Lo scorso 8 aprile all’interno di OMC 2025 Assorisorse e RiEnergia hanno organizzato un incontro sulle parole che caratterizzano il mondo dell’energia tra passato, presente e futuro. Uno scambio interattivo tra esperti della filiera energetica che hanno riflettuto insieme su alcune parole chiave che ruotano intorno all’energia. Tra queste spiccano attrattività, comunicazione, formazione, competenze e sicurezza, in merito alle quali il nostro Direttore Lisa Orlandi ha chiesto un commento a Fabio Belli, COO Kerry Project Logistics (Italia) e a Ida Leone, Direttrice Centro di Formazione presso Assoil School.

Ad iniziare, il giro di commenti è Fabio Belli che parte analizzando la parola Attrattività. Una parola interessante e anche abbastanza nuova che sottolinea l’importanza di attrarre le nuove generazioni verso il mondo dell’energia, compreso il mondo dell’O&G, che come si evince da vari scenari, manterrà un ruolo di primo piano nel processo di transizione, dal momento che le rinnovabili  non hanno ancora raggiunto quel grado di penetrazione sperato. Per continuare ad operare però, questo comparto ha bisogno di talenti e competenze, che ad oggi mancano. Infatti, se fino a dieci anni fa le università di ingegneria formavano molti giovani da impiegare in questa industria, ora i numeri si sono drasticamente ridotti. Il settore, come altri comparti industriali, ha perso di attrattività e il rischio è di non trovare sostituiti quando gli ingegneri che vi operano in questo momento raggiungeranno l’età pensionabile. Serve, quindi, cambiare il modus operandi per portare delle risorse che in questo momento non ci sono, ma che sono indispensabili per il proseguimento di un settore che ancora ha tanto da dare.

La parola attrattività fa il paio con un’altra che è comunicazione. Si tratta di due parole molto legate.

Da un ventina d'anni a questa parte la tendenza comunicativa è stata quella di demonizzare la old economy, dirottando anche la formazione verso le università di economia e finanza, tralasciando l’industria reale, quella che produce, quella dei lavori manuali. Il che ha determinato nei giovani un disinteressamento al mondo dell’O&G. Serve quindi fare una comunicazione più equilibrata che faccia capire l’importanza e la strategicità di tutta l’economica, compresa quella dei settori dell’economia reale.

Essere attrattivi e saper comunicare è importante per riportare talenti nell’O&G, un comparto dove le vecchie leve si mettono al servizio dei giovani e delle nuove tecnologie. Da qui parte la riflessione di Ida Leone, che attenziona altre parole importanti: formazione, competenze e sicurezza.

Per la Direttrice del Centro di Formazione presso Assoil School, la nuova rivoluzione industriale a cui stiamo assistendo non è fatta dalle macchine ma dal capitale umano e dalla sua valorizzazione. La valorizzazione, però, passa anche dalla formazione. Tuttavia per formare le nuove generazioni bisogna farli interessare al settore, parlargli nel modo giusto, far capire che il settore O&G non è in conflitto con i temi ambientali e l’innovazione tecnologica, e che soprattutto siamo ancora in una fase di transizione, che durerà probabilmente decenni, in cui tutti le fonti energetiche avranno un ruolo importante.

Per questo, serve cambiare atteggiamento, rendere la formazione più agile e non eccessivamente lunga come rischia di essere un percorso universitario. Quest’ultima dovrebbe essere fatta per micro moduli e in maniera più efficace perché sia tangibile. Serve portare i ragazzi in azienda, coinvolgerli, appassionarli. E in tal senso, un primo sforzo da parte delle università è tangibile, visto che si stanno trasformando in Accademy. Ancora prima delle università, però, bisogna intercettare i ragazzi già nelle scuole secondarie, negli istituti tecnici. Serve fare formazione tecnico pratica, e trasmettere ai ragazzi e alle loro famiglie  la cultura del fare, del saper fare e del valorizzare le competenze.

Fare formazione significa anche fare formazione sulla sicurezza sul lavoro: tutti i lavoratori del comparto O&G sono soggetti a procedure sulla sicurezza, la conoscono, rinnovano le qualifiche. Tuttavia, questo non deve essere visto come un obbligo, ma come  un valore per il lavoratore e per l'azienda. In tal senso, un esempio virtuoso è la fondazione LHS che ha un modo di comunicare la sicurezza in una maniera coinvolgente, usando tutti gli strumenti possibili, compresi quelli innovativi e diversi da quelli procedurali, come la formazione con la realtà aumentata e immersiva e con il teatro.