Il cambiamento climatico rappresenta la sfida del nostro tempo. I dati mostrano che la comunità globale non sta facendo abbastanza per mantenere l'aumento della temperatura rispetto ai livelli preindustriali al di sotto di 1,5°C, soglia che secondo le stime del Copernicus Climate Change Service sarà raggiunta nel 2034 mantenendo il ritmo di incremento degli ultimi 30 anni. Il cambiamento climatico porta con sé conseguenze note quali i disastri naturali che negli ultimi 20 anni sono stati 7.348 nel mondo, contro i 4.212 del ventennio precedente, causando 1,23 milioni di morti e quasi 3 trilioni di dollari di perdite economiche.

L’Unione Europea ha colto quest’urgenza, definendo obiettivi puntuali in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, di quota di fonti rinnovabili nel consumo finale di energia e di miglioramento dell'efficienza energetica, obiettivi che sono stati recentemente rinnovati e resi più ambiziosi. Il 14 luglio 2021, la Commissione Europea ha infatti pubblicato il pacchetto “Fit for 55” che rivede gli obiettivi di transizione energetica al 2030 per l’Unione fissando la riduzione netta delle emissioni di gas serra ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, insieme a un obiettivo di 40% di fonti rinnovabili nel mix energetico e un miglioramento dell'efficienza energetica pari al 36%.

In questo contesto e considerato che il settore energetico è responsabile del 53% delle emissioni di gas serra in Europa, il ruolo delle fonti di energia rinnovabili (FER) assume grande rilevanza. Tuttavia, nel 2020 la percentuale di energia da fonti rinnovabili in EU27+UK si attestava ancora al 20,5%. Proiettando l’andamento delle FER negli ultimi 5 anni, si stima che l’Europa mancherà il nuovo obiettivo al 2030 proposto dal pacchetto “Fit for 55” di più di 12 punti percentuali, raggiungendolo solo nel 2043. Un risultato simile è osservabile anche a livello italiano. Nel Paese, la percentuale di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto il 20,2% nel 2020. Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) fissa come obiettivo una quota del 30% di energie rinnovabili sul consumo finale di energia entro il 2030, obiettivo che deve ancora essere rivisto al rialzo alla luce della recente revisione europea dei target. Stimando l’obiettivo aggiornato per l'Italia proiettando lo stesso aumento percentuale presente a livello europeo e proiettando l’andamento delle FER degli ultimi 5 anni, l’Italia risulta essere in ritardo di 24 anni rispetto al potenziale obiettivo aggiornato.

Quota di rinnovabili sul consumo finale di energia in Europa (sinistra) e in Italia (destra) (%), 1990-2030E

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati European Environment Agency, Eurostat e PNIEC, 2021

 (*) Il trend inerziale è stato calcolato proiettando il CAGR (Compound Annual Growth Rate) dal 2015 al 2019, per tenere conto della maturità del mercato delle rinnovabili. Per l’Europa, è stato tenuto in considerazione il nuovo obiettivo di FER presente nel pacchetto “Fit for 55”. L’obiettivo aggiornato per l'Italia è stato stimato proiettando lo stesso aumento percentuale presente a livello europeo. Per il 2020 sono state prese in considerazione le stime dell'ENEA. A partire dal 2021 si è ipotizzato lo stesso andamento del periodo 2015-2019.

La quota del 30% di rinnovabili prevista dal PNIEC include al suo interno tre diversi contributi, ovvero la generazione elettrica da fonti rinnovabili, il consumo di fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento e il consumo di fonti rinnovabili nei trasporti. In particolare, l’obiettivo al 2030 prevede di coprire il 55,0% dei consumi finali elettrici lordi con energia rinnovabile. Più specificamente, gli andamenti previsti dal PNIEC richiedono una crescita sostenuta per i consumi finali FER termici (33,9% al 2030) e nei trasporti (22,0% al 2030) e un aumento ancora più alto per la generazione elettrica da rinnovabili, visibile in primis tra il 2025 e il 2030. Nello scenario descritto dal PNIEC, infatti, il maggiore contributo alla crescita delle rinnovabili è legato proprio al settore elettrico, che è atteso raggiungere ben 16 Mtep di generazione da FER (pari a 187 TW) al 2030, una crescita del 65% rispetto all’attuale capacità installata.

