Con la pubblicazione della Del. 397/2025/R/rif, ARERA ha approvato il Metodo Tariffario Rifiuti (MTR-3), relativo al terzo periodo regolatorio 2026-2029, per la definizione delle entrate tariffarie, nonché delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento dei rifiuti urbani (organico, indifferenziato).
L’Autorità ha optato per la continuità, confermando i principi consolidati delle precedenti metodologie tariffarie come la trasparenza dei costi, l’ancoraggio a dati contabili certificati e i limiti alla crescita tariffaria, senza rinunciare ad introdurre alcune novità volte a sostenere gli investimenti e a rafforzare la qualità e l’efficienza del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Il MTR-3 riafferma la centralità del legame tra i costi riconosciuti e i dati contabili, assicurando tracciabilità e controllo nella definizione delle tariffe. Allo stesso tempo, vengono rafforzati gli strumenti di coordinamento con altre misure regolatorie: dalle tariffe di accesso agli impianti al valore di subentro, fino agli indirizzi per la redazione dei piani economico-finanziari (PEF).
Nel complesso, il MTR-3 appare come una tappa di consolidamento, che corrobora le basi gettate nei periodi regolatori precedenti ma introduce anche meccanismi più raffinati per spingere il settore verso qualità, efficienza e sostenibilità. L’equilibrio tra stabilità e innovazione emerge come tratto distintivo: da un lato, certezze per investimenti e programmazione; dall’altro, incentivi a migliorare le performance ambientali e industriali.
Tra le principali innovazioni figura l’introduzione di alcune nuove componenti tariffarie. Una di queste – di natura previsionale – mira a coprire i possibili incrementi dei costi di smaltimento, estendendo il conguaglio dei maggiori costi all’intera filiera di trattamento e smaltimento. Un’altra componente è pensata per aumentare il grado di copertura dei costi efficienti della raccolta differenziata, mentre una nuova componente di costo operativo riconoscerà il perseguimento di target connessi al potenziamento del servizio, finora non pienamente riconosciuti.
Sul fronte dei ricavi, viene semplificato il meccanismo di compartecipazione ai ricavi da parte dei gestori (c.d. sharing): riducendo la discrezionalità degli Enti territoriali competenti nelle valutazioni sugli obiettivi di raccolta differenziata e sull’efficacia delle attività di preparazione per il riutilizzo e il riciclo, e viene adottato un unico fattore di sharing, valido sia per i proventi da vendita di materiali ed energia sia per i riconoscimenti dei sistemi collettivi, al fine di non creare incentivi differenziati sulle attività di valorizzazione dei materiali e dell’energia. L’Autorità rinforza dunque gli incentivi per le gestioni più performanti sul piano ambientale. Rimangono tuttavia irrisolti alcuni nodi, come l’elevata discrezionalità degli Enti Territorialmente Competenti (ETC) nella definizione dei parametri e l’individuazione del beneficiario laddove in un territorio operino più gestori.
Quanto al limite di crescita delle entrate tariffarie, ARERA conferma l’impianto generale del precedente MTR-2, pur con affinamenti. Il limite massimo di crescita delle tariffe viene determinato sulla base dell’inflazione programmata, dei recuperi di produttività e degli obiettivi di potenziamento del servizio. La ratio resta quella di salvaguardare l’utenza finale, garantendo al contempo spazi di crescita della tariffa a beneficio degli investimenti.
Restano però alcuni margini di perfezionamento: l’eccessiva discrezionalità attribuita agli Enti locali, l’incertezza sul trattamento delle eccedenze tariffarie e l’impiego dei fabbisogni standard, come benchmark di costo del servizio, rischiano di ridurre l’efficacia degli stimoli regolatori.
La sfida sarà quindi quella di attuare il provvedimento in modo coerente e trasparente, valorizzando lo spirito di una regolazione che vuole accompagnare il settore dei rifiuti urbani verso una maggiore integrazione industriale e una più marcata attenzione agli obiettivi ambientali.
Se il varo del nuovo apparato tariffario rappresenta la principale novità del 2025, l’intervento si inserisce in una fase di forte evoluzione del settore: dallo schema tipo di bando di gara alle (nuove) regole relative alla qualità tecnica, all’articolazione tariffaria agli utenti, all’unbundling contabile e al bonus sociale.
I recenti provvedimenti rappresentano un passo avanti nella regolamentazione del comparto, delineando condizioni più chiare e prevedibili che dovrebbero favorire gli investimenti. In particolare, sarà decisivo l’effettivo recepimento degli indicatori di qualità tecnica nei bandi di gara. Un fattore, questo, che potrà dare slancio soprattutto alla qualità delle raccolte differenziate, in particolare per la frazione umida, e agli impianti di trattamento tecnologicamente più avanzati ed efficienti, in grado di combinare il recupero di materia con il recupero di energia (impianti integrati, digestori anaerobici). Anche perché la regolazione della qualità tecnica introduce indicatori di performance tecniche e ambientali che collegano i risultati gestionali alla remunerazione del servizio e definiscono un quadro più trasparente per valutare l’efficienza e la qualità delle attività di trattamento.
La doppia innovazione, sostanziata da affidamenti del servizio assegnata con criteri omogenei e meccanismi di regolazione della qualità più rigorosi, dovrebbe contribuire a creare un quadro più stabile di regole, nel quale gli investimenti in impianti, tecnologie di raccolta e sistemi di riciclo dei rifiuti acquistano una maggiore certezza di ritorno. Ciò, a vantaggio della salvaguardia dell’ambiente e della promozione dell’economia circolare.



















