A distanza di circa un anno dall’introduzione del Superbonus 110, inserito nel Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (il cosiddetto “Decreto Rilancio”, poi convertito dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77), è possibile già fare un primo bilancio.
Indubbiamente l’incentivo costituisce una grande opportunità di rilancio dell’edilizia, contribuisce al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di efficientamento energetico degli edifici esistenti e costituisce uno strumento di rivalutazione del patrimonio immobiliare. Tuttavia, per molti potrebbe rivelarsi una grande illusione avendo generato grandi aspettative che poi si bloccano a causa delle difficoltà applicative.
Anche tra i tecnici c’è ancora tanta incertezza per norme molto (forse eccessivamente) articolate ed alquanto interpretabili e sono troppi i soggetti che emettono pareri, propongono FAQ, ecc., non tutti con la dovuta autorità ed autorevolezza, sull’onda dell’enorme interesse e risalto mediatico dell’argomento.
La normativa sul 110% è una dimostrazione evidente di quanto il potere legislativo sia poco collegato dalla realtà di tutti i giorni. Se l’intenzione era quella di dare uno stimolo a un settore da tempo in crisi, quale quello dell'edilizia, con una misura che nel contempo migliorasse la sicurezza e riducesse i consumi energetici degli edifici esistenti, in realtà la sua messa in opera sta rivelando risvolti molto più complicati del previsto.
I lavori già iniziati sono infatti poche migliaia a causa delle incredibili complessità burocratiche e interpretative, che hanno finito per scoraggiare molti proprietari. I tempi di risposta delle amministrazioni pubbliche, spesso dilatati a causa dell’emergenza sanitaria, sono lunghi, qualche volta anche a causa del disordine (o addirittura della mancanza) degli archivi degli atti tecnici. Nel frattempo i prezzi medi delle forniture legate all'edilizia stanno aumentando fortemente, come era prevedibile data la grande richiesta provocata da un intervento legislativo di questa portata.
Probabilmente il legislatore non si è reso conto dei meccanismi che andava a innescare, inseriti peraltro in un arco temporale molto ridotto, tale da non consentire una naturale risoluzione dei problemi.
Se la previsione iniziale indicava oltre 6 miliardi di euro di lavori generati dal “Superbonus 110%” che, inizialmente, era previsto scadere a fine 2021, in realtà i dati ufficiali riportano meno di 1.400 milioni di euro di lavori caricati sul portale ENEA sino a fine aprile, con circa 10.000 cantieri attivati, di cui soltanto il 10% sui condomini. È chiaro, quindi, che il meccanismo non sta funzionando sui grandi interventi, ma solo per le operazioni che coinvolgono piccoli edifici, ovvero gli edifici unifamiliari e quelli funzionalmente indipendenti. La taglia media degli interventi è di circa 100.000 euro con un uso nettamente maggiore dell’Ecobonus piuttosto che del Sismabonus.
Le motivazioni sono da ricercare innanzitutto nella fase decisionale dei condominii che nel periodo pandemico hanno riscontrato gravi difficoltà a convocare le varie Assemblee, la maggior parte delle quali praticamente inizia soltanto ora a decidere e a deliberare per fare lavori che però non potranno essere eseguiti nella stagione invernale, almeno in gran parte d’Italia. A questo si aggiunge la questione della risoluzione dei problemi connessi con la necessità di attestare la regolarità urbanistico-edilizia, quantomeno delle parti comuni degli immobili oggetto degli interventi; per far ciò è quasi sempre necessario fare l’accesso agli atti contenuti negli archivi cartacei degli uffici tecnici comunali dove il personale è ancora in gran parte in smart working, con tempo di attesa anche di vari mesi.
Sussiste poi il problema del contesto normativo in continua evoluzione. Gli articoli 119 e 121 della Legge 77/2020 (D.L. 34/2020) sono cambiati almeno 4 volte in un anno, ed oltre alla Legge ci sono le innumerevoli interpretazioni ufficiali (per non parlare delle ufficiose…), sotto forma di FAQ e risposte ad interpelli, con cadenza quasi quotidiana (!), di cui non si comprende appieno il reale valore giuridico, se non per l’istante. Sicuramente la materia è molto articolata e gli svariati casi non sono standardizzabili, ma spesso e ripetutamente viene messa in luce una sfumatura o un dettaglio normativo di cui ben pochi si erano resi conto o avrebbero potuto immaginare. Da qui l’incertezza che frena e talvolta arresta le decisioni e gli investimenti. Infine, anche le difficoltà create dalle norme energetiche già pre-vigenti alla Legge 77/2020, creano notevoli vincoli agli interventi energetici importanti e che probabilmente potrebbero essere semplificati nell’ottica di un effettivo incremento applicativo dello strumento Superbonus 110.
In tutta la confusione sopra descritta, risulta palese la necessità per i professionisti tecnici - in particolare noi Ingegneri – di interpretare correttamente e compiutamente il loro fondamentale ruolo: indirizzare le scelte sulle risorse economiche disponibili nel miglior modo possibile per ottenere gli scopi prefissati.
Come già affermato da molti in vari consessi, è necessario prendere atto che il Superbonus 110% è soltanto un mezzo di investimento per migliorare le condizioni energetiche, strutturali ed architettoniche nonché il comfort abitativo delle nostre abitazioni, con una sostanziale rivalutazione immobiliare, ma non costituisce sicuramente il fine. Purtroppo, però. l’approccio è spesso totalmente invertito, ponendo come fine soltanto il non spendere nulla. Questo implica la netta riduzione dell’importanza della tecnica e dell’ingegneria che stanno alla base del processo progettuale e realizzativo, mentre invece per ottenere le prestazioni richieste per l’accesso al 110% ci vuole la necessaria capacità progettuale e conoscenza delle tecnologie avanzate. E’ importante mantenere la ratio ed il fine di questi provvedimenti, che deve rimanere squisitamente culturale e progettuale. Ed è sostanziale che la fattibilità e l’opportunità dei vari interventi cosiddetti “Trainanti” e “Trainati” siano molto ben studiati ed individuati con la dovuta perizia, per non sprecare risorse pubbliche e per non peggiorare, addirittura, le condizioni degli edifici.
In conclusione si può affermare che il Governo (con l’opportuno aiuto anche del Next Generation EU - Recovery Fund europeo) ha introdotto uno strumento potente ed incisivo che avrà effetti positivi sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità urbana. Per non limitarne la portata, sono però fondamentali: una dilatazione dei tempi applicativi che tenga conto delle effettive difficoltà decisionali e realizzative oppure, meglio ancora, rendere il provvedimento strutturale e non più circoscritto ad un arco temporale; una costante semplificazione normativa ed applicativa, ancora assolutamente necessaria per non limitare fortemente l’accesso alle agevolazioni.