Intervista all’Ing. Sergio Polito, Presidente Settore Beni e Servizi Assomineraria

L’industria Oil&Gas italiana. Un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, che opera in ogni angolo del mondo ma che spesso fatica ad operare in Italia. Quali sono i tratti distintivi del settore B&S nazionale?

Know-how, tecnologia d’avanguardia, innovazione, rispetto dell’ambiente e del territorio. Queste alcune delle caratteristiche che accomunano le società della filiera dell’Oil&Gas, fiore all’occhiello del reparto industriale italiano. Queste aziende, di fama internazionale, operano sia all’estero che in Italia, ma nel nostro Paese a causa di quadro normativo non del tutto stabile e frammentario negli ultimi decenni è diventato sicuramente molto difficile operare. Il Settore Beni e Servizi di Assomineraria si sta impegnando per aiutare le Associate ad essere sempre più competitive sul mercato globale, attraverso la condivisione di competenze su argomenti sensibili quali fiscalità, contrattualistica internazionale, decommissioning e rinnovabili.

Quali sono le principali aree geografiche di operatività delle imprese che Assomineraria rappresenta? Il Mediterraneo rimane una destinazione importante? Qualche progetto di rilievo da citare nell’ultimo anno?

Assomineraria ha l’onore di rappresentare aziende che operano worldwide. In termini numerici le società protagoniste della filiera estrattiva tra progetti italiani e internazionali stimano circa 18 miliardi di euro di fatturato all’anno, con il coinvolgimento di circa 90.000 persone (dati 2015). Le aree di maggior interesse per il settore restano l’Africa Subsahariana, Mediterraneo e Medio Oriente.

In Italia esistono alcune aree maggiormente interessate dalle risorse energetiche intorno alle quali si sono sviluppati veri e propri distretti dell’Oil&Gas. Ravenna è sicuramente uno dei più importanti, una vera e propria palestra per le imprese in cui oggi è possibile sperimentare un modello di crescita sostenibile, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Il difficile ciclo economico degli ultimi anni ha giocoforza colpito il settore rendendo più difficile operare in mercati esteri che hanno sempre caratterizzato una parte importante di questo business.  Nel contesto attuale, quanto è importante rimanere in Italia?

Le crisi legate all’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi dieci anni hanno messo in luce la capacità di resilienza dimostrata dalle imprese del settore che hanno migliorato l’efficienza e la produttività, vista l’esigenza di ottimizzare i costi. Le conseguenze di queste azioni sono state però la riduzione drastica degli investimenti, riorganizzazioni interne radicali e riduzione del personale. Alla luce di questo è necessario pensare ad un nuovo modello di business più efficace e flessibile, che riesca a rimanere stabile rispetto alla volatilità del mercato e dei prezzi. E’ importante iniziare a puntare sulle energie disponibili, le competenze sviluppate, le infrastrutture e il tessuto industriale esistenti.

In questo ambito il contributo di Assomineraria è quello di creare un tavolo di confronto su temi d’interesse comune, che incentivi l’integrazione tra operatori, contrattisti e addetti. L’obiettivo è quello di “abbattere i muri” e puntare ad una nuova visione che preveda al centro i progetti da realizzare attraverso competenze e tecnologie all’avanguardia; un sistema normativo saldo e condiviso e meccanismi contrattuali meno complessi, al fine di supportare lo sviluppo sostenibile delle imprese in Italia e all’estero.

La capacità innovativa può essere la chiave di volta per superare le difficoltà dell’attuale contesto energetico internazionale. La leva tecnologica è ancora un punto di forza delle realtà italiane? Quali ambiti tecnologici sono al centro dell’attenzione del settore?

La Supply Chain italiana è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, grazie soprattutto alla ricerca e all’utilizzo di tecnologie innovative e all’avanguardia che creano valore aggiunto. Questo know how è fondamentale per ottimizzare i risultati operativi, e per questo è strettamente connesso alla tipologia di risorsa e all’ambito in cui essa è trattata. Tra le principali “sfide tecnologiche” in questi ultimi anni ci sono: Deep-Water, Floating Oil Production (FPSO), Floating Liquefied Natural Gas (FLNG), Long Distance Pipelaying, Gas-To-Liquid, Petrochemical Plant e Energie Rinnovabili.

Il dibattito internazionale è sempre più spostato verso la transizione energetica e le politiche di decarbonizzazione. Lei ritiene che le imprese B&S possano giocare un ruolo attivo all’interno di questo processo e in che modo?

La transizione verso un mix energetico sostenibile, argomento centrale dell’OMC 2017, sarà possibile in un futuro in cui le energie rinnovabili integreranno quelle fossili attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologiche “low carbon”. In questo passaggio, quindi, le imprese della filiera estrattiva avranno un ruolo cruciale grazie alle competenze e il know how di cui dispongono, frutto di ricerca scientifica e tecnologie all’avanguardia.

Quali i principali progressi compiuti in materia di mitigazione e prevenzione dell’impatto ambientale?

L’industria dell’Oil&Gas vanta ottime performance ambientali. Molte le buone pratiche messe in atto sia a terra che a mare come ad esempio lo zero discharge e l’indice di frequenza infortuni (LTIF) in costante diminuzione, che dimostrano l’attenzione all’ambiente, alla sicurezza (HSE) e al territorio nei progetti e nelle attività. A questo proposito è bene ricordare che nell’ambito delle attività di Assomineraria opera anche il Centro didattico di formazione tecnico-professionale ASSOIL School con sede a Viggiano, in Basilicata. Questo a dimostrazione del ruolo fondamentale dato alla sostenibilità tramite la formazione e l’aggiornamento delle risorse umane su ambiente, salute e sicurezza.