Quest’anno, in occasione di OMC 2025, Assorisorse ha realizzato un evento dedicato all’energia nelle parole. Parole, che nel contesto energetico e geopolitico nel quale tutta la filiera si muove, vanno considerate non soltanto in quanto tali, ma anche nel loro insieme come variabili di un sistema complesso che afferisce al mondo dell'energia e delle imprese e della società. Per alcune di queste parole chiave, - Sistema, Stakeholder, Sinergie-Governance- il nostro Direttore Lisa Orlandi ha chiesto un commento a Cosimo Imperiale, Direttore Generale di Assorisorse e Modestino Colarusso, Direttore Generale di Confindustria Energia.

Partiamo delle prime tre parole: Sistema, Stakeholder, Sinergie. Si tratta di un gruppo di parole strettamente correlate l’una all’altra e meritevoli di una riflessione. Quale è il vostro punto di vista?

Cosimo Imperiale:I giorni di OMC rappresentano la sintesi delle tre parole suggeriteci: Sistema, Stakeholder e Sinergia. Questo evento, infatti, rappresenta l'intenzione di avere un approccio sistemico, e sinergico ai temi della transizione energetica e dello sviluppo dell'energia. Noi come Assorisorse siamo un’Associazione confindustriale che opera in questo settore da più di 100 anni. Alcuni numeri importanti: circa 90 associati riuniti in 4 settori ricchi di competenza, in cui sono rappresentate più di 200 classi merceologiche. Un posto dove la sintesi di sistema, di collaborazione e di sinergia possono trovare un valido centro di competenza per accompagnare il Paese nella transizione energetica. Valorizzare questo insieme di competenze in modo sinergico è un dovere nostro e dei nostri Associati. E fare sistema non è in antitesi con la competitività ma è al servizio dello sviluppo, del progresso tecnologico e delle comunità.

E anche in questa ottica si inquadrano i rapporti confindustriali e con Confindustria Energia si cerca di trovare il modo di ottimizzare e fare sistema e sinergia. Si sviluppano progetti, creando e condividendo una vision sulla transizione energetica, che sia sostenibile, di medio e lungo termine. Il sistema e la sinergia fanno il risultato, non le singole azioni. Parlando poi di stakeholder, serve guardare non solo alle imprese, ma anche alle comunità locali, ai sistemi nazionali, all’Europa. Si tratta di dimensioni che non possono che essere viste in modo integrato. Perché tutti i contributi che siano in termini di tecnologia, di sviluppo industriale di collettività contribuiscono in modo organico ai proficui percorsi evolutivi.

Infine, anche nella vita quotidiana tutti noi dovremmo ispirarci alla massima integrazione di queste tre parole. Non possiamo sprecare risorse, non possiamo sprecare energia, non possiamo sprecare valore economico ma piuttosto trarne il massimo dei risultati.

Modestino Colarusso:  Prima di fare una riflessione su queste tre parole importanti per la transizione energetica, mi piacerebbe iniziare a parlare di “quale” transizione energetica consideriamo. La transizione energetica è una transizione complessa, che ci vede coinvolti tutti: come cittadini, come imprese, istituzioni, mondo accademico, mondo della ricerca e parti sociali. Quindi, è chiaro che la transizione deve essere “sistema”. Ma quale transizione? Lo dice il termine stesso, essa collega un punto di partenza con un punto di arrivo, ma spesso ci si dimentica del suo orizzonte temporale, concentrandosi più sulla portata degli obiettivi che sappiamo in Europa essere sempre più sfidanti: raggiungere un 55% di decarbonizzazione al 2030 e la neutralità climatica al 2050.

Per raggiungere e traguardare questi obiettivi bisogna congiungere questi due punti, arrivo e partenza. Se si congiungono in modo lineare, la transizione diventa facile, ma molto irrealistica. Pertanto per percorrere una transizione realistica bisogna traguardare il punto di arrivo tenendo conto non solo dei target e degli obiettivi di decarbonizzazione (che essendo molto sfidanti determinano un po' la pendenza di questa linea) ma anche delle difficoltà a percorrere questa traiettoria. Serve fare un percorso diverso, o piccoli passi che man mano si avvicinano all'obiettivo, o anche percorsi che purtroppo non sempre possono essere così lineari.

Per questo motivo alle parole chiave Sistema, Stakeholder, Sinergie, bisogna aggiungerne altre due che qualificano la transizione che vediamo davanti: Sostenibilità e Sicurezza. Dobbiamo traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione, ma farlo con una sostenibilità che sia non solo ambientale, ma anche economica e sociale, senza trascurare la sicurezza energetica. Guarda caso, si tratta di parole che iniziano per S: una lettera che descrive un percorso che non è lineare, ma necessario.

Per fare tutto questo, serve, però, fare sistema, avere un approccio olistico dove la neutralità tecnologica deve creare le opportunità concrete di inclusività e di complementarità per cogliere il contributo di tutte le soluzioni che possono concorrere alla decarbonizzazione e dove sostenibilità significa che nessuno deve rimanere indietro. In questo complesso processo devono entrare in gioco tutte le componenti che possono concorrere a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità in modo più realistico. Bisogna tenere conto delle parti sociali, dei cittadini, del coinvolgimento delle comunità locali per l'accettabilità delle infrastrutture necessarie a raggiungere gli obiettivi, ma ci vuole anche una forte sinergia tra istituzioni, sia centrali che periferiche, e di un quadro normativo e regolatorio che sia stabile, non troppo complesso e non troppo rigido. Bisogna guardare all'efficacia dei processi autorizzativi, perché per traguardare gli obiettivi abbiamo bisogno di investimenti rilevanti. Confindustria Energia stima che solo il settore energetico metterà in campo investimenti,  prevalentemente di natura privata, per oltre 200 miliardi al 2030.  

