Al recente vertice del G7 di Sapporo, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Giappone non sono riusciti a mettersi d’accordo sul phase-out del carbone, ma si sono impegnati ad aumentare collettivamente la capacità eolica offshore di 150 GW e la capacità solare di oltre 1 TW entro il 2030. Per confronto, alla fine del 2021, queste nazioni avevano in funzione 21 GW eolici offshore e 292 GW solari.

Il che significa che si dovrebbe moltiplicare per sette la potenza eolica in mare aperto e più che triplicare quella solare rispetto ai valori del 2021.Certamente un obiettivo sfidante.

Ma vediamo le prospettive, a partire dal fotovoltaico. Ricordo che una ventina di anni fa brindammo con degli amici perché nella città di Monaco il fotovoltaico aveva soddisfatto l’1% della domanda elettrica. La situazione si è evoluta e lo scorso anno ben nove paesi hanno sorpassato l’asticella del 10%, guidati dalla Spagna con il 19%. Nel gruppetto troviamo anche l’Olanda con il 15,4% (!) e la Germania con il 12,4%. Ma forse il dato più significativo viene dalla quota della domanda mondiale soddisfatta dal fotovoltaico, il 6,2%.

Nel 2022 la potenza solare installata ha raggiunto la soglia importante di 1 TW, cioè di un milione di MW. E tra un paio di anni si arriverà a 2 TW.

Diversi paesi hanno sviluppato scenari di crescita.  In Europa, la strategia REPowerEU indica l’obiettivo di 420 GW solari aggiuntivi entro il 2030, portando così l'installazione solare a 585 GW.  Più ambiziosi gli scenari dell’associazione di settore SolarPower Europe, che punta ad una forchetta compresa tra 672 GW e 1 TW entro la fine del decennio. Prospettive molto interessanti anche negli Usa, a seguito dell’approvazione dell’Inflation Reduction Act.  Secondo Bloomberg tra il 2023 e la fine del decennio potrebbero venire installati 358 GW fotovoltaici. Ancora più sfidanti, ovviamente, gli obiettivi dell’associazione statunitense del solare, la Seia, secondo la quale si potrebbe passare dagli attuali 130 GW a 930 GW alla fine del decennio, con un incremento di 800.000 addetti. 

Per capire se l’obiettivo al 2030 dei paesi del G7 sia raggiungibile, vediamo i valori più recenti, espressi in GW, approvati o in discussione dai singoli governi. Troviamo così la Germania con 215 GW, Giappone 118 GW, Francia 66 GW, Italia 54 GW (ipotesi Terna), Regno Unito 50 GW, Canada 5 GW.

Se gli Usa riuscissero ad installare due terzi della potenza ipotizzata dalle aziende del solare, 530 GW, e se alcuni paesi europei andassero oltre l’obiettivo attuale, l’Italia ad esempio puntando a 50-70 nuovi GW, certamente i paesi del G7 potrebbero raggiungere e sorpassare l’asticella di 1 TW nel 2030.

Al contrario del solare, nel caso dell’eolico in mare aperto ci troviamo all’inizio della curva di crescita, come si deduce dai target dei vari paesi. Ma nel medio e lungo periodo si intravvedono traguardi importanti.

La somma degli obiettivi nazionali di energia eolica offshore dei singoli Stati membri dell'UE per il 2030 è di circa 107 GW, un valore di gran lunga superiore rispetto all'attuale obiettivo dell'UE di 60 GW. Per raggiungere i 107 GW, si dovrebbero installare quasi 91 GW di capacità eolica offshore aggiuntiva entro il 2030.

BloombergNEF, analizzando i progetti in cantiere dal 2023 al 2030, ipotizza che i paesi dell'UE potrebbero installare circa 69 GW eolici offshore (nuova ed esistente combinata) entro il 2030. Considerando anche gli 1,5 GW della danese Ørsted, le previsioni aumenterebbero a 70,5 GW entro il 2030.

Queste previsioni segnalano un divario piuttosto ampio da colmare tra le realizzazioni previste e gli obiettivi. In realtà, il fermento del settore è notevole.

Nel settembre 2022, ad esempio, i nove paesi del Mare del Nord che formano la North Seas Energy Cooperation hanno concordato di aumentare la capacità offshore a 76 GW entro il 2030, con l'obiettivo di raggiungere 260 GW entro il 2050.

Concentriamoci adesso solo sugli impegni al 2030 dei paesi del G7 e consideriamo i 50 GW degli UK, una quintuplicazione rispetto all’attuale potenza installata, i 4,4 GW della Francia, i 5,5 GW dell’Italia e i 10 GW del Giappone.  La Germania si propone, inoltre, di passare dagli attuali 8 GW ai 30 GW e la provincia canadese della Nuova Scozia punta a 5 GW. Mancano gli Usa, che, dopo le forti opposizioni degli scorsi decenni, adesso prevedono di avere 30 GW al 2030.

Interessanti gli obiettivi sull'eolico offshore del Dipartimento dell’Energia: ridurre i costi di produzione da 73 a 51 $/MWh entro il 2030 e sviluppare una catena di approvvigionamento nazionale per l'industria. Inoltre, il DOE ritiene possibile abbassare di oltre il 70% anche il costo dell'eolico offshore galleggiante, arrivando a 45 $/MWh, entro il 2035. Le tecnologie galleggianti sono infatti fondamentali per sfruttare circa i due terzi del potenziale di energia eolica offshore degli Stati Uniti.

Tornando agli obiettivi dei paesi del G7, l’incremento della potenza offshore sembra limitato a 120 GW, inferiore ai 150 GW indicati a Sapporo. 

In effetti, la possibilità di una rapida crescita del fotovoltaico è più facilmente raggiungibile. Per l’eolico offshore il boom verrà nel prossimo decennio.