Negli ultimi anni, la Spagna detiene la leadership in materia di PPA, dove per PPA si intende un contratto che regola la somministrazione di energia elettrica tra un soggetto produttore e un soggetto acquirente generalmente un'azienda o un servizio pubblico. Secondo un recente rapporto di Pexapark per il 2023, e per il quinto anno consecutivo, il Paese è in testa alla classifica, davanti a Germania e Italia, sia in termini di numero di accordi che di volume di capacità contrattualizzata. La Spagna assorbe quasi il 30% della capacità totale concordata nei PPA conclusi in Europa lo scorso anno.

Il trend potrebbe avere implicazioni rilevanti per la competitività dell’economia spagnola. In Spagna, i prezzi dell’elettricità sono relativamente bassi, in parte a causa della disponibilità di un’ampia offerta di energia rinnovabile relativamente economica. Il che, unitamente al basso costo del lavoro, può aiutare a spiegare la performance economica positiva in materia di PPA degli ultimi anni. Le esportazioni spagnole di beni e servizi, nonché gli investimenti diretti esteri nel paese, hanno registrato delle performance significative, nonostante le difficili condizioni globali: indice di un forte vantaggio competitivo. E i PPA, in quanto fattori chiave della stabilità dei prezzi dell’energia e degli investimenti in nuova capacità energetica, potrebbero contribuire a consolidare ulteriormente questa posizione.

Esistono numerosi fattori che spiegano il forte interesse per i PPA in Spagna. In primo luogo, il costo dell’energia rinnovabile è basso rispetto ai prezzi di mercato, un divario che di per sé fornisce un incentivo alla negoziazione, poiché sia i fornitori che i clienti preferiscono poter contare su un accordo. Le informazioni disponibili suggeriscono che i prezzi di un tipico PPA in Spagna sono significativamente inferiori alla media dell’UE (circa 41 euro/MWh contro 62).

In secondo luogo, il governo spagnolo ha lanciato piani ambiziosi per aumentare l’offerta di energia rinnovabile e le relative infrastrutture, contribuendo così a un’ulteriore riduzione dei costi dell’elettricità. L’obiettivo al 2030 è produrre almeno l’81% dell’elettricità da fonti rinnovabili rispetto al 50% circa di oggi. Una politica pubblica così espansiva è facilitata dalla disponibilità di risorse naturali, in termini di esposizione solare, clima ventoso e costa marittima. Un altro fattore cruciale è la disponibilità di spazio: la Spagna è uno dei paesi meno densamente popolati d’Europa, il che rende possibile l’installazione di estesi parchi di energia rinnovabile in molte parti del suo territorio.

A questo si aggiungano anche le politiche pubbliche volte allo sviluppo dell’idrogeno verde, finanziate dal programma Next Generation EU. L’aspettativa è che una crescita del vettore idrogeno possa contribuire a migliorare la capacità di stoccaggio dell’energia elettrica consentendo il superamento di una delle criticità che contraddice l’energia solare ed eolica, ovvero la sua intermittenza. Resta però da vedere se tale tecnologia potrà portare ai risultati attesi in un orizzonte temporale ragionevole.

Terzo, la transizione verde è diventata uno degli obiettivi principali per molte corporation, e in particolare per le più grandi, con ambiziosi target di sostenibilità. Questo vale anche per i produttori energetici stessi. Allo stesso modo, le banche spagnole sono state incoraggiate a far fronte alla propria impronta ambientale per quanto riguarda la politica creditizia in modo da non essere sovraesposte al rischio di stranded asset. Si tratta di tutta una serie di attori potenzialmente molto interessati a stipulare i PPA, che promuovono garanzie di origine e certificano la fonte energetica consumata. Vi è anche spazio per una copertura crescente dei PPA in settori di business più piccoli dove strategie di pooling sono perseguibili. Un esempio positivo in questo ambito in Spagna sono stati i molteplici acquisti di PPA nel settore della moda.

Guardando in prospettiva, però, mantenere lo stesso dinamismo nel settore dei PPA appare molto complesso. Il rischio di una cannibalizzazione dei prezzi è un caso evidente. Ciò accade quando la capacità rinnovabile eccede la domanda al punto che i prezzi diventano addirittura negativi e i produttori devono pagare i consumatori, rendendo i PPA poco attraenti, o addirittura non più praticabili. Il punto solleva problemi molto concreti. Per esempio, nell’ultimo mese le condizioni meteo hanno reso possibile un incremento notevole della generazione da rinnovabili, portando ad un periodo prolungato di prezzi vicini allo zero. Se la situazione dovesse persistere, lo spazio per concludere nuovi PPA si ridurrebbe significativamente. È anche vero che una maggiore flessibilità nei sussidi governativi e alcune strategie per le emissioni carboniche aiutano a sopportare questo rischio, ma senza poterlo comunque cancellare definitivamente.

Un altro potenziale fattore che potrebbe limitare i rischi di cannibalizzazione delle rinnovabili è quello della domanda, in particolare nel settore del trasporto. Nonostante sia un grande produttore di auto, la Spagna è rimasta indietro per numero di veicoli elettrici. Bisognerebbe superare gli ostacoli che limitano questo mercato (prezzi alti, carenza di punti di ricarica), perché questo stimolerebbe la domanda di energia elettrica assorbendo gli eccessi di offerta e alleviando il rischio di ritorni troppo bassi nella generazione elettrica.

In conclusione, il caso della Spagna è significativo della rilevanza dei PPA, quale tassello della strategia di transizione energetica. Utile com’è, ad ogni modo, questo strumento non può affrontare da solo alcuni dei principali ostacoli della transizione stessa, ovvero la non programmabilità delle fonti rinnovabili, il lento progresso tecnologico in materia di storage e gli insufficienti progressi in altre strategie utili alla decarbonizzazione, in particolare quella relativa ai veicoli elettrici.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui