A cura dell'Ufficio Comunicazione di Elettricità Futura

La definizione di una nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) è soprattutto un’occasione per individuare gli elementi più critici del settore energetico - in particolare del comparto elettrico - e mettere in chiaro le azioni necessarie per affrontarli correttamente. L’obiettivo principale della Strategia deve essere la decarbonizzazione dell’economia del paese, obiettivo che può essere raggiunto agendo lungo tre direttici.

In primo luogo, proseguendo con la decarbonizzazione della produzione di elettricità, attraverso lo sviluppo armonico e efficiente di fonti rinnovabili con meccanismi concorrenziali che consentano investimenti a costi sempre più competitivi. Gli obiettivi al 2020 li abbiamo già conseguiti, ma quelli al 2030 non sono altrettanto a portata di mano: per il settore elettrico italiano, che già oggi vede le rinnovabili offrire il 40% dell’elettricità prodotta, significa individuare nuove vie di crescita nell’ambito del mercato, attraverso strumenti di accompagnamento di medio e lungo termine. Nuovi investimenti efficienti, recupero di siti particolarmente vocati attraverso iniziative di repowering e progressiva diffusione di produzione rinnovabile decentrata e di piccola taglia saranno le tre leve fondamentali per proseguire in questa direzione.

Una seconda priorità è quella di indirizzare le scelte di produzione e di investimento lungo l’intera filiera verso le tecnologie a più bassa intensità di emissioni. Ciò richiede un rafforzamento dell’Emission Trading Scheme europeo, un meccanismo che ancora risente di evidenti errori allocativi nella fase iniziale del suo sviluppo, ma che rappresenta un modello avanzato e orientato al mercato di valorizzazione delle esternalità ambientali che, non a caso, si sta diffondendo in diverse altre geografie dal Nord America al Far East.

Infine, va perseguita con decisione l’efficienza energetica negli usi finali di energia. L’Italia, il cui tessuto industriale è peraltro caratterizzato da una forte impronta manifatturiera, fa parte del plotone dei paesi più virtuosi a livello OCSE. Ulteriori miglioramenti potranno essere raggiunti attraverso l’aumento deciso della penetrazione elettrica, in particolare nel settore dei trasporti e della climatizzazione. Si stima che per ridurre dell’80% le emissioni di gas climalteranti entro il 2050 la penetrazione elettrica dovrà passare dall’attuale 23% ad oltre il 50%.

Tutti i principali scenari sono concordi nell’indicare nello sviluppo del vettore elettrico uno degli strumenti fondamentali per rendere più efficienti i consumi energetici: in altre parole, si userà più elettricità per consumare meno energia. Tale evoluzione, oltre a promuovere la decarbonizzazione, avrà anche benefici fondamentali nella riduzione dell’inquinamento delle nostre città.  L'inquinamento urbano è infatti una triste consapevolezza sia per i cittadini che per le istituzioni europee, tanto che l'UE ha avviato procedure d'infrazione per superamento dei limiti d'inquinanti in ben 19 dei 28 Stati Membri. La legislazione europea che verrà promulgata in materia di trasporti nei prossimi mesi, dopo aver individuato la criticità di un settore che rappresenta il 30% dei consumi finali di energia su scala europea e che fa ricorso per il 99% ai combustibili fossili, darà la massima considerazione ai veicoli elettrici, che rappresentano una delle più efficaci soluzioni nella lotta contro l'inquinamento atmosferico e, allo stesso tempo, costituiscono una grande opportunità industriale. Considerando l’attuale mix di generazione elettrica italiano, le autovetture elettriche presentano emissioni di anidride carbonica del 50% inferiori a quelle delle più performanti vetture con motori a combustione interna, mentre garantiscono emissioni pari a zero quanto a ossidi di azoto, particolato, idrocarburi incombusti e composti organici volatili, che rappresentano un intollerabile maggiore rischio per la salute di milioni di perone.