Gli ultimi avvenimenti sullo scenario internazionale – la guerra in Ucraina, l’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia, i due rapporti dell’IPCC presentati nei mesi scorsi – hanno confermato il ruolo cruciale della finanza sostenibile per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo. La costruzione e il mantenimento della pace, così come la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la realizzazione di una transizione equa e inclusiva e la transizione a un modello economico più sostenibile sono processi che potranno compiersi solo se gli investitori privati orienteranno le proprie scelte in queste direzioni. Solo così, infatti, ci saranno risorse finanziarie sufficienti per supportare i necessari cambiamenti. Non è un caso che, nel suo ultimo rapporto su mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, l’IPCC abbia chiamato direttamente in causa gli investimenti sostenibili: i flussi finanziari orientati verso progetti e tecnologie in linea con gli obiettivi di mitigazione e adattamento sono attualmente da tre a sei volte inferiori rispetto a quelli indispensabili per limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5° o 2°.

Negli ultimi due decenni, che coincidono con i primi venti anni di attività del Forum per la Finanza Sostenibile, il settore degli investimenti sostenibili e l’incorporazione dei fattori ESG (dall’inglese Environmental, Social and Governance) in strategie e prodotti finanziari sono cresciuti in modo costante. Dopo la COP21 di Parigi e l’adozione di una serie di provvedimenti da parte dell’Unione Europea per promuovere e normare la finanza sostenibile, la crescita è stata molto significativa. A livello europeo, secondo le rilevazioni di Morningstar, si è passati da circa €430 miliardi di asset gestiti con criteri ESG nel 2018 agli oltre €1.900 miliardi del 2021. Il nostro Paese rappresenta oggi una quota significativa del mercato SRI (dall’inglese Sustainable and Responsible Investment): secondo i dati di Assogestioni, riferiti ai fondi aperti, nel 2021 in Italia si sono superati i €430 miliardi di masse gestite, contro i circa €18,5 miliardi del 2018. 

Le ultime ricerche realizzate al Forum e presentate a novembre 2021 durante la Settimana SRI fotografano questa evoluzione. Sul fronte retail, l’indagine “Finanza sostenibile in tempo di crisi: la percezione dei risparmiatori” ha messo a fuoco la propensione all’investimento sostenibile nell’ambito del nuovo contesto emerso con la pandemia. Rispetto al 2019, nel 2021 sono aumentati di 20 punti percentuali i risparmiatori che conoscono o hanno almeno sentito parlare di investimenti sostenibili: in totale, rappresentano il 77% degli intervistati. È cresciuta anche la quota dei sottoscrittori di prodotti SRI, che ha raggiunto il 18% contro il 14% del 2019. Chi ha già investito in questa tipologia di prodotti si mostra soddisfatto della scelta: da quando è iniziata la pandemia, infatti, il 35% dei sottoscrittori ha incrementato la quota di investimenti sostenibili e il 57% pensa di farlo in futuro.

Per quanto riguarda gli investitori istituzionali, un ruolo chiave è ricoperto dai piani previdenziali che, per missione, sono chiamati a guardare al lungo periodo: un approccio quanto mai necessario per affrontare le sfide ambientali e sociali che abbiamo di fronte. La settima edizione dell’indagine del Forum sulle politiche di investimento sostenibile di fondi pensione, casse di previdenza e piani individuali pensionistici ha evidenziato che il 62,5% del campione adotta strategie SRI. Dei 33 che non hanno ancora incluso i criteri ESG nelle scelte di investimento, 29 hanno dichiarato di aver avviato valutazioni in merito: le principali criticità riguardano la mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati e di certificazioni che tutelino contro il greenwashing.

Nel 2021, il Forum ha pubblicato anche la seconda edizione dello studio sulle politiche di investimento sostenibile delle Fondazioni di origine bancaria, che derivano gli utili necessari all’attività filantropica dalla gestione patrimoniale. Per garantire una maggior coerenza tra i criteri che guidano, rispettivamente, erogazioni e investimenti, l’adozione di strategie SRI risulta fondamentale. Dalla ricerca è emerso un aumento dell’interesse delle Fondazioni nei confronti degli investimenti sostenibili: dichiarano di sceglierli 20 enti sui 33 rispondenti (il 61%), con una crescita del 52% rispetto al 2020. Tra le 20 Fondazioni attive in ambito SRI, la metà sono di grande dimensione e 5 sono medio-grandi. Le sfide per il futuro riguardano l’inclusione dei fattori ESG nella gestione patrimoniale delle Fondazioni più piccole e l’estensione degli investimenti sostenibili alla totalità del patrimonio, allineando sempre più le decisioni di investimento ai fini istituzionali delle Fondazioni.

Da alcuni anni, infine, il Forum dedica uno studio alle piccole e medie imprese, attori chiave del tessuto economico italiano che stanno dimostrando un’attenzione crescente ai temi ESG. L’indagine condotta nel 2021 “PMI italiane e rendicontazione di sostenibilità” ha confermato il ruolo propulsivo degli attori finanziari nel percorso di sostenibilità e reporting delle PMI: il 55% delle imprese partecipate da investitori istituzionali, infatti, si mostra più attenta alla divulgazione di dati ESG, a vantaggio sia della comunità finanziaria, sia delle aziende stesse. Un altro aspetto interessante sono i benefici percepiti dalle PMI con pratiche di rendicontazione consolidate: le imprese che hanno pubblicato il primo documento entro il 2018 mostrano un differenziale positivo e significativo in termini di accesso a nuove linee di credito (+15%) e miglioramento dei processi di pianificazione (+8,3%).

L’attività di ricerca del Forum per la Finanza Sostenibile prosegue nel 2022 con nuove edizioni di questi studi, oltre alla prima edizione di un’indagine sulle politiche di sostenibilità nel settore assicurativo italiano. I risultati delle ricerche saranno presentati durante la prossima edizione delle Settimane SRI (10-30 novembre 2022) e forniranno il quadro dei percorsi intrapresi da operatori finanziari, imprese e risparmiatori nel fondamentale processo di decarbonizzazione e giusta transizione.