Il cambiamento climatico costituisce una minaccia per la stabilità del sistema finanziario. Anche quest’anno il rapporto del World Economic Forum inserisce i rischi climatici e ambientali tra le principali minacce alla tenuta dell’economia mondiale e autorevoli studi evidenziano come esso potrà portare a crisi finanziarie, a perdite tra il 5 e il 20% del PIL mondiale e a una caduta degli standard di qualità della vita.
Il sistema finanziario sarà decisivo nei prossimi decenni per mobilitare le risorse necessarie ad affrontare la crisi climatica sia in termini di investimenti che nella dismissione di asset non allineati con gli obiettivi climatici quali quelli in fonti fossili. La strada verso il greening del settore finanziario è ancora lunga da percorrere dal momento che la maggior parte dei flussi finanziari sono gestiti in base a considerazioni di breve termine, guidate da meccanismi speculativi che hanno il solo obiettivo di aumentare al massimo i profitti con scarsa attenzione verso gli impatti sociali e ambientali prodotti. La chiave green rappresenta, quindi, anche un’occasione per ricollegare la finanza con l’economia reale riportandola ad investimenti che abbiano concreti e benéfici impatti sulla società e sul sistema produttivo per innalzare la qualità della vita, migliorare il benessere, creare nuova occupazione e nuovo sviluppo durevole.
A livello mondiale sono sempre più numerose le iniziative di autorevoli organizzazioni – quali l’UNEP, la Banca Mondiale, il Financial Stability Board del G20, l’Unione Europea – volte a costruire un quadro di conoscenze e strumenti utili a orientare il sistema finanziario verso uno sviluppo sostenibile e alcuni Paesi stanno dando attuazione a tali impegni sviluppando delle piattaforme per lo sviluppo di una finanza green. La Francia, ad esempio, ha previsto investimenti pubblici per 57 miliardi di euro entro il 2022, per accelerare la transizione ecologica e sostenere la ripresa economica.
Anche in Italia, a partire dal 2016, grazie all’iniziativa congiunta del Ministero dell’Ambiente e dell’UNEP è stato avviato un National Dialogue on Sustainable Finance che ha coinvolto tutti i principali attori finanziari del panorama italiano: il sistema bancario, il mondo delle assicurazioni e dei Fondi pensione, le rappresentanze industriali, le autorità indipendenti di regolazione e controllo, i principali soggetti istituzionali e i centri di ricerca sullo sviluppo sostenibile.
Il National Dialogue ha permesso di discutere con i principali stakeholder gli ostacoli che rallentano lo spostamento degli investimenti verso lo sviluppo di una green economy e le opportunità che possono essere create dall’integrazione di criteri e indicatori ambientali nelle scelte di investimento. Con la conseguente elaborazione del Rapporto nazionale “Financing the future” presentato a febbraio 2017 presso la Banca d’Italia sono state illustrate 18 proposte e raccomandazioni per la finanza verde e sostenibile in Italia. Il lavoro condotto dall’UNEP è stato anche di sostegno in occasione della Presidenza Italiana del G7 sul tema della finanza green. A settembre 2017, per dare continuità alla rete e alle azioni avviate dal Dialogo Nazionale, è stato avviato l’Osservatorio Italiano sulla Finanza Sostenibile (OIFS) e sono stati costituiti 4 gruppi di lavoro tematici con l’obiettivo di sviluppare proposte di iniziative concrete di finanza sostenibile.
Tra le varie iniziative avviate dal governo italiano, nell’aprile 2016, i Ministri delle finanze di Italia e Francia hanno sottoscritto una lettera di intenti per promuovere la finanza verde ed implementare gli obiettivi delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile; la lettera individua le azioni da intraprendere in seguito alla conclusione dei processi di Addis Abeba sulla finanza per lo sviluppo, di adozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, dell’Accordo sul clima di Parigi.
Il 17 settembre 2017, in occasione della 72a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Italia e Germania, nei rispettivi ruoli di Presidenza del G7 e del G20, hanno sottoscritto una lettera d’intenti per sostenere, anche finanziariamente, la nuova strategia del Segretariato Generale delle Nazioni Unite finalizzata ad accelerare la mobilitazione di finanziamenti per l’attuazione dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di lungo termine dell’accordo di Parigi.
A dicembre dello scorso anno, infine, è stata lanciata a Parigi l’iniziativa nazionale per un Centro Finanziario italiano per la sostenibilità, con cui oggi l’Italia partecipa al network internazionale dei centri finanziari e che nasce proprio nell’ambito dell’OIFS. Il prossimo appuntamento è per il 12 e 13 aprile a Milano, in concomitanza con il Salone del Risparmio, per la presentazione della rete.
La finanza rappresenta, a detta di molti, lo sleeping giant nel contrasto alla crisi climatica ma fortunatamente si registra un suo rapido risveglio che, se proseguirà, la renderà un alleato insostituibile per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.
*(Responsabile Area imprese della green economy-Fondazione per lo sviluppo sostenibile)