La pandemia Covid-19 sta rallentando l'attività economica costringendo tutti i Governi del mondo a trovare nuove politiche di rilancio. Anche a livello energetico, si osserva una forte propensione alla trasformazione in pochissimo tempo e all’adattamento a condizioni di vita molto diverse da quelle a cui siamo abituati. Alcuni vedono nell’epidemia un'anteprima preoccupante di imminenti perturbazioni che il nostro mondo porta con sé; posizione non condivisa da altri. Quel che è certo è che molto è cambiato nel modo di valutare l’impatto delle nostre scelte.
Questa crisi ha infatti sottolineato la profonda dipendenza delle società moderne da forniture elettriche affidabili per supportare i sistemi sanitari, le imprese, la digitalizzazione, lo smart working e le comodità di base della vita quotidiana, evidenziando quanto sia importante bilanciare la convenienza economica e un servizio elettrico sicuro e affidabile.
In questo contesto, i governi dovrebbero cogliere l'occasione per lanciare pacchetti di stimolo, non solo con iniziative come gli Ecobonus che oltre a migliorare l'efficienza energetica degli edifici creano posti di lavoro, riducono le bollette energetiche e aiutano l'ambiente, ma anche con investimenti incentrati sulle tecnologie energetiche a basso impatto ambientale. Sarebbe auspicabile che questa crisi internazionale senza precedenti si trasformasse in un evento eccezionale, su cui far leva per accelerare il processo di cambiamento e ricostruire un mondo più pulito e sostenibile. Come? È già un dato di fatto che l’equilibrio del sistema energetico si stia orientando verso il rinnovabile a discapito del fossile, come dimostrano i dati sui consumi di combustibili fossili, che potrebbero aver raggiunto il picco massimo in anticipo rispetto alle previsioni precedenti all’epidemia. Secondo il rapporto dell’AIE, Global Energy Review 2020, i cambiamenti nell'uso dell'elettricità durante i blocchi hanno comportato un calo significativo della domanda complessiva di energia elettrica (anche del 20%), con livelli e schemi di consumo nei giorni feriali simili a quelli di una domenica pre-crisi. Una riduzione che su base annua, nel 2020, potrebbe toccare il 5%, il valore più elevato dalla Grande Depressione degli anni '30.
Pertanto, il settore energetico che emergerà dalla crisi Covid-19 potrebbe apparire significativamente diverso da quello del passato. I prezzi bassi uniti alla scarsa domanda in tutti i sottosettori lasceranno le società energetiche con posizioni finanziarie indebolite e bilanci spesso sotto stress e le costringeranno, per sopravvivere, a creare alleanze strategiche con l’obiettivo di migliorare il loro consolidamento di mercato. Al contrario, le linee di business che sono più indipendenti dal mercato finanziario, ovvero quelle con progetti di energia elettrica rinnovabile, emergeranno da questo periodo con posizioni finanziarie migliori.
La direzione intrapresa infatti porta verso un sistema energetico low carbon, di cui stiamo prendendo coscienza negli ultimi mesi in ragione del calo delle emissioni conseguente alle misure di contenimento imposte. Un sistema a basse emissioni fornirebbe molti benefici immediati per la salute - come la riduzione dell'inquinamento - e avrebbe ripercussioni positive in termini di risparmio nel settore sanitario. Considerando, poi, che i costi delle principali tecnologie rinnovabili, come il solare e l'eolico, si sono notevolmente ridotti rispetto agli anni passati, vedremo una forte crescita del settore.
Quale ruolo avrà l'idrogeno in questo scenario?
L’idrogeno sta attualmente godendo di una spinta politica e commerciale senza precedenti, con un numero di iniziative e progetti in rapida espansione in tutto il mondo. Questo è il momento giusto per potenziare le tecnologie e ridurre i costi al fine di consentirne un ampio utilizzo.
Tale logica di investimenti afferisce a due ordini di ragioni: il primo di natura finanziaria ha a che fare con gli attuali livelli dei tassi di interesse, già bassi e ulteriormente in diminuzione, che rendono più accessibile il finanziamento di grandi progetti. Le banche stanno infatti offrendo finanziamenti con tassi migliori per investimenti carbon free, ponendo un veto nei confronti di quei progetti che non seguono la direzione della sostenibilità. Il secondo di natura tecnica muove dalla consapevolezza che l’idrogeno è l’unica vera soluzione che potrebbe garantire una migliore continuità di erogazione dell’energia elettrica, senza subire le fluttuazioni di produzione che caratterizzano i sistemi solari ed eolico.
Tuttavia, a un aumento degli investimenti in idrogeno, deve seguire un impegno affinché si ottenga il massimo della disponibilità di questa preziosa risorsa, capace di eliminare le incertezze residue sulla decarbonizzazione di settori quali l’aviazione, la logistica, gli autotrasporti, l’acciaio e il cemento.
Sarà necessario uno sforzo politico coordinato per raccogliere tutte le opportunità offerte da questa fase di transizione verso l’energia pulita e approdare a un settore energetico più moderno, più green e più resiliente per tutti al fine di ridurre il rischio di affrontare le crisi catastrofiche che i cambiamenti climatici e sanitari potrebbero portare. Questa discontinuità rispetto al passato porterebbe benefici ad un numero più ampio di persone, rispetto a chi trae vantaggio dalla continuità.