Il 26 settembre, l’AIE ha pubblicato la versione aggiornata del suo Net Zero Emissions by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector, pubblicato per la prima volta nel 2021. Il rapporto indica la traiettoria per raggiungere, su scala mondiale, l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 ̊C rispetto ai livelli preindustriali. Il contesto di riferimento, rispetto alla prima versione del rapporto, è cambiato: in due anni, infatti, si sono verificati cambiamenti significativi nel panorama energetico, ovvero la crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 e la ripresa economica post-pandemia.

Dal 2021, si osservano segnali positivi sia in termini di installazioni solari fotovoltaiche che di vendita di veicoli elettrici, la cui straordinaria crescita è in linea con i traguardi fissati nella prima edizione della roadmap Net Zero. Un trend, quest’ultimo, che fa ben sperare circa il conseguimento del target 2030 secondo cui i due terzi delle auto vendute dovranno essere elettriche, pietra miliare nello scenario Net Zero Emissions (NZE). Allo stesso modo, le annunciate espansioni della capacità produttiva per il solare fotovoltaico e le batterie sono in linea con gli obiettivi al 2030, e quindi compatibili con la traiettoria indicata nello scenario NZE.

A questi dati positivi, fa da contraltare un dato negativo:  le emissioni globali di CO2 del settore energetico, nel 2022, hanno raggiunto il livello record di 37 gigatonnellate (Gt) e diversi comparti energetici non sono in linea con gli obiettivi di riduzione necessari a mettere il mondo sulla buona strada per stabilizzare l’aumento della temperatura. a 1,5°C.

Le tecnologie e le politiche necessarie per centrare il target di riduzione delle emissioni entro il 2030 sono ormai note e comprovate: accelerare la realizzazione di impianti rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni di metano ed elettrificare i consumi finali. In particolare, nel nuovo scenario Net Zero Emission,  entro la fine di questo decennio:

• La capacità rinnovabile dovrebbe triplicare, raggiungendo 11 TW.

• Il tasso annuo di miglioramento dell'intensità energetica dovrebbe raddoppiare, anche attraverso l'elettrificazione.

• Le emissioni di metano del settore energetico dovrebbero diminuire del 75%, un'azione che rappresenta una delle opportunità meno costose per limitare il riscaldamento globale nel breve termine.

Anche l’espansione delle reti di trasmissione e distribuzione è fondamentale per consentire la piena attuazione della tabella di marcia NetZero, che richiede un’espansione annua di circa 2 milioni di km entro il 2030. Infine, vengono richieste sul lungo periodo tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio, idrogeno, combustibili a base di idrogeno e bioenergia sostenibile.

Ovviamente, l’implementazione delle tecnologie pulite è resa possibile da un aumento degli investimenti che da 1.800 miliardi di dollari nel 2023 dovrebbero portarsi a 4.500 miliardi di dollari nel 2030. La maggior parte dell’aumento dovrebbe interessare le economie emergenti.

La Roadmap per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2050 richiede una significativa riduzione delle emissioni già entro il 2030: per questo, la differenziazione e l’equità saranno fondamentali. A raggiungere lo zero netto, dovranno essere prima le economie avanzate e poi quelle emergenti, per le quali il pieno accesso all’energia entro il 2030 costituisce una condizione necessaria. Per supportare gli investimenti richiesti in energie pulite serve il sostegno finanziario delle banche multilaterali di sviluppo e di altri istituti.  Inoltre, a tutti i paesi dovrebbero anticipare le date previste per l’azzeramento delle emissioni nette.

Oltre allo scenario NZE, il rapporto include un altro scenario che considera  eventuali ritardi nell’attuazione delle politiche e negli obiettivi, il “Delayed Action Case”. Tale scenario illustra come un fallimento nel traguardare i nuovi obiettivi, più ambiziosi di quelli contenuti nei Nationally Determined Contribution per il 2030, comporterebbe rischi climatici significativi e dipende in larga parte dalle tecnologie di rimozione del carbonio, molte delle quali non sono ancora state testate su larga scala.

Nel mondo attuale, geopoliticamente frammentato, le difficoltà insite nella realizzazione di questo scenario sono molteplici. Per questo assume fondamentale importanza la cooperazione fra gli Stati: serve che i governi mettano da parte le tensioni e trovino modi per lavorare insieme su quella che è la sfida decisiva del nostro tempo.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui