La mobilità elettrica può garantire sostanziali benefici ambientali ed energetici, soprattutto in ambito urbano, e può costituire nel medio periodo un’importante leva per il conseguimento degli obiettivi che l’Italia condivide con l’Unione Europea dopo l’entrata in vigore del Protocollo di Parigi sul cambiamento climatico.

Il sistema dei trasporti si inserisce infatti nel più ampio target della decarbonizzazione assunto dall’Europa e dai paesi europei. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario incrementare in maniera sostanziale il livello di elettrificazione dei consumi finali, in particolare nel settore termico e in quello – per l’appunto - della mobilità.   

La mobilità elettrica consente di riportare anche nei trasporti le riduzioni di intensità delle emissioni di anidride carbonica che derivano dallo sviluppo di impianti termoelettrici ad alta efficienza ed a gas naturale, dallo sviluppo delle fonti rinnovabili, dalla preferenza accordata a meccanismi di mercato come l’ETS. I benefici che deriverebbero da una crescita significativa della mobilità elettrica si possono quantificare in maniera precisa. Il basso impatto ambientale associato all’utilizzo di un veicolo elettrico è dovuto al fatto che la disponibilità di energia necessaria al suo funzionamento presenta ormai limitati impatti ambientali e climalteranti. Infatti, il settore elettrico italiano sta attraversando una fase di profondo cambiamento, caratterizzata da un forte aumento della quota di produzione da fonti rinnovabili; questo trend è destinato a continuare in futuro, in linea con i nuovi obiettivi europei al 2030 che prevedono un incremento del peso delle energie rinnovabili destinate alla produzione di energia elettrica fino al 45% del consumo finale lordo. Il risultato è che, per il 2015, il fattore medio di emissione sui consumi finali è stato pari a 316 gCO2/kWh (-45% rispetto al 1990!), mentre è ragionevole ipotizzare al 2030 un fattore medio di emissione sui consumi finali dell’ordine di 280 gCO2/kWh.

In questo contesto, la diffusione dei veicoli elettrici – proprio perché accoppiata alla crescente generazione da fonti rinnovabili e da impianti termoelettrici ad alta efficienza – contribuirebbe sia alla riduzione nell’utilizzo di fonti primarie fossili (e quindi ad un miglioramento della “bolletta energetica”) sia al raggiungimento degli obiettivi afferenti le emissioni climalteranti.

Il veicolo elettrico è già oggi in vantaggio rispetto alle altre tipologie di veicoli: sulla base delle emissioni 2015, emette indirettamente tra 40 e 60 grammi di CO2 per chilometro, a fronte dei 115 grammi medi dei veicoli mossi da motori a combustione interna, mentre sulla base delle emissioni al 2030 questi valori saranno pari, rispettivamente, a 30/40 e 95 grammiCO2/km (quest’ultimo è l’obiettivo europeo sulle emissioni di CO2 del parco veicolare nuovo a partire dal 2021).

Altro sostanziale vantaggio è quello assicurato sulla qualità dell’aria, che assume importanza fondamentale nei centri urbani e nelle aree densamente popolate. Allo scarico, i veicoli elettrici semplicemente non emettono nessuno degli inquinanti atmosferici che hanno diretto impatto sulla salute come il particolato (PM10, PM 2,5), gli ossidi di azoto (NOx), gli ossidi di zolfo (SOx), gli idrocarburi incombusti (THC), il monossido di carbonio (CO) e i composti organici volatili (COV).

Infine, si deve sottolineare la forte riduzione dell’impatto acustico, conseguente alla scomparsa della combustione, e quindi limitato unicamente al rotolamento dei pneumatici. In sostanza, i benefici ambientali in ambito urbano, dove più pressante è il problema dell’inquinamento atmosferico, sarebbero consistenti e migliori anche rispetto ai più moderni veicoli EURO 6.

In questo quadro, vale la pena di sviluppare un esercizio di stima e valorizzazione, verificando quali effetti avrebbe la ipotetica e semplice sostituzione degli autoveicoli in circolazione “EURO 2” immatricolati nel 2000 (si ipotizza una percorrenza media di 5000 km, cioè un utilizzo in ambito urbano). Nel caso di introduzione di veicoli EURO 6 con emissioni di CO2 in linea con gli obiettivi di emissione al 2020, si avrebbe una riduzione di circa il 40% di CO2, del 70% di NOx&THC ed un risparmio energetico del 35%. Nel caso di introduzione di veicoli elettrici, si avrebbe invece una riduzione del 70% di CO2, del 100% di NOx&THC ed un risparmio energetico di circa il 70%.

Tab.1 – Veicoli EURO 6 vs Auto Elettrica in sostituzione dei veicoli EURO 2

 

Certamente, la mobilità elettrica imporrà un significativo sviluppo infrastrutturale, ma si tratta di interventi relativamente semplici da adottare, a fronte dei quali si paleseranno importanti vantaggi rispetto ad ogni altra tecnologia, anche senza salti tecnologici: questo in ragione dell’assenza di emissioni di sostanze inquinanti e della costante riduzione dell’impatto climalterante dovuto al continuo trend di decarbonizzazione della generazione elettrica.