L’evoluzione di Assopetroli in Assopetroli-Assoenergia, avvenuta nel 2011, mette in luce la necessaria attenzione che va riservata al tema dell’efficienza energetica. La storica Associazione degli imprenditori che operano nel commercio e nella logistica dei prodotti petroliferi rappresenta anche le piccole e medie imprese che operano nel settore del risparmio e dell’efficienza energetica, ed in particolare nel miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti termici; nella progettazione e realizzazione di nuovi edifici-impianti a basso consumo energetico; nella riqualificazione energetica del parco immobiliare esistente; nella certificazione energetica degli edifici; nell’innovazione tecnologica degli impianti termici ed integrazione con le fonti di energia rinnovabile. A tal proposito, abbiamo chiesto a Claudio Ferrari, presidente di Federesco, l’Associazione che riunisce, tutela e supporta le energy service company italiane, di ribadire quale ruolo sta giocando e giocherà l’efficienza energetica nel futuro dell’energia e dell’ambiente in Italia e non solo.

L’efficienza energetica è la fonte di energia maggiormente disponibile a livello universale. Metterla al primo posto rispecchia il fatto che la fonte di energia più conveniente e più pulita è l’energia che non deve essere prodotta o utilizzata. Questo significa fare in modo che l’efficienza energetica sia presa in considerazione nell’ambito dell’intero sistema energetico, ossia gestire attivamente la domanda in modo da ottimizzare il consumo di energia, ridurre i costi per i consumatori e la dipendenza dalle importazioni, considerando gli investimenti nelle infrastrutture di efficienza energetica come una soluzione efficace in termini di costi e percorribile verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. Questo permetterà di ritirare dal mercato l’eccesso di capacità produttiva, soprattutto per quanto concerne la produzione di energia con combustibili fossili” (Commissione Europea - COM 860).

Come veniva sottolineato già nel 2016 nel documento della Commissione Europea denominato “Energia pulita per tutti gli Europei”, il cambiamento climatico è ormai parte centrale del contesto energetico mondiale nonché la principale sfida del nostro tempo, e l’efficienza energetica è la miglior arma che abbiamo a disposizione per vincere questa sfida.

Contribuendo significativamente alla riduzione della crescita di emissioni di CO2, infatti, un utilizzo più efficiente delle risorse sarà la chiave per rispettare il non facile obiettivo indicativo in materia di risparmio del 32,5% entro il 2030, inteso come riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007. L’efficienza energetica e la generazione distribuita, pertanto, acquisiranno sempre maggiore importanza nell’ambito del sistema economico italiano, a tal punto che, già da oggi, possono diventare vero e proprio motore di sviluppo per tutti i settori, creando occupazione più di qualunque altra strategia industriale.

Per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di politica energetica comunitari e internazionali, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili devono e dovranno configurarsi come un’attività organica e strategica necessaria per promuovere il passaggio verso un’economia basata sull’impiego efficiente delle risorse per una ripresa dello sviluppo economico che sia intelligente, sostenibile e inclusivo. Sprechi e perdite sono una risorsa nascosta di cui disponiamo e che l’efficienza energetica ci consente di recuperare e valorizzare ottenendo ulteriori e consistenti benefici energetici, industriali, economici, ambientali e sociali.

I vantaggi, siano essi tecnologici, comportamentali o gestionali, non si limitano alla diminuzione dell'inquinamento e all'ovvio risparmio economico derivante dalla diminuzione del consumo di combustibili fossili, ma sono molto più ampi e quantificabili e si possono riscontrare nei settori del lavoro, della salute, della produttività e dei consumi.

Il miglioramento dell'efficienza energetica, infatti, coinvolge lo sviluppo macroeconomico di un paese, fornendo benefici all'intera attività economica, dall'aumento del PIL all'incremento dell'occupazione; contribuisce a migliorare le condizioni di comfort degli edifici, rendendoli più salubri e incidendo in modo positivo sulla salute della popolazione (soprattutto dei cittadini più vulnerabili, come bambini, anziani o malati) con evidenti benefici economici, riscontrabili sia nella riduzione della spesa sanitaria, sia nell'aumento della produttività lavorativa; consente di aumentare la competitività dell'azienda, la sua redditività, e l'aumento della produzione e della qualità dei prodotti; comporta una riduzione dei costi per la produzione, la trasmissione e la distribuzione di energia, oltre che una maggiore stabilità del mercato energetico, una sua minore dipendenza dalla produzione energetica all'ingrosso e una maggiore accessibilità per i clienti ai servizi energetici. 

Gli obiettivi quantitativi in termini di efficienza energetica indicati nel Piano Strategico Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) fissano la riduzione dei consumi al 2030 pari al 43% dell’energia primaria e al 39,7% dell’energia finale rispetto allo scenario di riferimento PRIMES 2007.

Nonostante l'Italia parta già da un livello di intensità energetica inferiore alla media UE grazie ai risultati significativi in termini di riduzione dei consumi ottenuti negli ultimi anni, permane un elevato potenziale di risparmio energetico da conseguire prevalentemente nei settori non-ETS in particolare in ambito civile (residenziale, terziario e pubblica amministrazione), nei trasporti, servizi e agricoltura. La riqualificazione del parco immobiliare rappresenta, in particolare, un’importante occasione di miglioramento del territorio e di rilancio per l’edilizia anche se il settore residenziale è stato fino ad oggi presidiato da strumenti poco efficaci ed efficienti, mentre quello dei trasporti poco considerato. Ai fini del rispetto dell’obbligo e proprio con particolare riferimento a questi due settori che costituiscono le più rilevanti voci di consumo energetico, si intende promuovere una riduzione di consumi di energia finale da politiche attive pari a circa 9,3 Mtep/anno al 2030.

L’adesione agli obiettivi europei per il 2030 e la definizione di un percorso di decarbonizzazione verso il 2050 sono dunque i primi passi per una trasformazione radicale del sistema energetico italiano e del funzionamento della società. Sarà tuttavia necessario favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico, raggiungere e superare gli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione definiti dal Pacchetto europeo e promuovere l’efficienza energetica e le energie da fonti rinnovabili come lo strumento più rapido ed economico per affrontare le sfide nel campo della sicurezza energetica, dell’ambiente e dell’economia ricorrendo a un mix di strumenti di natura fiscale, economica, regolatoria e programmatica, prevalentemente calibrati per settori di intervento e tipologia dei destinatari.