Estrarre petrolio e coltivare pomodori sembrerebbero due attività alternative, prevalentemente concepite come incompatibili e quindi non in grado di coesistere sul medesimo territorio. Ma non in Francia, dove 10 ettari di serra vengono riscaldati grazie al calore recuperato dalle attività petrolifere.

Vermilion Energy Inc (di seguito Vermilion) è una compagnia canadese di produzione di petrolio e gas costituitasi nel 1994 e che oggi opera su scala internazionale. In Francia, dove è presente dal 1997, copre il 75% della produzione nazionale di idrocarburi grazie allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi dei bacini aquitano e parigino. L’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo avviene mediante pompe meccaniche; il prodotto/miscela che si ottiene è composta da petrolio, gas associato e acqua calda salata che – all’uscita del pozzo – raggiunge temperature prossime a 60°.

Fin dall’insediamento delle sue attività in territorio francese, Vermilion ha dato vita ad una serie di partnership ad elevato valore aggiunto dimostrando un forte impegno nello sviluppo economico delle comunità che la ospitano. In particolare, ha iniziato a studiare delle soluzioni che le consentissero di valorizzare il gas e l’acqua calda associati all’estrazione di petrolio: il gas per la generazione elettrica e il calore prodotto dall’acqua per il riscaldamento urbano, di scuole e di case popolari. 

Dal canto loro, i produttori serricoli Tom d’Aqui – facenti parte del gruppo francese Rougeline - erano alla ricerca di una fonte di energia affidabile, economicamente accessibile e rispettosa dell’ambiente da utilizzare per coltivare pomodori sotto serra.

Nel 2008, l’incontro tra Vermilion e Rougeline ha permesso di gettare le basi di una partnership locale, concretizzando un progetto mutuamente proficuo di sviluppo sostenibile. Su proposta di Vermilion, infatti, Rougeline ha deciso di insediare il nuovo impianto serricolo a Parentis-en-Born, nelle Lande, proprio di fianco ai pozzi petroliferi operati dalla compagnia. Grazie a un sistema di scambiatori termici, il calore sprigionato dall’acqua salata del giacimento viene utilizzato per riscaldare un circuito di acqua dolce che alimenta le serre. Una procedura responsabile e poco onerosa per il produttore di pomodori, che al contempo rientra nel principio di “ecoserra” (riduzione dei costi operativi del 30%). Con questo progetto, la compagnia petrolifera valorizza da un lato il calore associato ai suoi processi produttivi, che altrimenti andrebbe disperso, dall’altro riscalda 10 ettari di serra che danno lavoro a 150 persone, contribuendo ad abbattere in misura significativa le emissioni di anidride carbonica.

Inoltre, Tom d’Acqui utilizza 1.300 m² di pannelli fotovoltaici che gli permettono di ridurre ulteriormente il consumo di energia, ricicla tutta l’acqua utilizzata e non fa uso di pesticidi. Le 6.000 tonnellate di pomodori annualmente prodotte vengono coltivate su un substrato organico che ogni anno viene interamente riciclato alla fine di ogni ciclo di raccolta.

Il progetto è valso a Tom d’Acqui il “Premio per l’economia circolare in materia di ecologia industriale e territoriale”, consegnatogli a dicembre 2016 dal Ministro dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia, Philippe Martin. Nel 2015, figurava inoltre tra i tre vincitori della categoria Energie rinnovabili del Trophée de la transition énergétique promosso dalla Rivista Usine Nouvelle.

Il successo sul piano ecologico, sociale ed economico di questo progetto ha dato luogo a estensioni e creazioni di nuove ecoserre nelle vicinanze.

Grazie al contributo di Vermilion, in meno di 10 anni dal suo avvio, la partnership ha raggiunto risultati impressionanti:

-  4 ecoserre (27 ettari totali),

- 15.000 tonnellate di pomodori prodotti ogni anno,

- 350 posti di lavoro a tempo indeterminato creati,

- 35 milioni di euro investiti in ambito rurale,

- 15.000 tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno.

Un nuovo progetto: l’eco-quartiere di Arcachon

Sempre nell’ottica di implementare iniziative di sviluppo sostenibile, Vermilion si è lanciata in un nuovo progetto secondo lo stesso principio utilizzato nelle serre di Parentis-en-Born: dal 2016, fornisce gratuitamente e per 30 anni l’80% del calore necessario al riscaldamento di 450 appartamenti in quello che è diventato il primo ecoquartiere del comune di Arcachon (sud-est della Francia). Gli abitanti dell’ecoquartiere potranno contare nell’arco di trent’anni su un risparmio in bolletta del 60%. Il 20% di fornitura che residua – durante i periodi di manutenzione dei pozzi petroliferi - sarà assicurato da soluzioni alternative quali un impianto di biogas alimentato a pellet.  

L’ecoquartiere è stato realizzato nel sito che ospitava un vecchio ospedale. Il progetto di riconversione è sostenuto da diversi partner istituzionali (Comune di Arcachon, Domofrance), industriali (Engie, Vermilion) e immobiliari (Pichet) e incarna la volontà condivisa di creare uno spazio di vita funzionale, innovativo, integrato con la natura circostante, capace di valorizzare il patrimonio naturale e le risorse del territorio.

Tanto a livello costruttivo che prestazionale, diversi impegni sono stati presi per garantire la sostenibilità delle abitazioni. Ad esempio: riutilizzo dei detriti di demolizione, recupero delle acque piovane, conservazione e protezione della fauna e della flora autoctone, rispetto della diversità sociale, riscaldamento 100% ecologico, incentivazione della mobilità dolce, soluzioni edili efficienti in termini di clima e luminosità, creazione di spazi condivisi, banda larga.

nota: la traduzione del testo originale in lingua francese e' a cura della redazione di RiEnergia.