Leggendo la sua carica aziendale la prima cosa che viene da pensare è che si tratta di uno di quegli ambiti che solo una decina di anni fa le aziende non prendevano in considerazione mentre ora, specie per le più lungimiranti e innovative, è parte integrante del business. Potrebbe spiegarci brevemente che cosa significa essere a capo dell’area Digital e IT di Falck Renewables e perché le imprese, in ogni comparto, stanno investendo nel digitale?
La trasformazione digitale è un fenomeno ormai da tempo dirompente all’interno di tutti i settori, da quello consumer, più tradizionale, fino all’industria, dove l’impatto organizzativo è ancora più significativo poiché si rende necessaria una completa e profonda revisione dei processi primari. Tutte le aziende, anche quelle il cui core business è di natura produttiva ed asset-driven stanno quindi facendo i conti con l’invadenza, in senso positivo, dei servizi e dei prodotti digitali. Per non essere quindi “sorpassati a destra” da business meno capital-intensive ma con maggiore capacità di permeare il mercato, è necessario dominare non solo la tecnologia digitale, ma anche i suoi modelli organizzativi, creando un ecosistema di competenze e relazioni e favorendo l’interoperabilità dei processi e delle soluzioni. Governare la trasformazione digitale in un’azienda come Falck è quindi prima di tutto una sfida che riguarda l’organizzazione, dove il ruolo del Chief Digital & Information Officer è quello di essere l’abilitatore primario verso il cambiamento, con il compito di fornire gli strumenti, creare le piattaforme che abilitano prodotti e modelli operativi nuovi ed incrementare il livello delle digital skills.
Sette mesi fa ha iniziato la sua avventura nel campo delle rinnovabili. Ha trovato un settore al passo coi tempi in termini di digitalizzazione? Quali margini di miglioramento ci sono? Può citare i principali progetti in corso o attesi?
La crescita esponenziale delle rinnovabili e il nuovo percorso verso la “grid parity” hanno messo in luce i limiti in termini di maturità digitale di questo settore. In particolare, il ritardo si riscontra nelle “operation technologies” che sono fondamentali nell’accelerare il percorso che porta verso un’evoluzione in ambito IOT ed al conseguente utilizzo evoluto dei dati di produzione. Questo nonostante la mancanza di standard di interoperabilità. Mentre altri settori stanno già creando nuovi servizi digitali estraendo valore dai dati, molto spesso gli asset manager che si occupano di rinnovabili si accontentano delle cosiddette “control room”, stanze piene di monitor che processano e armonizzano le informazioni provenienti dai software progettati per controllare l’intero processo produttivo anche a distanza (cd. sistemi scada). In un contesto che vede la crescita del settore e allo stesso tempo la necessità di una sempre maggiore competitività, la leva della digitalizzazione dovrebbe rappresentare invece il principale vantaggio competitivo in termini di flessibilità ed efficienza. Per questa ragione Falck Renewables sta investendo significativamente in questa direzione, definendo un piano strategico che si evolve su quattro direttrici principali:
- Trasformazione digitale dei processi interni, con lo scopo di efficientarli ed abilitare un time-to-market tempestivo e competitivo;
- Creazione di una infrastruttura scalabile e sicura;
- Trasformazione digitale dei servizi di asset management: attraverso la realizzazione di una piattaforma di asset management con funzionalità di advanced analytics, che massimizzi l’utilizzo dei dati di produzione; di dashboard che consentano di misurare l’effettivo ritorno dell’investimento; di una maggiore integrazione con i processi downstream attraverso funzionalità di production forecasting, market analysis e portfolio management;
- Digitalizzazione come connettore tra il produttore ed il consumatore: evoluzione della piattaforma di monitoraggio ed efficientamento dei consumi con un maggior focus verso i servizi di flessibilità, in modo da fornire un punto di vista integrato tra il produttore ed il consumatore, abilitando la flessibilità virtuale della rete laddove non è sostenibile quella fisica.
Previsioni meteo, analisi dei mercati, bilanciamento dei sistemi elettrici, servizi ai clienti: la raccolta e l’analisi di dati e l’integrazione dell’ecosistema tra produttore e consumatore possono facilitare la creazione di nuovi processi e servizi specie nel comparto delle rinnovabili. In quali di questi ambiti vede maggiori opportunità?
In questo contesto, che vede proprio nell’interconnessione la generazione di valore sostenibile per l’intero sistema, attualmente Falck Renewables sta investendo nell’evoluzione della propria piattaforma digitale, per renderla scalabile ed aperta all’ecosistema di fornitori e clienti. L’idea è quella di integrare il punto di vista del cliente finale con quello del produttore, semplificando e rendendo il più flessibile possibile l’interazione. Le nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale consentono infatti di estrarre dai dati un valore molto più efficace rispetto a quanto classicamente derivabile da una mera analisi e reportistica che sintetizza le dimensioni anziché correlarle tra loro. Di fatto, l’artificial intelligence consente il passaggio dal complicato al complesso, che è quanto ha da sempre distinto l’intelligenza di natura computazionale da quella tipica dell’essere umano, rendendo le due intelligenze più vicine e, soprattutto, integrabili. Questo elemento innovativo trasforma l’analisi ingegneristica, tipicamente causa-effetto, inserendo nuovi modelli ed algoritmi di interpretazione delle informazioni, nonché arricchendo e rafforzando la capacità di valutare e cambiare le proprie decisioni in tempo reale. Integrazione e capacità analitica evoluta sono gli elementi cardine che possono portare al vero vantaggio competitivo su diversi fronti, quali forecast di produzione e benchmark, trading, UVAP e UVAM che necessitano di modelli previsionali accuratissimi sia lato produzione che lato consumo.
Nella storia è spesso accaduto che le rivoluzioni tecnologiche abbiano colto alla sprovvista il legislatore. Ritiene che la normativa stia supportando la trasformazione digitale del settore energetico o al contrario rappresenti un ostacolo al processo in corso? Potrebbe farci qualche esempio?
Il mondo delle rinnovabili sta trasformando tutto il settore elettrico e, in modo speculare, la sua crescente diffusione sta imponendo una profonda trasformazione proprio all’interno del comparto stesso delle rinnovabili che deve misurarsi con la transizione verso la completa market parity. Questo profondo mutamento di contesto, peraltro necessario per raggiungere gli obiettivi ambientali sempre più sfidanti che il legislatore sta ponendo a livello globale, offre l’opportunità di creare nuove regole in un nuovo mercato composto da un ecosistema di attori sempre più complesso ed articolato, in cui la completa integrazione per abilitare maggiore flessibilità diventa una conditio sine qua non. Conseguentemente il legislatore dovrà accelerare l’impulso verso sistemi e reti più flessibili ed adattare il disegno di mercato e le policy al fine di integrare il maggior numero di attori della filiera e di fonti rinnovabili in modalità sicura ed efficiente. Così facendo, si creerà un maggior valore distribuito e verrà premiato il vantaggio competitivo guidato dall’innovazione. La crescita significativa di impianti fotovoltaici distribuiti, ad esempio, richiederà regole più efficaci e trasparenti per il consumo diretto, l’immissione in rete e l’allocazione dei costi fissi. E questo a sua volta agevolerà la creazione di nuovi servizi anche peer-to-peer, disaccoppiando maggiormente il controllo e l’ownership fisica della rete dai servizi ancillari, un ambito nel quale valorizzare la competitività è un valore per l’intero mercato.