L’Italia oggi sta vivendo un nuovo protagonismo nel settore dell’economia circolare. Non è più il paese dell’emergenza rifiuti, ma può contare sull’attività di tanti campioni dell’economia circolare Made in Italy – tra amministrazioni, piccole e medie imprese, aziende, start-up - che già percorrono questa strada e che recuperano o utilizzano materie prime seconde che fino a ieri finivano in discarica. Ed è proprio questo il punto di forza dell’economia circolare che, a differenza di quella lineare, dà vita a un processo di autogenerazione in cui tutte le attività sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. Ecco allora che guardando con più attenzione la nostra Italia scopriremo che negli anni la Penisola è diventata culla di buone pratiche ed esperienze innovative che vanno in questa direzione, ottimizzando virtuosamente la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riuso, il riciclo e la riparazione di prodotti. C’è chi ad esempio recupera circa 250.000 tonnellate di pneumatici fuori uso trasformandoli in gomma riciclata da utilizzare per superfici sportive o isolanti acustici come fa Ecopneus. Chi ricicla i pannolini usa e getta dando nuova vita a materie prime seconde di elevata qualità come fa Fater Spa, che peraltro, ha realizzato a Spresiano (TV) il primo impianto in Italia per il riciclo di pannolini. Chi ha dimostrato che è possibile integrare chimica, ambiente e agricoltura: il Mater-Bi, prodotto di punta di Novamont, l’innovativa bioplastica con cui si realizzano i prodotti biodegradabili e compostabili.

Storie ed esperienze che abbiamo raccontato durante il viaggio del Treno Verde 2017, la storica campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con le Ferrovie dello Stato Italiane, dedicata quest’anno all’economia circolare e ai tanti Campioni che percorrono questa strada. Partito a fine febbraio da Catania, il convoglio ambientalista ha raccontato, in 12 tappe percorse in due mesi di viaggio dalla Sicilia alla Lombardia, la grande sfida legata all’economia circolare anche grazie alla mostra interattiva allestita nelle 4 carrozze a bordo del treno e organizzando decine di appuntamenti che hanno coinvolto amministrazioni, imprese, tecnici, cooperative, associazioni e cittadini. E in questo viaggio del Treno Verde abbiamo anche voluto ribadire che le grandi città possono fare la differenza in tema di gestione sostenibile dei rifiuti e di economia circolare come ha dimostrato in questi anni Milano, dove il convoglio ambientalista ha fatto tappa. Il capoluogo lombardo è la prima metropoli italiana che ha superato la soglia del 50% di raccolta differenziata e che ha domiciliarizzato anche il sistema di raccolta della frazione organica. Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è la prima città in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna. Un’esperienza virtuosa che sta facendo scuola nella Penisola e che merita di essere replicata anche nelle altre grandi città italiane come ad esempio Roma (dove la questione rifiuti è ormai un tema scottante), e in tanti altri comuni italiani che ancora seguono la vecchia economia lineare.

Siamo convinti che l’economia circolare sia davvero l’economia del futuro. Per quale motivo? Perché si tratta di un nuovo modello di sviluppo economico innovativo, sostenibile e a basso impatto ambientale che fa bene al Paese e che piace all’Europa (che ha approvato il pacchetto sull’economia circolare della relatrice Simona Bonafè) e che porta con sé nuove opportunità ambientali, economiche, sociali come dimostrano i dati diffusi dalla Commissione Europea al riguardo: si parla infatti di 580.000 posti di lavoro stimati in Europa entro il 2030 con il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto sull’economia circolare. Un risparmio annuo di 72 mld. di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. In Italia possono essere creati almeno 190.000 nuovi posti di lavoro. Questa nuova economia rappresenta una straordinaria occasione per compiere l’auspicata rivoluzione nell’ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse naturali e nella gestione dei rifiuti, rottamando l’utilizzo della discarica e della combustione dei rifiuti a fini energetici, ma non solo.

Per questo il viaggio del Treno Verde 2017, iniziato dalla Sicilia lo scorso febbraio, si è concluso il 24 aprile a Bruxelles con una delegazione di Legambiente che, insieme ai 107 protagonisti dell'economia circolare, ha presentato al vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen e all'eurodeputata Simona Bonafè l'atlante dei campioni dell'economia circolare "#circulareconomy made in Italy: 107”. Le 107 esperienze – consultabili anche sulla mappa interattiva sul portale della campagna itinerante di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane (www.trenoverde.it) - portano avanti gestioni sostenibili dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, tariffazione puntuale, riuso, prevenzione e innovazione industriale. Il 33% lavora su scala nazionale, il 41% su scala regionale o locale, il 24% a livello internazionale. I tre settori su cui operano principalmente sono i rifiuti nel 62% dei casi, il riuso e il riutilizzo di beni (31%) e il sociale (27%), l’agricoltura (20%), l’industria (19%), il design (16%) e start up e ricerca (15%).

Il viaggio speciale a Bruxelles rappresenta l’ultima tappa “simbolica” di un percorso che non abbiamo fatto da soli, ma con i protagonisti dell’economia circolare italiana, per avanzare una richiesta chiara e inequivocabile al Parlamento europeo, e al nostro Paese in vista delle future consultazioni: vogliamo un quadro di norme molto ambizioso su un tema davvero decisivo per il futuro dell’Europa, come abbiamo scritto e richiesto nel Manifesto dell’Economia Circolare che abbiamo invitato a sottoscrivere durante il viaggio del convoglio ambientalista. Purtroppo nonostante i buoni risultati raggiunti in Italia, ci si trova di fronte a una serie di barriere per una legislazione inadeguata e contraddittoria. Per questo chiediamo al Governo Italiano di appoggiare il pacchetto di direttive sull’economia circolare, votato poche settimane fa dall’Europarlamento, sostenendo una riforma ambiziosa della politica comune dei rifiuti che diventi presto realtà. L'esecutivo Gentiloni abbia il coraggio di fare quel salto di qualità che permetterebbe all'economia circolare di decollare davvero, attraverso una rete capillare di interventi e politiche adeguate di prevenzione, su tutta la Penisola.