L’incertezza e la crescente volatilità dello scenario internazionale rendono sempre più incisivo il ruolo delle infrastrutture tecnologiche per la gestione dei dati. Non solo i data center rappresentano un asset cruciale per rinforzare l’autonomia strategica dell’Unione Europea e la sua competitività, ma sovranità digitale e sicurezza dei dati diventano una priorità geopolitica. Chi gestisce i dati ha il potere di prendere decisioni informate e può preparare delle strategie e delle tattiche moderne ed efficaci. Ciò senza dimenticare il peso crescente dell’Intelligenza Artificiale (IA), un vero “booster” dalle infinite potenzialità per l’industria, che si “nutre” principalmente di dati. Tuttavia, visto il consumo di suolo e di energia elettrica, ma anche di notevoli quantitativi di acqua per il raffreddamento dei server, sarà necessario conciliare le esigenze delle fabbriche dati di nuova generazione con la salvaguardia dell’ambiente.
Oggi l'Italia è un mercato di interesse strategico per gli operatori internazionali, sia grazie alla sua posizione geografica che la rende un punto focale per la connettività tra Europa, Medio Oriente e Africa, che ai progetti di interconnessione sottomarina (Es. Blue-Raman, Medusa, IONINA). Infine, il Belpaese continua ad attrarre investitori anche grazie ai programmi pubblici di incentivo alla digitalizzazione (PNRR, PA digitale). Secondo l’Osservatorio “Datacentury; le infrastrutture protagoniste del futuro” – a cura della POLIMI School of Management e Osservatori.Net - nel 2024 il nostro Paese ha confermato la crescita del settore data center raggiungendo 1,2 GW di capacità IT in pipeline ed un ecosistema infrastrutturale sempre più maturo, sostenibile e interconnesso. E ancora: secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, fra il 2023 e il 2026, il settore dei data center genererà 15,1 miliardi di euro di investimenti complessivi diretti e indiretti.
Il numero complessivo dei data center di media-grande scala (≥50 kW) è stimato in circa 150 impianti, suddivisi tra 90 commerciali (hyperscale e colocation) e 60 privati (entrerprise e pubblica amministrazione). Il Nord Italia – in particolare la Lombardia – rappresenta il baricentro del settore, con Milano come snodo digitale di rilievo europeo. I data center commerciali sono il motore principale della crescita, rappresentando circa il 95% degli investimenti in nuove infrastrutture, trainati dalla domanda di cloud, AI, big data ed edge computing.
Al contrario, il comparto entrerprise privato è in fase di razionalizzazione, con una tendenza alla riduzione della potenza IT installata (-3% annuo) e un progressivo spostamento verso modelli ibridi. A livello europeo, la regione EMEA registra oltre 1,7 GW in costruzione e 3 GW in fase di pianificazione, con investimenti stimati in oltre 35 miliardi di euro entro il 2025.
Quanto all’energia necessaria per alimentare i data center, in Italia circa il 30% di quelli commerciali risulta alimentato da fonti rinnovabili o con contratti PPA attivi. Ma non solo: cresce anche il numero degli operatori con certificazioni ISO 50001, LEED Gold o equivalenti. Un trend sempre più deciso, quello verso la sostenibilità, che trova conferma anche in Europa: secondo il Climate Neutral Data Centre Pact, il 60% dei data center hyperscale dell’UE sarà carbon neutral entro il 2025, mentre le fabbriche di dati di Paesi come Svezia, Danimarca e Norvegia sono già oggi alimentate da fonti di energia 100% rinnovabili.
Oggi la produzione e l'utilizzo di energia rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE, che mira a raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050. Tuttavia, lo sviluppo inarrestabile dell’intelligenza artificiale e dell’High Performance Computing è alla base di un’economia sempre più energivora. In questo contesto caratterizzato da una crescente fame di energia, la ricerca tecnologica su fusione e fissione nucleare promossa dal nostro Governo e lo sviluppo dello studio di mini-reattori potranno dare un nuovo impulso alla decarbonizzazione? L’ultimo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) dimostra la convenienza energetica ed economica derivante da una quota di energia di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle altre fonti rinnovabili, che potrebbe portare a circa 8 GW di potenza installata al 2050 (11% della produzione nazionale). Il mix energetico ideale dovrebbe rapidamente integrare una produzione da fonti rinnovabili e pulite superiore al 50% del fabbisogno nazionale, rispetto all'attuale 30%, in linea con gli obiettivi del Green Deal. L'energia da fusione, come fonte pulita, può dare un contributo significativo insieme alle rinnovabili per raggiungere tali obiettivi. In particolare, il nucleare può facilitare il raggiungimento dell'obiettivo del Green Deal di oltre il 50% di energia pulita.
In visione prospettica, secondo le proiezioni elaborate da Grezya e IDA 2025, l’Italia si avvia verso una fase di ipercrescita nella capacità IT installata, destinata a colmare il divario storico con i principali mercati europei. I data center nel nostro Paese sono, infatti, in forte sviluppo, con un CAGR del 35% entro il 2028 - superiore a Spagna (20%), Francia (16%) e Germania (14%) – ed un’ulteriore accelerazione impressa dall’adozione dell’IA, che porterebbe il mercato nazionale ad una potenza IT installata complessiva pari a circa 603 MW, suddivisa fra: 316 MW nei Data Center commerciali e 287 MW nei DC privati. Entro il 2050, infine, la domanda complessiva potrebbe superare i 12.600 MW, dei quali 12.461 MW dei DC commerciali e 143 MW nei DC privati.
In merito agli aspetti normativi, infine, è fondamentale fare riferimento al testo di legge unificato che sintetizza le proposte dei deputati di diverso colore politico ovvero Pastorella, Centemero, Amich, Ascani e Iaria, dal titolo: “Delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati”. Il provvedimento è attualmente all’esame della IX^ Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e mira a creare un quadro normativo chiaro, favorendo investimenti e sviluppo tecnologico essenziali per la competitività del nostro Paese.