Il percorso verso la transizione ecologica richiede un costante e concreto impegno da parte di tutta la società. Emerge però la necessità di accelerare sull’impiego di tecnologie e iniziative che favoriscano il raggiungimento dei progressivi traguardi posti dalle politiche europee e dal piano nazionale, per assicurare una crescita che preservi sostenibilità e prosperità del pianeta attraverso la promozione dell’economia circolare, la rigenerazione e tutela delle risorse, la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Priorità che rappresentano da tempo anche gli ambiti strategici di azione della multiutility Gruppo Hera, che in Italia opera nei servizi energetici, ambientali e idrici, servendo circa 5 milioni di utenti.

Abbiamo affrontato questi temi attraverso un’intervista a Cristian Fabbri, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera.

 Presidente, come affronta il Gruppo Hera le sfide della transizione green?

 Chiudere il cerchio e favorire la decarbonizzazione nei territori serviti sono gli obiettivi più sfidanti che vedono attualmente coinvolto il Gruppo Hera. Per questo motivo, anche nel quinquennio 2022-2026 abbiamo destinato un importante volume di investimenti, oltre 4,1 miliardi di euro, all’innovazione e alla resilienza dei nostri asset per affiancare le comunità nel rispondere alle sfide delle transizioni in atto, dalla neutralità carbonica alla rigenerazione delle risorse in ottica di economia circolare.

In particolare, per contribuire in modo tangibile alla transizione energetica, abbiamo definito un piano di decarbonizzazione che ci porterà al 2030 verso una riduzione del 37% (rispetto al 2019) delle emissioni complessive di gas serra, coinvolgendo anche i nostri clienti e fornitori: un obiettivo sfidante che ci è stato validato dal prestigioso network internazionale SBTi. I tanti progetti previsti in arco piano ci permettono di disegnare, quindi, una traiettoria coerente con tutti i target della transizione ecologica dell’Agenda 2030, per portare l’azienda ad ampliare i propri impegni nei confronti dei territori serviti e, allo stesso tempo, per supportare i clienti e i fornitori a migliorare le loro performance ecologiche.

E se per raggiungere obiettivi di circolarità abbiamo messo a piano strategie industriali e tecnologie innovative improntate alla rigenerazione delle risorse, con lo scopo di allungare il ciclo di vita utile dei beni attraverso l’utilizzo efficiente della materia, per ridurre le emissioni e correre spediti verso la carbon neutrality puntiamo sull’efficienza energetica, sullo sviluppo di fonti rinnovabili come il solare, e sulla produzione di green gas come il biometano e l’idrogeno.

 Quali soluzioni avete messo in campo per promuovere la decarbonizzazione e supportare la transizione energetica nei territori serviti?

 Per contribuire alla decarbonizzazione, miriamo a incrementare progressivamente le soluzioni che promuovono l’efficienza energetica e l’elettrificazione dei consumi. Sono servizi che in questi ultimi due anni hanno visto un aumento della domanda, fortemente trainata anche dagli incentivi messi a disposizione dal Governo.

Ogni mese, aiutiamo più di 100 famiglie a diventare produttrici di energia attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano e stiamo contribuendo allo sviluppo sul territorio di una quindicina di Comunità Energetiche Rinnovabili, mentre abbiamo già avviato a Bologna il primo esempio di autoconsumo collettivo condominiale. Al 2026, prevediamo di installare 150MW di impianti fotovoltaici presso i clienti, comprendendo quindi dai tradizionali sistemi di pannelli fino ai nuovi modelli di generazione distribuita di energia elettrica; inoltre, puntiamo ad arrivare al 34% di contratti con almeno una soluzione di efficienza energetica (nel 2022 eravamo al 27%), al 21% di gas metano venduto con la compensazione delle emissioni di CO2 (nel 2022 i volumi venduti a mercato libero con questa opzione hanno raggiunto quota 14%) e al 44% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabile venduta sul mercato libero (già 41% nel 2022).

Tra le proposte che abbiamo introdotto per aiutare i clienti, soprattutto quelli residenziali, a ridurre e rendere più sostenibili i propri consumi rientrano, quindi, gli strumenti per l’efficientamento energetico delle abitazioni come le caldaie a condensazione e i termostati smart, gli impianti per l’autoproduzione come i pannelli fotovoltaici e le soluzioni per la mobilità sostenibile come le colonnine per la ricarica delle auto, i monopattini e le bici elettriche. Al mercato business, invece, abbiamo dedicato progetti specifici e su misura, ad esempio gli impianti di cogenerazione e fotovoltaici per le aziende, i numerosi interventi di efficienza energetica per l’illuminazione pubblica, fino ai progetti per la riqualificazione energetica e il miglioramento sismico delle PA e dei condomini. Nel triennio 2021-2023, i nostri progetti di riqualificazione energetica condominiale hanno coinvolto 45.000 famiglie, che hanno beneficiato di una riduzione dei consumi del 30%.

Inoltre, in piena continuità con le operazioni già concluse in questi anni per i clienti residenziali, abbiamo avviato operazioni di M&A e partnership nel settore del fotovoltaico per espandere la capacità operativa e impiantistica e rispondere, con proposte integrate all’avanguardia nell’ambito delle energie pulite, alla crescente domanda di soluzioni impiantistiche da fonti rinnovabili da parte dei clienti business. Forti delle nostre competenze maturate sinergicamente nei diversi settori di business, vogliamo quindi supportare aziende, cittadini e pubblica amministrazione nel loro processo di decarbonizzazione, aiutandoli a rendere i loro consumi più efficienti e virtuosi, con risultati di sostenibilità concreti e misurabili.

Infine, vorrei ricordare i nostri progetti di sviluppo del teleriscaldamento a Bologna, Ferrara e Forlì, che rientrano nella strategia delineata nel nostro piano industriale per traguardare la neutralità carbonica, abbattere le emissioni, incrementare la resilienza delle infrastrutture e promuovere l’economia circolare dei territori serviti. Grazie anche a un finanziamento PNRR di quasi 50 milioni di euro, il Gruppo Hera investirà complessivamente 150 milioni di euro nel periodo 2023-26, consentendo di accelerare lo sviluppo del servizio per i prossimi anni.

In particolare, i tre progetti garantiranno un minor consumo di fonti fossili per 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e consentiranno di migliorare l’efficienza delle attuali fonti di energia utilizzate per il teleriscaldamento (termovalorizzatori nel caso di Bologna e Forlì, geotermia a Ferrara), nell’ottica dell’economia circolare e a beneficio dell’ambiente, con una riduzione delle emissioni di quasi 29 mila tonnellate annue di anidride carbonica, rispetto all’assetto attuale.

 Nell’ambito della produzione di green gas avete progetti in via di sviluppo, anche in partnership con altre realtà nazionali e internazionali?

 Per quanto riguarda quello che viene considerato il vettore energetico del futuro, stiamo realizzando due Hydrogen Valley a Trieste e Modena: insieme produrranno quasi 800 tonnellate di idrogeno verde l’anno, grazie a un processo di elettrolisi alimentato da energia fotovoltaica. In linea con gli obiettivi dell’Ue, l’idrogeno prodotto a Modena sarà utilizzato non solo per alimentare i mezzi del trasporto pubblico locale, ma anche per supportare la progressiva decarbonizzazione dei processi produttivi di alcune grandi aziende emiliane. L’impianto triestino, invece, si pone l’obiettivo di favorire la nascita di un ecosistema energetico focalizzato in particolare alla decarbonizzazione della logistica portuale, sia su gomma che su rotaia, e del comparto industriale locale. I progetti come l’Hydrogen Hub Trieste e l’IdrogeMO di Modena costituiscono l’esempio concreto della responsabilità e dell’impegno del Gruppo Hera nell’abilitare lo sviluppo sostenibile dei territori attraverso la costituzione di nuovi ecosistemi energetici che consentano la nascita di filiere integrate dell’idrogeno: dalla produzione all’utilizzo finale. Lo sviluppo di queste iniziative sistemiche e il supporto ai nostri clienti che vogliono realizzare filiere corte dell’idrogeno sarà fondamentale per dare impulso al settore dell’idrogeno verde, che dovrà fornire un significativo contributo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nazionali ed europei. L’avvio ed il successo di queste iniziative saranno possibili solo grazie alla collaborazione proattiva di istituzioni, enti e imprese che hanno messo a disposizione, ciascuno nel proprio ruolo, le migliori competenze per rendere concreta l’opportunità che i fondi europei e il PNRR hanno offerto. A Trieste, ad esempio, con la North Adriatic Hydrogen Valley il coinvolgimento ha superato i confini nazionali potendo contare sulla sinergia di Slovenia, Croazia e Regione Friuli Venezia Giulia e la partecipazione di 37 partner uniti affinché si sviluppi pienamente una delle autostrade dell’idrogeno per il trasporto delle molecole verdi in Europa.

Per la produzione di biometano dalla frazione organica della raccolta differenziata Hera è stata la prima in Italia ad aver realizzato nel 2018, a Sant’Agata Bolognese, un impianto su scala industriale. L’esperienza maturata grazie a questo fiore all’occhiello per l’economia circolare, ci ha portato a realizzare un ulteriore passo avanti per la produzione di questo green gas: in partnership con Inalca del Gruppo Cremonini abbiamo recentemente riconvertito un vecchio biodigestore a Spilamberto (Mo) in un impianto innovativo per trasformare in biometano e compost i rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata effettuata prevalentemente a Modena e provincia, dagli scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria agroalimentare locale e dal processo produttivo delle carni di Inalca. Questo nuovo impianto a regime produrrà 3,7 milioni di mc/anno, garantendo così un incremento del 48% della produzione di biometano del Gruppo Hera. Il nostro obiettivo è raggiungere 30 milioni di mc al 2030.