attività aziendali sulla sostenibilità e, dall'altro, come i rischi legati alla sostenibilità influenzano le imprese e le decisioni degli investitori. Per questo motivo è fondamentale disporre di strumenti e supporto tecnico adeguati a comprendere e applicare correttamente i nuovi standard, facilitando così l'attuazione delle normative.
Le linee guida di ISPRA si propongono come uno strumento semplice e utile per tutti i soggetti coinvolti – imprese, investitori e Autorità di vigilanza – aiutandoli a gestire gli adempimenti previsti dalla legislazione europea in modo più chiaro e immediato. Se da un lato, accompagna imprese e investitori nel percorso di apprendimento su come impostare correttamente la rendicontazione di sostenibilità, dall'altro, si concentra anche sull'evidenziare le informazioni più rilevanti per i mercati finanziari e gli intermediari bancari. Questo favorisce decisioni di investimento più consapevoli, basate su un'informazione pubblica completa e affidabile.
Il cuore della questione è prima di tutto conoscitivo, ancor prima che tecnico. Serve ricostruire una fiducia oggi minata da fenomeni come il greenwashing, ovvero l'uso strumentale e manipolatorio di etichette ESG senza un reale impegno per la sostenibilità. La linea guida ISPRA risponde con chiarezza metodologica: offre indicazioni operative su come trattare i dati, quali indicatori ambientali utilizzare e come integrarli nei processi di rendicontazione previsti dai nuovi regolamenti europei, dal Regolamento Tassonomia alla CSRD.
Non è un caso che questo lavoro provenga da ISPRA, un Istituto che per mandato istituzionale è titolare dei dati ambientali ufficiali. In un contesto caratterizzato da una crescente domanda di informazione ambientale attendibile, il ruolo di un soggetto pubblico terzo assume un valore cruciale: non solo garante della qualità del dato, ma anche facilitatore del dialogo tra soggetti economici e sistema normativo.
L'impianto europeo della finanza sostenibile è ambizioso e richiede la misurazione dell'allineamento delle attività economiche a sei macro-obiettivi ambientali, tra cui la decarbonizzazione, la tutela della biodiversità e l'economia circolare. Ma per misurare servono dati: dati accessibili, strutturati, aggiornati. È su questo punto che la linea guida ISPRA interviene per colmare un vuoto. Non basta l'elenco degli indicatori; serve un processo di accompagnamento alla lettura, alla selezione e alla valutazione del dato. Serve una grammatica comune.
La sfida è culturale: si tratta di superare l'approccio "command and control" basato sul mero rispetto normativo, per evolvere verso un paradigma di corresponsabilità. La sostenibilità non è solo un vincolo da rispettare, ma un'opportunità di innovazione e di rigenerazione del rapporto tra impresa e territorio. ISPRA, in questa prospettiva, non si propone come arbitro, ma come alleato nel costruire consapevolezza e capacità.
Nel disegno europeo, l'equilibrio tra ambiente e finanza passa anche da una nuova centralità della rendicontazione e le linee guida ISPRA si candidano a essere un tassello fondamentale di questa visione. Non pretende di risolvere ogni problema, ma indica una via. E in un tempo di crisi climatica ed ecologica in cui l'urgenza diventa metodo, avere una via è già molto.