Cinque semplici azioni per fare la differenza: ricicla, riduci, riusa, recupera, rigenera. Così, per Hera, il modello di economia circolare può essere introdotto nelle attività quotidiane delle imprese e nei comportamenti di ogni cittadino. Per la multiutility la sostenibilità ambientale rappresenta da sempre una leva strategica, che produce valore condiviso e ricadute positive sui territori e le comunità servite. Da qualche tempo, inoltre, Hera mette a disposizione l’esperienza e le competenze maturate, a sostegno di altre aziende, offrendo soluzioni per una transizione verso un’economia circolare che aiuti a ridurre costi e sviluppare nuovi ricavi. Ne abbiamo parlato con Presidente Esecutivo, Tomaso Tommasi di Vignano.

Presidente Tommasi, in che modo Hera fa dell’economia circolare uno dei pilastri su cui fondare la sua crescita?

Per il Gruppo Hera risultati economici e sostenibilità rappresentano un binomio imprescindibile. Nel 2019 abbiamo registrato 7,4 miliardi di euro di ricavi e oltre 1 miliardo di margine operativo loro: risultati costantemente in crescita, raggiunti con una forte e costante attenzione alle logiche di sostenibilità economico-finanziaria, ambientale e sociale. Dal 2016 abbiamo cominciato a calcolare la quota di margine operativo lordo derivante da attività che oltre a produrre profitti contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Il MOL “a valore condiviso” nel 2019 è salito a 422,5 milioni di euro, pari al 39% del MOL complessivo, un risultato perfettamente in linea con la traiettoria segnata dal piano industriale, che proietta al 2023 questo valore al 42%. L’economia circolare è uno degli ambiti in cui Hera crea “valore condiviso”, ovvero genera valore per l’azienda e per i territori, risparmiando risorse naturali e quindi costi, dando risposte alle priorità e alle sfide più urgenti per lo sviluppo sostenibile del pianeta.

Uno dei temi più urgenti per la transizione verso un’economia circolare è senz’altro la gestione dei rifiuti, su cui si concentrano anche le nuove direttive europee. Quali sono i principali risultati raggiunti?

Oltre a una costante crescita nel tempo delle percentuali di raccolta differenziata sui territori che serviamo, grazie a numerosi progetti messi in campo, nel 2019 abbiamo traguardato almeno tre obiettivi europei in netto anticipo: a partire dal riciclo dei rifiuti urbani, che secondo Bruxelles deve raggiungere il 55% entro il 2025 e che Hera ha già portato al 56%. Sono migliori anche le performance relative al riciclo degli imballaggi, dove nel 2019 abbiamo raggiunto il 72%, anche in questo caso superando in largo anticipo l’obiettivo del 70% richiesto dall’Unione europea entro il 2030. Per quanto riguarda, infine, l’obiettivo di riduzione del ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani, l’Europa ha fissato il limite del 10% entro il 2035, mentre il Gruppo Hera è già al 3%, contro una media nazionale che si attesta al 24%. Guardando al futuro, ad esempio puntiamo entro il 2030 a un aumento del 150% della plastica riciclata (rispetto al 2017).

Che cosa contribuisce a raggiungere questi risultati?

Il nostro sistema di gestione dei rifiuti è sempre più orientato al recupero di materia, attraverso progetti innovativi e impianti con tecnologie all’avanguardia. Sul fronte della plastica, ad esempio, grazie ad Aliplast lavoriamo ogni anno 90 mila tonnellate di materia in ingresso e altrettante di prodotti finiti/polimeri rigenerati in uscita, con oltre il 90% di recupero/riciclo rispetto ai volumi gestiti. Sempre in tema di rifiuti, un altro esempio eccellente è rappresentato dal nostro impianto per la produzione di biometano a Sant’Agata Bolognese, in grado di trattare, ogni anno, 100 mila tonnellate di rifiuti organici prodotti dalla raccolta differenziata e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. Grazie a innovative tecnologie di digestione anaerobica e upgrading, queste risorse consentono di ottenere ogni anno 7,5 milioni di metri cubi di biometano, combustibile rinnovabile al 100%, che viene poi utilizzato come carburante green per il trasporto pubblico e privato.

In quali altri ambiti Hera investe per promuovere un modello di crescita sostenibile?

Tutte le attività dei nostri settori sono improntate alla sostenibilità: oltre all’area ambiente, promuoviamo la circolarità anche nel settore idrico e in quello energetico. Nell’ambito della depurazione, numerosi sono i progetti dedicati al riuso delle acque, all’adeguamento degli scarichi e al recupero dei fanghi. Un esempio tra tutti è il Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzata (PSBO) che stiamo realizzando a Rimini, in partnership con altre realtà istituzionali, grazie a investimenti per oltre 150 milioni di euro. Un’opera fondamentale, segnalata dall’ONU per la sua importanza nella salvaguardia degli ambienti marini. Stiamo, inoltre, portando avanti in diverse città progetti importanti di riqualificazione energetica dei sistemi di illuminazione pubblica, che puntano al risparmio e utilizzano energia ottenuta da fonti rinnovabili. Le nuove strutture installate sono pensate per essere riutilizzate e la gran parte dei componenti potrà essere inserita, a fine vita, nel circuito del riciclo.

Guardando al futuro, è indispensabile progettare una crescita che tenga conto del rispetto dell’ambiente. Per questo sempre più aziende, per rimanere competitive, hanno iniziato una trasformazione “green” dei processi produttivi. In che modo Hera offre la propria esperienza alle grandi aziende?

Con la nostra proposta multiservizio Hera Business Solution, le aziende possono ridurre i costi, migliorare le prestazioni energetiche e allo stesso tempo diventare competitive in un mercato che guarda con sempre maggiore attenzione a questi temi. La proposta integra azioni che vanno dalla gestione e valorizzazione dei rifiuti industriali, alla fornitura di energia, gas ed energia verde, all’efficientamento energetico e del ciclo idrico, servizi di facility e Ict. Soluzioni sostenibili e chiavi in mano, adattabili alle singole imprese, che possono anche rendicontare le performance di sostenibilità ottenute attraverso il report annuale Circular Economy Report. Tutto questo avvalendosi delle competenze di un unico interlocutore. Tra le aziende che hanno già scelto questa proposta c’è Fruttagel, specializzata nella trasformazione industriale di ortofrutta fresca.