Trentotto liste hanno presentato la loro candidatura per le elezioni europee del 9 giugno in Francia, tre in più rispetto al 2019, secondo un decreto del Ministero dell'Interno pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale. Sintetizziamo qui il programma, non esaustivo, delle liste che ottengono più del 10% delle intenzioni di voto nell'ultimo sondaggio OpinionWay per CNews, Europe 1 e il Journal du Dimanche, pubblicato il 17 maggio. Includiamo, inoltre, il partito degli Ecologisti, per illustrare la misura della “distanza” tra i partiti principali e quello che, in teoria, dovrebbe essere il più ambizioso in termini di obiettivi climatici.

Rassemblement National di Jordan Bardella, in testa nei sondaggi con il 31% delle intenzioni di voto, difende una forma di nazionalismo energetico. La lista promuove un'ecologia ragionevole, contraria all'ecologia punitiva del "Patto Verde", e intende abrogare alcune norme europee come il divieto di vendita delle auto a motore termico nel 2035, il rinnovo della patente di guida ogni 15 anni e la moltiplicazione delle zone a basse emissioni (ZFE - norma Euro 7).  La misura faro  riguarda però la gestione del settore elettrico. Rassemblement National preconizza "la fine delle regole del mercato europeo dell'energia". Si tratta di "ritrovare un prezzo dell'elettricità competitivo, poiché vicino ai costi di produzione sul suolo nazionale". Il RN intende "rendere nuovamente la Francia un paradiso energetico", rifiutando lo sviluppo delle energie cosiddette "intermittenti" (eolico) e la liberalizzazione delle concessioni delle dighe idroelettriche "imposta dall'Europa". Propone l'investimento nelle "tecnologie del futuro" come il nucleare di nuova generazione, l'idrogeno e la geotermia, energie considerate dal RAC come "marginali" o "scommesse tecnologiche il cui dispiegamento è troppo lungo per raggiungere i nostri obiettivi". Il RN desidera anche "allentare gli obblighi europei di ristrutturazione energetica degli edifici.”

Segue, con 16% delle intenzioni di voto, il partito dei macronisti. La leader della lista, Valérie Hayer, promuove "l'uscita dalle energie fossili prima del 2050 grazie al nucleare e alle energie rinnovabili”. Madame Hayer promette di abolire il gas russo entro il 2025. Il mezzo migliore per arrivarci, secondo lei, è l’investimento pubblico massivo nel settore nucleare, con una Alleanza Europea. Oltre al Patto Verde, la lista dei macronisti prevede un fondo che mobiliterà 1.000 miliardi di euro di investimenti per affrontare gli shock ecologici, tecnologici e di sicurezza. I fondi pubblici saranno sostenuti principalmente da un prestito comune a lungo termine, rimborsato attraverso nuove risorse. Ad esempio, entro cinque anni, si punterà alla costruzione dei primi piccoli reattori nucleari europei. Valérie Hayer propone di estendere il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, per includervi l’automotive. Inoltre, la lista propone anche l’obiettivo di dimezzare l'uso dei pesticidi entro il 2030 e di rafforzare la politica europea sul benessere degli animali.

La lista PS-Place Publique, guidata da Raphaël Glucksmann (14% dei voti), ha posto "l’emergere della potenza ecologica europea" al centro del suo progetto e intende avviare una "pianificazione ecologica" a livello europeo. Anche il suo programma è approvato dal RAC, ad eccezione di una piccola mancanza, ovvero l'assenza di divieto dei biocarburanti prodotti da colture su terreni agricoli e di un’ambizione ritenuta troppo debole sulle energie rinnovabili. La lista propone di  ridurre i sussidi dannosi per il clima e la biodiversità, come le sovvenzioni alle energie fossili e di eliminare gradualmente il carbone (2030), il gas fossile (2035) e il petrolio (2045), attraverso politiche pubbliche e investimenti volti alla riduzione dei consumi, all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, mantenendo una parte di nucleare come energia di transizione. PS-Place publique promette anche di "mettere fine alle case colabrodo", ristrutturare tutte le scuole europee entro il 2030, "uscire dalla società del 'tutto usa e getta'" e "fare l'Europa del treno" (linee locali, RER metropolitani, treni intercity, treni notturni e biglietto clima per accedere a tutti i trasporti pubblici, introduzione di una tassa sul cherosene e riduzione dei pedaggi ferroviari per i treni notturni). Si tratta anche di "lanciare l'Europa dell'acqua", pianificando e distribuendo gli usi e opponendosi alle megabacini, "che sono un esempio di accaparramento delle risorse". PS-Place publique intende, inoltre, "fare dell'impatto sulla biodiversità e sul vivente un criterio essenziale di validazione delle politiche pubbliche", proteggere gli oceani e i mari attraverso un "Patto blu", riabilitare gli ambienti naturali degradati, "in particolare le zone umide, le foreste e le mangrovie", e "proteggere la salute degli europei eliminando i prodotti chimici pericolosi, vietando l'uso dei pesticidi più dannosi - compreso il glifosato - e garantendo l'efficacia del divieto dei neonicotinoidi che uccidono le api", sostenendo al contempo gli agricoltori nella loro transizione agroecologica.

Il programma della lista degli ecologisti, guidata da Marie Toussaint (6% delle intenzioni di voti), mira a creare uno "Stato sociale ecologico europeo", che sarebbe un "modello di protezione sociale e ambientale basato sulla solidarietà". Tra le misure urgenti identificate, ci sarebbe l'adozione di un "trattato ambientale per fare della protezione della natura la norma delle norme", il finanziamento di un fondo di sovranità ecologica per riprendere il controllo delle aziende del petrolio e del gas, la riduzione dell'IVA sui prodotti "verdi", fabbricati in Europa e salutari, e l'attuazione della transizione ecologica della pesca e dell'agricoltura. Il programma include anche l'uscita dalla "società della plastica e dei prodotti chimici (Pfas...)", oltre che dai pesticidi, dal cibo spazzatura e dai trattati di libero scambio. Viene proposta un'accelerazione degli investimenti nelle energie rinnovabili, con l'obiettivo di raggiungere il 100% di rinnovabili entro il 2040, tramite la ripresa del controllo sulle aziende fossili europee e la reindirizzazione dei loro investimenti verso le energie del futuro. Tutto ciò sarà accompagnato da misure per ridurre il consumo di energia. Gli Ecologisti intendono inoltre "garantire la giusta distribuzione delle risorse idriche" e creare "l'Europa del treno quotidiano" attraverso un "ticket-clima" che garantisca un prezzo accessibile e un massiccio investimento nel settore ferroviario. Tutto ciò sarebbe finanziato mediante ingenti investimenti pubblici e tasse applicando il principio del "chi inquina paga", la tassazione degli extraprofitti o l'eliminazione delle agevolazioni fiscali su kerosene e trasporto marittimo.

Insomma, più si va a sinistra, più la dimensione ambientale è importante, legata anche alle questioni sociali. La destra si appropria di questi concetti per far rivivere la demagogia nazionale, e i Macronisti sono alla ricerca di un equilibrio difficile.

E per finire, se vi piace il francese, consiglio di consultare il sito web “Vakita”, vi troverete le domande di Hugo Clément, giornalista impegnato nelle questioni di ecologia, a tutti i candidati. Costo del nucleare, degradazione della biodiversità, emissioni di CO2 in Europa, pesticidi…la classe è impreparata. Speriamo che chi passerà l’esame di domenica decida di fare dei corsi intensivi sulle nozioni fondamentali della transizione energetica e ecologica, con la sana intenzione di difenderli nel prossimo mandato al Parlamento Europeo.