Bisogna poi saper comunicare quelli che saranno i benefici non soltanto nel lungo termine, ma anche a breve termine e compensare quelli che possono essere i disagi o gli impatti di alcune trasformazioni sul territorio. Ovviamente deve essere considerata l'accessibilità e i costi in termini di sostegno a economia, competitività per le imprese, salvaguardia delle filiere di produzione nazionale, evitando il rischio di delocalizzazione di attività produttive fuori dal nostro territorio e garantendo accessibilità ai nostri consumatori e ai cittadini per bollette più sostenibili.

Per questo, effettivamente bisogna curare tutte le S, traguardando il valore della sostenibilità e della sicurezza, per avere una transizione che sia sì di decarbonizzazione, ma che non trascuri la competitività del sistema industriale e che lo faccia creando più lavoro e più valore per il nostro Paese.

Il pragmatismo e la concretezza devono quindi guidare questo percorso articolato e irrinunciabile, ma, che al tempo stesso, ha dei costi e dei vantaggi. Si tratta quindi di un sistema complesso, come avete sottolineato, per cui è necessaria una regia. Da qui l’altra parola chiave su cui riflettere: governance.

Cosimo Imperiale: Parlando di governance, noi operiamo in un settore strategico, sia a livello nazionale che internazionale, che è quello dell'energia: un comparto che ha le proprie criticità da un punto di vista operativo e di sistema, gestite grazie a un sistema di un governance che funge da salvaguardia all’impresa, che  rende solido il proprio processo di evoluzione industriale nel medio e lungo termine, ove le variabili relative  agli scenari tecnologici e gli scenari di business, le varianze del sistema normativo  sono sempre più articolate e complesse. Contare su un solido sistema di governance consente all’impresa, da un punto di vista strategico, di operare in sicurezza intercettando i rischi e le modalità più opportune per gestirli.

I sistemi di governance non sono solo all’interno delle aziende ma è necessario ai fini dello sviluppo sostenibile l’integrazione con le istituzioni per far sì che il complesso sistema di norme, che per quanto ci riguarda parte dall’Europa, per poi essere tradotto a livello nazionale, poi regionale e locale, sia di aiuto alla nostra industria e ne favorisca la competitività anche a livello internazionale.

Alla governance interna alle imprese, poi, si affianca il sistema di governance delle istituzioni europee, nazionali, locali, che in qualche modo guida l’evoluzione della nostra impresa. Qui importante è l'evoluzione normativa a livello europeo, molto più avanti sui temi della decarbonizzazione rispetto al resto del mondo.

Modestino Colarusso: Per troppo tempo le scelte sulle politiche energetiche europee sono state concentrate solo su alcuni aspetti, come la sola sostenibilità ambientale, spesso fissando i target da raggiungere ed anche la soluzione, sottovalutando la complessità del percorso di transizione energetica, dando per scontato la garanzia di poter disporre di risorse energetiche in abbondanza e a prezzi competitivi, anche senza investimenti a supporto, in una logica più di esclusività che di complementarità e sinergia delle diverse soluzioni. Risultato?  Perdite di competitività di importanti imprese energivore che hanno ridotto la produzione del 12% in 2 anni e crisi dell’automotive, considerato fino a qualche anno fa un settore di eccellenza e trainante dell’economia. L’auspicio è che la nuova legislatura europea oltre a semplificare il quadro normativo, riveda alcune delle decisioni assunte nell’ambito del Green Deal riconoscendo in modo sostanziale il principio di neutralità tecnologica, senza imporre un’unica soluzione, lasciando spazio a tutte le opzioni, in linea con il principio per cui la decarbonizzazione deve essere flessibile e basata sui risultati (taglio delle emissioni piuttosto che su prescrizioni rigide). In questa direzione, tra i primi provvedimenti recentemente varati dalla Commissione Ursula von der Leyen, per rilanciare l’economia Europea nella legislatura 2024-2029, abbiamo la bussola della competitività e il pacchetto semplificazioni Omnibus ed il Clean Industrial Deal veri e propri piani di azione per rafforzare la competitività dell’economia europea, in risposta alle sfide globali (concorrenza con USA e Cina, transizione verde e digitale).

Sempre in una logica di governance e guardando un po' all'efficacia dei processi autorizzativi, è necessario superare le attuali frammentazioni e rigidità del quadro normativo e puntare ad una maggiore capacità di coordinamento fra istituzioni centrali e istituzioni periferiche. Basti pensare alla problematica delle aree idonee, al testo unico sulle rinnovabili. Oggi in Italia per realizzare un impianto rinnovabile ci vogliono il triplo, il quadruplo dei tempi rispetto ad altri paesi europei; per sbloccare un campo di coltivazione già in essere, - un progetto esclusivamente di integrazione,- sono previsti, sommando solo i tempi minimi, almeno quattro anni per ottenere le autorizzazioni, che poi diventano di fatto dieci. Dei tempi insostenibili per stimolare l’interesse dei nostri investitori e di quelli esteri.

Per questo sia la governance europea che quella nazionale devono adottare un approccio più responsabile e realistico, in grado di coniugare la neutralità tecnologica con la neutralità sociale, dove l'ambiente e l'industria possono viaggiare insieme. Un concetto racchiuso anche nello slogan di Confindustria Energia: “la nostra energia oggi per l'energia di tutti domani”. La nostra energia oggi è realizzata facendo sinergia con tutti gli stakeholder e facendo sistema per guardare a un'energia di domani che sia veramente sostenibile, accessibile e sicura per tutti.