I prezzi all’ingrosso dell’elettricità stanno sperimentando rialzi molto significativi. Una tendenza che non si manifesta oggi, ma che è evidente nell’ultimo semestre. Sulla scorta della fuoriuscita dalla fase più dura della pandemia di Covid-19, infatti, la ripresa ha avviato il motore della domanda di materie prime e di energia in tutto il mondo e i prezzi sono tornati a crescere a ritmo sostenuto.

Alla base del balzo del prezzo dell’elettricità c’è soprattutto l’aumento del prezzo del gas naturale, la fonte principale del mix elettrico per la maggior parte dei Paesi europei, dipendente per quote molto elevate da importazioni provenienti dall’esterno dell’Unione europea. Si stima che esso rappresenti per l’80% circa le cause dell’aumento del prezzo dell’energia elettrica. È in particolare la domanda dei giganti asiatici - Cina in testa - che fanno incetta di navi metaniere a far salire le quotazioni spot del gas. Nel mese di settembre, più dei tre quarti della fornitura globale di GNL è stata importata dall’Asia contro il 16% circa dell’Europa, pressappoco le stesse percentuali registrate nei mesi precedenti. Allo stesso tempo la Russia, che ha recentemente ottenuto il completamento del Nord Stream 2, sta implementando una politica di contrazione dell’offerta (nonostante Putin abbia recentemente vantato la convenienza dei contratti a lungo termine Gazprom, legati al prezzo del petrolio e meno volatili) e gli stoccaggi sono meno pieni per il diffuso e sostenuto uso dell’aria condizionata. Pertanto, il Ttf olandese, riferimento per i mercati europei, si colloca oggi su livelli di prezzo quadrupli rispetto a un anno fa.

I riflessi sul prezzo dell’elettricità all’ingrosso sono automatici e, già da diversi mesi consecutivi, alcuni Paesi europei (Italia e Spagna su tutti) hanno superato record storici.

Nel mese di agosto, in Italia, il PUN si è attestato in media a 112,40 €/MWh e il prezzo spagnolo si è collocato a 105,94 €/MWh. Germania e Francia si fermavano rispettivamente a 82,7 €/MWh e 77,3 €/MWh, mentre l’area scandinava presentava il valore più basso, pari a 65,39 €/MWh. In Italia, i mercati futures indicavano per il PUN valori nel medio periodo non lontani da quelli allora correnti e quotazioni per Francia e Germania in forte rialzo. Similmente, i volumi scambiati sui mercati elettrici spot segnavano il record storico per agosto in Italia e una crescita consistente in Francia e Germania.

I prezzi all’ingrosso hanno continuato a crescere con percentuali sostenute. Nel nostro Paese la media delle prime settimane di settembre segna 145,3 €/MWh, quasi tre volte rispetto allo stesso periodo del 2020. I rincari della bolletta elettrica che si profilano all’orizzonte richiamano dovunque le Istituzioni ad assumere provvedimenti.

In Italia sembra probabile che si ripeta quanto già avvenuto a luglio, con il finanziamento della riduzione degli oneri generali di sistema riguardanti il sostegno alle fonti rinnovabili (la componente Asos della bolletta). Allora, con uno stanziamento di 1,2 miliardi di euro, derivante in parte dal gettito delle aste dell’ETS europeo, l’aumento complessivo della bolletta veniva contenuto dal 20% al 10%. In questo caso, il Governo dovrebbe prevedere un importo più che doppio. Sul tema degli oneri, che nell’ultimo trimestre hanno costituito per il consumatore domestico una percentuale pari circa al 10,7% della spesa, sono sempre più pressanti le richieste di una riforma generale. Un’altra soluzione allo studio (ma più adeguata a una manovra finanziaria) è la diminuzione dell’IVA, neutralizzandola sulla differenza di costo della materia energia tra il 1° ottobre e il 1° luglio. La componente fiscale costituisce, infatti, il 12,6% del prezzo lordo totale per il consumatore domestico tipo. Il rinnovo del 1° ottobre sarà ancora più pesante per le imprese per cui si rinnova l’anno termico: il nuovo contratto di fornitura non potrà non risentire dell’aggravio della spesa.

Non si è fatta attendere, invece, la risposta del Governo spagnolo al rialzo dei prezzi dell’elettricità (che martedì 14 hanno raggiunto i 188 €/MWh). L’Esecutivo iberico ha varato una serie di misure, con l’obiettivo di ricavare circa 2,6 miliardi di euro da destinare al contenimento del prezzo delle bollette. In particolare, si farebbe leva su una imposta straordinaria calcolata sugli extraprofitti di chi genera elettricità con tecnologie che non emettono CO2 (idroelettrico, nucleare, fotovoltaico, eolico, ecc.) e che – in questa congiuntura - sta avendo maggiori entrate per effetto dell'aumento del prezzo del gas naturale. Sarebbero esclusi gli impianti da rinnovabili incentivati, quelli sotto i 10 MW di capacità e quelli che si trovano sulle isole. Da una precisazione del Governo pervenuta successivamente, sarebbero esentati dalla tassa anche impianti da fonti rinnovabili che vendono energia con contratti di lungo periodo PPA a prezzi inferiori, anche di molto, alle attuali quotazioni della borsa elettrica e che avrebbero rischiato di versare in misura maggiore rispetto agli introiti.

Il pacchetto di provvedimenti assunti a Madrid prevede pressoché un azzeramento (dal 5,11% allo 0,5%) fino al termine del 2021 dell’imposta speciale sull’energia elettrica e di attingere in misura maggiore (da 1,1 a 2 miliardi) ai ricavi delle aste ETS per tutelare i consumatori. Si incide altresì sulla struttura di mercato, introducendo un obbligo per gli operatori dominanti, Endesa e Iberdrola, alla vendita all’asta ai venditori indipendenti del 25% circa della propria produzione nucleare e idroelettrica attraverso contratti almeno annuali. Allo stesso tempo, si proroga fino a fine anno la sospensione dell’imposta sulla generazione di energia e si stabilisce un livello minimo di energia fornita ai clienti vulnerabili che beneficiano del bonus sociale.

Proprio dei bonus sembra volersi servire il Governo francese per evitare il salasso ai propri consumatori. Attualmente circa 5,8 milioni di famiglie francesi beneficiano dei voucher per l’energia. L’Esecutivo di Parigi sta valutando un’estensione di questo schema, che potrebbe sostanziarsi in un sussidio aggiuntivo di 100 euro rispetto ai 150 di cui si compone il buono annuale. Un caso particolare, nei rincari di questi giorni, è rappresentato dal Regno Unito, dove i prezzi dell’elettricità hanno raggiunto mercoledì 15 settembre 475£/MWh a causa di un incendio alla rete elettrica tra l’isola e la Francia. Anche per gli Inglesi è al vaglio l’ipotesi di un sussidio di 140£ per le famiglie a basso reddito, con un supporto aggiuntivo per pensionati e soggetti vulnerabili.

Mentre anche in Germania il governo ha promesso di usare le entrate derivanti dal prezzo della CO2 pagato nei trasporti e nel riscaldamento per ridurre l’incentivo a favore delle rinnovabili pagato in bolletta.