Obiettivi sempre più stringenti sul tema della decarbonizzazione al 2030 sono stati introdotti negli ultimi anni da parte dell’Unione Europea, come la riduzione del 55% delle emissioni rispetto al 1990, con il fine ultimo di raggiungere la neutralità climatica al 2050. A tal proposito, la proposta di revisione della Energy Efficiency Directive del Luglio 2021, facente parte del più ampio pacchetto di misure previste dal Green Deal europeo, aumenta il livello di ambizione dell'obiettivo di efficienza energetica dell'UE e lo rende vincolante. Agli Stati Membri, infatti, è richiesto di garantire collettivamente un'ulteriore riduzione del consumo energetico del 9% entro il 2030 rispetto a quanto inizialmente previsto dalle proiezioni dello scenario di riferimento sviluppate nel 2020. Ne conseguono obiettivi cumulati di efficienza energetica del 39% per il consumo di energia primaria e del 36% per il consumo di energia finale. Un ulteriore aumento dell'obiettivo vincolante di efficienza energetica dal 9% al 13% è stato proposto dalla Commissione Europea con il piano REPowerEU, che ha determinato un obiettivo cumulato di risparmio del 43% entro il 2030. Con queste premesse, è evidente come il tema dell’efficienza energetica ricopra un ruolo prioritario a livello europeo, con importanti conseguenze per il nostro paese.
L’Italia è una nazione che importa gran parte dell'energia di cui necessita, il che significa che i prezzi dell'energia sono spesso più elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Questo fattore, contestualmente agli avvenimenti geopolitici che hanno caratterizzato il 2022 e al conseguente drammatico innalzamento dei prezzi dei vettori energetici, ha avuto un impatto significativo sulle imprese italiane, specialmente quelle più energivore, le quali si sono poste di fronte alla necessità di ridurre i propri costi in bolletta, aumentati fino a 10 volte rispetto ai livelli del 2019. Per questi motivi, il 2022 ha visto un rinnovato interesse delle imprese verso le soluzioni di efficienza energetica. L’innalzamento dei prezzi energetici ha, infatti, contribuito a ridurre sensibilmente il tempo di ritorno sull’investimento di queste soluzioni, rendendole molto più convenienti rispetto al passato. L’utilizzo efficiente di energia può essere raggiunto attraverso misure quali l'adozione di tecnologie a più alto rendimento, l'implementazione di processi produttivi più efficienti, oppure l'educazione dei dipendenti sull'importanza delle pratiche di risparmio energetico. In questo senso, soluzioni come i sistemi per il recupero di calore di scarto da processi produttivi, gli impianti di illuminazione efficiente tramite tecnologia LED, le pompe di calore industriali, così come le soluzioni digitali di monitoraggio e controllo (e.g., SCADA, sensoristica e attuatori) e di diagnosi tramite sistemi EMS (Energy Management Systems) risultano essere le tecnologie maggiormente adottate durante lo scorso anno.
Per promuovere l'efficienza energetica nel settore industriale in Italia, il governo ha introdotto e rinnovato una serie di incentivi fiscali e finanziari. Esempi sono la misura “Beni strumentali” del 22 Aprile 2022, che prevede agevolazioni per investimenti in beni strumentali, investimenti 4.0 e investimenti green e il Conto Termico 2.0, che incentiva gli interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili con impianti di piccole dimensioni. A questi schemi incentivanti si aggiunge il tradizionale meccanismo dei Certificati Bianchi che, nonostante la contrazione del mercato di titoli riconosciuti legata alle note difficoltà burocratiche che ne impediscono la ripresa, viene tuttora considerato lo strumento più virtuoso al fine di stimolare gli interventi di efficienza, poiché l’unico in grado di remunerare l’intervento sulla base del risparmio energetico effettivamente conseguito. Inoltre, si sottolinea come il 5 dicembre di quest’anno cada la scadenza per l’esecuzione della diagnosi energetica obbligatoria ogni quattro anni, ai sensi del decreto legislativo 4 Luglio 2014, per la maggior parte delle grandi imprese e delle aziende a forte consumo di energia, occorrenza grazie alla quale si potrebbe verificare un aumento della richiesta di diagnosi durante il 2023.
Nonostante le premesse favorevoli, questo ritorno al principio “energy efficiency first” non sempre si è concretizzato in effettivi interventi. L’aumento dei costi energetici ha, infatti, limitato la capacità di spesa delle imprese, le quali hanno spesso dato la priorità agli investimenti in tecnologie di produzione di energia rinnovabile che offrono risultati più immediati e facilmente misurabili. Questo si è riflesso durante il 2022 nel sensibile aumento delle installazioni di pannelli fotovoltaici, soluzioni che consentono di produrre energia pulita a costi più bassi rispetto, ad esempio, al prelievo da rete. Infine, si sottolinea come il settore industriale abbia già fatto negli ultimi anni passi importanti verso l’efficientamento dei processi e degli stabilimenti produttivi, considerato un settore maturo da questo punto di vista. Ne è testimonianza la scelta presa a livello politico, di destinare le risorse ad altri settori, in particolare all’ambito civile e residenziale, verso cui il PNRR ha rivolto la quasi totalità dei fondi relativi alla componente efficienza energetica.
In conclusione, l'efficienza energetica è, e sarà sempre di più, un elemento fondamentale per le imprese italiane per via di molteplici fattori. Innanzitutto, ridurre i costi energetici può aumentare la redditività delle imprese e migliorare la loro posizione sul mercato, a maggior ragione nel momento storico attuale caratterizzato da elevati costi dell’energia. In secondo luogo, l'adozione di misure di efficienza energetica, analogamente alle soluzioni di energia rinnovabile, apporterà un contributo fondamentale alla decarbonizzazione del Paese in coerenza con gli obiettivi definiti a livello europeo. A tal proposito, è da sottolineare come nell’industria italiana ci sia ancora ampio margine di miglioramento dal punto di vista dell’efficientamento dei consumi, nonostante la maturità raggiunta dal settore da questo punto di vista. L’ultimo, e forse più importante, elemento da tenere in considerazione è la presa di consapevolezza da parte delle imprese, alla luce degli avvenimenti che hanno investito l’Europa negli ultimi anni, di essere impotenti di fronte ad avvenimenti al di fuori del proprio controllo che possono stravolgere gli scenari inizialmente pianificati. Emerge, quindi, come l’unica strategia accessibile alle imprese per minimizzare il rischio operativo e competere con successo nel lungo periodo sia agire congiuntamente sull’approvvigionamento di energia, ricercando soluzioni pulite per la sua produzione, e sulla minimizzazione dei consumi energetici, sia tramite l’incremento del livello di efficienza di processi e stabilimenti, sia attraverso un utilizzo consapevole dell’energia.



















