Poor Things (Povere Creature), film che ha premiato Emma Stone con l’Oscar come miglior attrice, racconta una storia ambientata nella Londra Vittoriana, periodo oggetto anche dei racconti di Dickens. Le due città, Canto di Natale, Le avventure di Oliver Twist e l’intera produzione dickensiana ha come oggetto lo scarto tra la povertà e la società borghese. La povertà descritta è una povertà assoluta, dove interi strati della popolazione vivevano in condizioni che oggi consideriamo inaccettabili o disumane, almeno in Occidente. Il XX secolo, a partire dal Dopoguerra ha favorito l’espansione economica e demografica e la povertà assoluta è una condizione che persiste ma in percentuale minore rispetto al passato. Di contro sono aumentate le povertà relative, ovvero quelle povertà riferite a uno specifico fabbisogno come la povertà sociale, la povertà educativa e la povertà energetica. 

La povertà energetica, come concetto, nasce (anche lei) nell’Inghilterra post governi di ferro di Margaret Thatcher e delle politiche di forte liberalizzazione, in particolare delle miniere (molta filmografia inglese tratta gli anni ’80 a partire dal cinema di denuncia di Ken Loach), grazie all’intuizione di Brenda Boardmann che la definisce  la condizione nella quale una famiglia spende più del 10% del proprio reddito in bollette energetica (gas, luce).  A partire dal secondo decennio del XXI secolo anche il resto dell’Europa, Italia inclusa, e le istituzioni europee si sono accorte del problema legato all’impatto dei costi dell’energia sulle famiglie, condizione acuita dal contesto macroeconomico post-pandemico e dall’invasione Russa dell’Ucraina. Il prezzo dell’energia, in particolare del gas, a partire dal 24 febbraio del 2022 ha subito una notevole volatilità con il conseguente aumento dei prezzi e tariffe per gli utenti finali, in particolare, le famiglie. 

La povertà energetica è una condizione determinata dalla concomitanza di tre variabili: (a) il reddito delle famiglie, (b) il prezzo dell’energia e il costo delle bollette e (c) le caratteristiche delle abitazioni.

Il reddito delle famiglie dipende dalle condizioni economiche e lavorative del paese e dal contesto territoriale e risente, per l’Italia, del divario Nord-Sud. Il prezzo dell’energia, ovvero le tariffe, dipende dalle dinamiche di mercato e/o dalle politiche e bonus pensate per le famiglie in difficoltà. Il costo delle bollette dipende dall’uso degli impianti tecnici, riscaldamento, climatizzazione estiva, cucina e corrente elettrica. L’accensione o spegnimento dell’impianto di riscaldamento, ad esempio, determina la quantità di energia consumata e, quindi, il relativo costo. Al fine di ridurre i costi, in genere, la famiglia decide di spegnere l’impianto, adottare soluzioni alternative per riscaldarsi (borse dell’acqua calda, coperte, stufette a legna, etc.), con il rischio in alcuni casi, come la cronaca di questi giorni ci ricorda, di gravi incidenti che posso anche comportare la perdita di vite umane.

In maniera simmetrica, durante l’estate, si può verificare la stessa condizione: per risparmiare sulla bolletta elettrica la famiglia decide di non accendere l’impianto di climatizzazione estiva (es. split system), sempre ammesso che ne sia dotata. Ridurre il costo non utilizzando gli impianti comporta  ricadute sulla salute delle persone che vivono in ambienti freddi d’inverno (o freddi e umidi) e ambienti caldi d’estate. Si sottolinea quest’ultimo aspetto: il problema del surriscaldamento delle abitazioni durante l’estate è la sfida del prossimo decennio. La cooling poverty (difficoltà a raffrescare le abitazioni) ha un effetto diretto sulla salute di un’ampia categorie di persone che possono soffrire delle estati calde e delle ondate di calore. La letteratura medica riporta che dormire in ambienti con temperature superiori ai 28°C può portare a danni al sistema cardiocircolatorio e metabolico, con ricadute per la popolazione anziana, diabetica, con problemi di pressione arteriosa o al sistema cardiocircolatorio. Lo studio di Nature sulla mortalità legata alle estati caldi e alle ondate di calore riporta che nel 2022, in Europa, sono morte circa 70.000 persone.

La povertà energetica e la cooling poverty ha ricadute economiche, in termini di qualità della vita delle famiglie, sulla salute delle persone e sul Sistema Sanitario Nazionale.

L’Italia già adotta misure per aiutare le famiglie in condizioni di povertà energetica grazie ai vari bonus energia di ARERA, integrazione al reddito, e il SSN insieme alle Agenzie Regionali per l’Ambiente, la Protezione Civile e altri soggetti (CRI; CARITAS; etc.) sono attive nell’aiutare chi è in difficoltà.

Il contesto descritto sembra una cosa abbastanza ovvia, ma se espresso in termini qualitativi, è difficile misurare il numero di famiglie in condizioni di povertà energetica. Occorre distinguere, come riportato nelle Direttive sull’efficienza energetica e decreti legislativi di recepimento (Dlgs 102/2014 e smi) tra il singolo soggetto vulnerabile e la povertà energetica, che è sempre riferita alla famiglia. La Banca d’Italia, a partire dal 2015, ha redatto una serie di pubblicazioni e contributi nell’ambito del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) quale l’indice econometrico LIHC (Low Income e High Cost) che consente di valutare sia il numero di famiglie in condizioni di povertà energetica (circa 8,5% nel 2021 secondo il Rapporto OIPE 2023).

