Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta per il settore dei rifiuti un’occasione importante, vista la necessità di investimenti di un comparto che svolge un ruolo fondamentale nella promozione dell’economia circolare e nel contrasto al cambiamento climatico.

Tuttavia, come sottolineato anche dalla Corte dei conti, per i rifiuti, il PNRR “non prevede ingenti interventi infrastrutturali, ponendo piuttosto l’enfasi su una serie di riforme”, tra le quali rilevano la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare e il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR).

La prima riforma, le cui linee programmatiche sono state già pubblicate e poste in consultazione, mira a definire il framework generale ove collocare strategicamente tutte le politiche attinenti all’economia circolare dei prossimi anni, ivi inclusa la strumentazione economica di accompagnamento. Idealmente, la Strategia dovrebbe tracciare la rotta strategica per il percorso futuro di sviluppo atteso e auspicato, avendo una portata ad ampio respiro di coordinamento delle diverse politiche ed essendo un contenitore di linee strategiche per l’intero settore.

La seconda, invece, vuole fungere da strumento di indirizzo per le Regioni e le Province Autonome in materia di pianificazione nella gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare assegnata all’infrastrutturazione impiantistica. Con il Programma, si mirerebbe a porre fine alle criticità e agli sbilanci pregressi che hanno frenato la gestione ottimale dei rifiuti sin qui.

Accanto a queste riforme settoriali, sempre all’interno della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 1 “Agricoltura sostenibile ed Economia circolare”, si rinviene la previsione di una terza riforma: “Supporto tecnico alle autorità locali”, con l’obiettivo di fornire un sostegno tecnico per l'attuazione delle normative ambientali, per lo sviluppo di piani e progetti in materia di gestione dei rifiuti e le procedure di gara.

Pur essendo chiari i benefici a cui mira l’implementazione di tale riforma, in particolare alla luce del ritardo del settore nel completamento dei processi di governance, è altrettanto evidente che la portata maggiore dell’intervento riformatore previsto dal PNRR potrà arrivare dalla Strategia e dal Programma nazionale, per il quale è stata da poco avviata la fase di scoping per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) da parte del MiTE, da concludersi entro marzo 2022 così da permetterne l’adozione entro la metà del 2022.

Il PNRR e la gestione del ciclo dei rifiuti

Fonte: Laboratorio REF Ricerche

Per quanto riguarda gli investimenti, a fronte di un totale ascrivibile al PNRR di 191,5 miliardi di euro, le risorse direttamente destinate al ciclo dei rifiuti si cifrano in 2,1 miliardi, così suddivisi:

  • 1,5 miliardi di euro volti alla “Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti”, a loro volta scomponibili in tre linee di intervento (miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani; ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani differenziati; ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/ riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili).
  • 600 milioni di euro per “Progetti “faro” di economia circolare”, a loro volta ripartiti tra quattro linee di intervento (ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti dei RAEE, comprese pale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici; ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone; realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, "Plastic Hubs"), compresi i rifiuti di plastica in mare; infrastrutturazione della raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post-consumo, ammodernamento dell’impiantistica e realizzazione di nuovi impianti di riciclo delle frazioni tessili in ottica sistemica, c.d. “Textile Hubs”.

Investimenti principali per i rifiuti previsti dal PNRR

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati e informazioni PNRR, MiTE

Accanto alle riforme sopra indicate e agli investimenti qui esposti, il tema dei rifiuti sarà toccato nel corso dell’attuazione del PNRR da altri interventi. Basti pensare, ad esempio, alla previsione di destinare 1,92 miliardi di euro alla produzione di biometano, producibile anche a partire dai rifiuti, o ai 500 milioni di euro destinati alla realizzazione di un ipotetico sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e contrasto all’illecita gestione dei rifiuti. O ancora, ai rimandi contenuti in altre riforme del Piano, come quelle, ad esempio, della semplificazione e della concorrenza.

In linea di massima, però, il salto di qualità per il settore dei rifiuti potrà arrivare dall’adozione di una Strategia Nazionale realmente volta alla promozione dell’economia circolare in una logica industriale di chiusura dei cicli e di osmosi produttiva, così come da un Programma Nazionale che sia effettivamente in grado di guidare la pianificazione impiantistica nel ciclo di gestione.

Al contrario, il pilastro degli investimenti appare essere decisamente secondario rispetto a quello delle riforme, nonché affidato ad iniziative aggiuntive degli operatori privati rispetto a quelle a cui saranno destinate le cifre del PNRR.