A questo scopo, è prevista una forte crescita della potenza per il settore fotovoltaico (+165% vs. 2017) ed eolico (+98% vs. 2017), mentre il settore idrico, geotermico e delle bioenergie sono previsti rimanere praticamente stabili. Attualmente, la fonte che garantisce il principale contributo alla produzione di energia elettrica da FER è quella idroelettrica (40% della produzione complessiva, seppur in flessione del -5,1% rispetto al 2018), recentemente interessata dal tema del rinnovo delle concessioni. Ad essa fanno seguito il solare (20,4%), l’eolico (17,4%), le bioenergie (16,9%) e il geotermico (5,2%).

Nonostante la maggior crescita prevista sia per il fotovoltaico che per l’eolico, se l'Italia continuasse a installare impianti al ritmo attuale il divario tra la potenza installata attuale e gli obiettivi del PNIEC sarebbe molto rilevante e si tradurrebbe in un gap potenziale al 2030 di 23 GW per il settore fotovoltaico e di 2,3 GW per il settore eolico. Tale divario sarà ancora più marcato alla luce delle future revisioni del piano a fronte delle rinnovate ambizioni europee in tema di FER.

Gap di potenza installata per il fotovoltaico (sinistra) e l'eolico (destra) per raggiungere l'obiettivo al 2030 (MW), 2017-2030E

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati PNIEC e GSE, 2021

 N.B.: Il CAGR (Compound Annual Growth Rate) tra il 2017 e il 2025 e tra il 2025 e il 2030 è stato utilizzato per l'andamento annuale della potenza installata secondo l'obiettivo PNIEC per il 2025 e il 2030. Per l'andamento annuale della potenza installata effettiva, è stato utilizzato il CAGR tra la potenza installata effettiva al 2017 e quella effettiva al 2019.

Uno dei fattori che più influisce negativamente sulla crescita della potenza installata da fonti rinnovabili nel nostro Paese è l’inefficienza degli iter autorizzativi degli impianti, iter che raggiungono in media 1 o 1,5 anni per il fotovoltaico e circa 5 anni per l'eolico, durate non in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese. Tale inefficienza degli iter autorizzativi disincentiva gli investimenti degli operatori, in particolare per gli impianti utility scale. Negli anni si è infatti assistito ad una progressiva riduzione della taglia media degli impianti, che per gli impianti fotovoltaici si è ridotta di oltre 4 volte dal 2011 ad oggi, passando da 54,7 kW a 12,9 kW. Tale fenomeno appare particolarmente evidente dai risultati delle recenti aste indette dal GSE: nell’ultima asta del 28 maggio 2021 è stata infatti assegnata solamente il 5% della capacità messa a gara.

È inoltre importante sottolineare che, ai fini di accogliere e integrare nel sistema elettrico la nuova capacità rinnovabile richiesta per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei e nazionali, è necessario investire nello sviluppo e rinnovo delle reti di trasmissione e distribuzione.

In sintesi, come evidenziato dalla politica europea ed italiana, le FER rappresentano un elemento cardine ed abilitante della transizione sostenibile e della decarbonizzazione al 2030 e al 2050. Tuttavia, sia l’Europa che l’Italia sono in ritardo verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030; tale gap è ulteriormente acuito dalla proposta di revisione dei target del nuovo pacchetto “Fit for 55” recentemente promosso dalla Commissione Europea. Occorre dunque accelerare significativamente lo sviluppo delle FER agendo sulla semplificazione delle procedure (come si è iniziato a fare con il Decreto Semplificazioni, che rappresenta un primo ma non sufficiente passo nella giusta direzione) e rimuovendo tutti gli ostacoli di ordine amministrativo-burocratico, procedurale e di governance per non mancare una finestra di opportunità fondamentale rappresentata anche dai fondi del programma Next Generation EU e dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, che vedono nella transizione green e sostenibile la comune direzione strategica per il futuro.