La terza variabile afferisce alle caratteristiche delle abitazioni, perché da queste dipendono sia i costi energetici, l’efficienza degli impianti e dell’involucro, sia la qualità ambientale interna degli ambienti (umidi, surriscaldati, etc.). I Poor Buildings sono quegli edifici che, per le loro caratteristiche tecnico-costruttive e dotazioni impiantistiche, se occupati da famiglie e basso reddito, possono comportare un rischio maggiore di trovarsi in condizioni di povertà energetica. Costituiscono la componente strutturale del problema ‘povertà energetica’ delle famiglia. Agire sui Poor Buildings consente di ridurre o eliminare il rischio che una famiglia con basso reddito ricada nella povertà energetica.

I Poor Buildings sono quegli edifici o abitazioni con un alto valore dell’indice di prestazione energetica, indicativamente superiore ai 160-180 kWh/m2anno, che corrisponde alle Classi E, F o G, e/o abitazioni con impianti tecnici vetusti, con generatori a combustione (caldaie con più di 5 o 10 anni, con rischio di non essere manutenute e ispezioni) o senza sistemi di regolazione (termostati), privi di sistemi di climatizzazione estiva (non obbligatoria ma, in alcuni casi e contesti climatici, costituiscono un utile ausilio contro il surriscaldamento e le ondate di calore) e/o edifici con un basso o nullo isolamento termico con pareti a cassavuota, murature con mattoni semipieni, solai predalles, oppure con infissi in alluminio o legno e vetro singolo (ancora presenti in Italia nonostante gli incentivi abbiamo favorito il ricambio tecnologico). Si tratta di alcune tecnologie utilizzate negli anni del boom economico nelle decadi anni ’60 ’70 e ’80. Se si sovrappone, come è stato fatto in alcune ricerche, la mappa delle caratteristiche energetiche e/o anni di costruzione degli edifici con quelle delle famiglie a basso reddito si nota come lì dove sono presenti Poor Building è maggiore il rischio povertà energetica.

Le strategie per contrastare la povertà energetica e ridurre il numero di Poor Buildings rientrano nell’ambito delle politiche Fit for 55 dell’Unione Europea, del PNIEC e delle politiche incentivanti quali l’Ecobonus o il Superbonus, con i problemi e difficoltà correlati.

In questi giorni il dibattito di settore, imprese e professionisti, è incentrato sulla recente approvazione della Energy Performance Building Directive (EPBD), votata dal Parlamento Europeo e approvata, il 12 marzo 2024. Nella versione definitiva il termine ‘povertà energetica’ ricorre 18 volte ed è definita,  rimandando all'articolo 2, punto 52), della direttiva (UE) 2023/1791 come “l'impossibilità per una famiglia di accedere a servizi energetici essenziali che forniscono livelli basilari e standard dignitosi di vita e salute, compresa un'erogazione adeguata di riscaldamento, acqua calda, raffrescamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, nel rispettivo contesto nazionale, della politica

sociale esistente a livello nazionale e delle altre politiche nazionali pertinenti, a causa di una combinazione di fattori, tra cui almeno l'inaccessibilità economica, un reddito disponibile insufficiente, spese elevate per l'energia e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni”.

La EPBD introduce anche il concetto di “famiglia vulnerabile” quale famiglia in condizione di povertà energetica e prevede che il Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici (art.3) definisca indicatori per la riduzione del numero di persone in condizioni di povertà energetica e che gli incentivi finanziari (art.17 comma 18) siano destinati in via prioritaria alle famiglie vulnerabili, anche supportate dagli Sportelli unici per la prestazione energetica dell’edilizia (art.18 comma 2 lett.b).

La nuova Direttiva individua nella riqualificazione del parco edilizio esistente la principale strategia ed il dibattito e scontro politico si è incentrato sulle tempistiche legate (in buona parte) a questo tema (l’art.9 individua le soglie da soddisfare entro il 2030 e 2033). Al contempo prevede (art.17) che gli Stati Membri predispongano incentivi finanziari e misure di sostegno, oltre a rimuovere le barriere di mercato, per trasformare il “parco immobiliare in edifici a emissione zero entro il 2050”.

Il contesto italiano proviene da quasi 20 anni di incentivi legati alla riqualificazione energetica, a partire dalla detrazione del 55% (Ecobonus) introdotto nel 2007, di cui gli ultimi 4 caratterizzati dall’impatto del Superbonus 110% sul settore edile, sul mercato immobiliare, sulle attività dei professionisti e, soprattutto, sui conti pubblici. Il dibattito su questo argomento è talmente polarizzato da rendere, a mio avviso, difficile prevedere quali possano essere politiche e strumenti che potranno essere messi in atto nel prossimo futuro (da notare l’uso del condizionale).

Povere Creature ha vinto quattro Oscar: miglior attrice protagonisti, trucco, costumi e scenografia, mentre il premio Oscar come miglior film e regia è andato a Oppenheimer, biopic dove l’energia ha un ruolo cruciale. Viviamo Tempi Difficili (C.Dikens).