Esempio di economia circolare e di sinergia industriale, a ottobre è stato inaugurato a Spilamberto, in provincia di Modena, l’innovativo impianto per la produzione di biometano realizzato dalla newCo Biorg, nata dalla partnership tra Herambiente (Gruppo Hera), primo operatore nazionale nel settore ambiente, e la società Inalca (Gruppo Cremonini), leader in Italia nella produzione di carni e nella distribuzione di prodotti alimentari.

 Partendo dalla raccolta differenziata dell’organico effettuata prevalentemente a Modena e provincia, dagli scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria agroalimentare locale e dal processo produttivo delle carni di Inalca, l’impianto produce a regime ogni anno 3,7 milioni di metri cubi di biometano, combustibile 100% rinnovabile destinato all’autotrazione, equivalente a 52 milioni di chilometri percorsi da un’auto alimentata a metano,  e circa 18 mila tonnellate di compost.

 Grazie a un investimento complessivo di circa 28 milioni, l’impianto nasce dalla riconversione di un vecchio biodigestore per evitare così lo sfruttamento di nuovo suolo e può contare sulle migliori tecnologie disponibili.

 Inoltre, da un punto di vista ambientale ed economico presenta molti vantaggi. In primis, in ottica di economia circolare, consente il recupero energetico e di materia: lo scarto in uscita dal processo di digestione anaerobica, denominato tecnicamente digestato solido, anziché essere smaltito viene, infatti, ulteriormente recuperato grazie al conferimento nell’impianto Biorg di compostaggio a Nonantola (MO), per produrre compost utilizzabile come biofertilizzante in agricoltura.

 Ancora, grazie all’immissione del biometano nella rete e al suo utilizzo per l’autotrazione, ogni anno consente di risparmiare l’utilizzo di circa 3 mila tonnellate di petrolio equivalente (TEP) di combustibile fossile, evitando emissioni di CO2 per circa 7 mila tonnellate che per assorbirle servirebbero in media 280 mila alberi.

 Da un punto di vista economico, realizza una efficace sinergia industriale, con la produzione di biometano e compostaggio in due impianti tra loro perfettamente complementari, a dimostrazione che combinando efficacemente processi di innovazione e integrazione si può aumentare il livello di sostenibilità e ridurre gli impatti ambientali, creando allo stesso tempo più valore per la filiera zootecnica. La produzione di compost in loco, infatti, crea valore aggiunto per l’intera filiera zootecnica, dal momento che il fertilizzante derivante dal riciclo di rifiuti biodegradabili e dal recupero degli scarti dell’industria agroalimentare garantisce risposte equivalenti o superiori rispetto a quello prodotto attraverso altri processi industriali, anche con impiego in purezza, e consente di ridurre la dipendenza da fornitori esteri.

 L’iniziativa rientra a pieno nella strategia del Gruppo Hera e nel suo impegno di fornire un importante contributo alla transizione green e per centrare i propri obiettivi di decarbonizzazione. L’utility non è  nuova a questi progetti è già da anni riserva un ruolo chiave al biometano: era il 2018 quando a Sant’Agata Bolognese parte un impianto all’avanguardia per la produzione di biometano dalla frazione organica della raccolta differenziata, da cui si ottengono annualmente 20 mila tonnellate di compost e circa 8 milioni di metri cubi di biometano, con un risparmio annuo di oltre 6 mila tonnellate di petrolio e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 14.600 tonnellate. Una quantità di biometano destinata a crescere di quasi il 50% grazie all’entrata a regime dell’impianto di Spilamberto, che rappresenta un ulteriore passo in avanti per la produzione di biometano su scala industriale e che rende più vicino e traguardabile l’obiettivo del Gruppo Hera di una produzione di 30 milioni di metri cubi all’anno entro il 2030.

 Anche per Inalca integrazione ed economia circolare per lo sviluppo sostenibile dell’impresa sono un impegno costante da sempre, da affrontare in modo pragmatico,  come asset strategico del business e parte del valore economico dell’impresa. Così sono arrivati  a realizzare una filiera bovina pienamente integrata tra allevamento, trasformazione e distribuzione. E il nuovo impianto di produzione di biometano è un esempio di piena integrazione territoriale dell’azienda, oltre a consentire la completa valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dalle attività di produzione carni, perché, come detto, oltre al gas rinnovabile potrà disporre altresì di un’ulteriore quota di fertilizzanti organici per migliorare la fertilità dei terreni agricoli e supportare l’adozione sempre più estesa di tecniche di agricoltura rigenerativa.

 Il progetto ha ricevuto il consenso delle istituzioni, a partire dal Comune di Spilamberto, in quanto consente di valorizzare in maniera virtuosa la frazione organica derivante dalla raccolta differenziata che con grande sforzo ha raggiunto degli ottimi risultati per quantità, qualità e percentuale, e dalla Regione Emilia-Romagna, per cui il biometano rappresenta un’opportunità importante per ridurre l’uso delle fonti fossili e alleggerire l’impronta energetica del territorio. La conversione ecologica, pertanto, passa necessariamente da un nuovo modello di sviluppo centrato sul riconoscimento del grande valore delle materie prime, da risparmiare, e dell’importanza del recupero degli scarti per metterli al centro di nuovi processi produttivi.

 Non è più tempo di parlare di economia circolare, bisogna farla, visti gli eventi calamitosi degli ultimi anni che hanno colpito duramente anche l’Emilia-Romagna. Servono però azioni sempre più forti ed efficaci di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.