Il settore idrico, nel nostro Paese, è in crescita costante, contribuisce in modo consistente al PIL e vede importanti investimenti da parte dei gestori del servizio idrico integrato, orientati soprattutto al riuso e al riciclo delle acque reflue e alla riduzione delle perdite in rete. Il tutto in un’ottica di circolarità ed efficienza della gestione del servizio, anche al fine di aumentarne il livello di resilienza in caso di emergenze. Ne abbiamo parlato con Alessandro Baroncini, Direttore Centrale Reti del Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane.

Qual è la strategia seguita dal Gruppo Hera nella gestione del servizio idrico integrato?

La complessa gestione del servizio idrico comporta un forte impegno quotidiano. Siamo il secondo operatore nazionale in questo settore e serviamo quasi 4 milioni di cittadini in circa 230 comuni italiani e 5 regioni. Ci occupiamo del ciclo idrico integrato attraverso captazione, trasporto, gestione del sistema fognario e depurazione. L’obiettivo principale è la salvaguardia della risorsa, attraverso la realizzazione di progetti sempre più innovativi e di iniziative volte al risparmio idrico. Sono, quindi, molteplici gli aspetti della strategia che il Gruppo Hera persegue per tendere a un servizio d’eccellenza che passa attraverso la garanzia della qualità dell’acqua nell’intero ciclo idrico, dalla distribuzione alla depurazione, grazie a reiterate e accurate analisi, la sicurezza del servizio, con opportuni interventi volti all’efficienza e resilienza nella gestione degli impianti per contrastare i cambiamenti climatici, la promozione della riduzione dei consumi verso l’utenza e il mondo della scuola attraverso l’informazione e il sostegno all’utilizzo consapevole della risorsa e, al nostro interno, tramite il riuso delle acque reflue trattate.

Il settore registra investimenti cospicui e in costante aumento, a quanto ammontano le risorse destinate dal Gruppo Hera alla gestione del servizio idrico?

Il Piano industriale al 2028 prevede la destinazione di circa 1,4 miliardi al solo ciclo idrico integrato, con l’obiettivo di raggiungere livelli di efficienza, sicurezza e qualità sempre maggiori, sviluppando azioni integrate per salvaguardare la qualità dell’acqua, potabile e depurata, e il rispetto dell’ambiente, garantendo una gestione sostenibile e resiliente. Le iniziative strategiche in programma includono le opere per assicurare stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti, soluzioni tecnologiche per ridurre le perdite e garantire una distribuzione più efficiente, l’adeguamento dei sistemi fognari, la promozione del riuso e rigenerazione della risorsa a supporto della transizione ecologica del settore. Tra queste in particolare gli interventi di captazione, accumulo e interconnessione, le iniziative di water management con il completamento dell’installazione di smart meter per favorire consumi più efficienti e consapevoli, la distrettualizzazione e bonifica della rete acquedottistica e l’utilizzo di sistemi di manutenzione predittiva per ridurre le perdite, il proseguimento del Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini, che è la più grande opera di risanamento fognario realizzata in Italia con 270 milioni di euro di investimenti complessivi dal 2013 al 2028, sino ai nuovi bioessicatori nell’impianto padovano di Cà Nordio per un maggior risparmio energetico nel trattamento dei fanghi di depurazione.

Si è parlato di riuso: in che modo e in quale misura il Gruppo Hera conduce questa modalità circolare di risparmio idrico?

Come si è detto, mettiamo in atto progetti innovativi per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale dei nostri impianti, così come sosteniamo molte iniziative per aumentare il riuso dell’acqua, partendo proprio dalla nostra realtà. Tra le azioni mirate al risparmio e recupero idrico, fra le nostre attività rientra, appunto, il riuso dell’acqua in uscita dagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane in nostra gestione. Il riutilizzo avviene, innanzitutto, per usi interni, come il lavaggio o il raffreddamento di impianti, ma anche da parte di aziende esterne virtuose. Pure in questi casi il riutilizzo avviene, ad esempio, per raffreddamenti di macchinari, lavaggi di piazzali o di automezzi e, sempre nell’ottica del risparmio di risorsa, in molte nostre sedi sono stati potenziati la raccolta e il recupero di acque piovane, da riutilizzare per usi tecnici. L’azione permette, così, di ottenere un forte risparmio di preziosa risorsa potabile. Complessivamente e attualmente l’attività di riuso idrico in ottica di economia circolare consente di risparmiare, a livello di Gruppo, oltre 7,5 milioni di mc di acqua potabile all’anno. La tendenza, grazie al nostro costante impegno, è in crescita. Si parla di un dato importante, che è pari al consumo annuale di circa 150.000 persone.

Cosa significa resilienza per una realtà di settore come l’idrico?

La necessità di adattamento alle situazioni, anche estreme, lo sappiamo, è legata all’avvicendarsi di fenomeni di siccità e alluvioni, che sono conseguenza dei cambiamenti climatici. Questo è il motivo per cui è necessario attuare iniziative atte a incrementare l’efficienza del sistema di gestione del servizio, anche qualora si verifichino emergenze, e aumentarne il livello, appunto, di resilienza. Occorre pianificare interventi strategici su tutti i territori gestiti, ciascuno dei quali è connotato da caratteristiche proprie, per presidiare la disponibilità di risorse idriche, il drenaggio urbano e le necessità infrastrutturali. Per far fronte al rischio siccità, ad esempio, rivestono notevole importanza, oltre agli interventi gestionali, quelli di interconnessione degli acquedotti sulle aree nelle quali gestiamo il servizio, in particolare sulle più vulnerabili, ad esempio la montagna, per garantire la continuità di erogazione. Allo stesso modo, in presenza di una sempre maggiore frequenza di eventi meteo estremi, la resilienza del sistema di fognatura e depurazione costituisce un aspetto fondamentale per garantire sostenibilità ed efficienza nella gestione del Servizio Idrico Integrato. La nostra attività e gli interventi programmati passano attraverso un confronto continuo e costruttivo con i numerosi stakeholder che esercitano, con diversi livelli di pianificazione, programmazione e gestione, le attività sui reticoli idrografici principali e secondari. Nell’ambito delle azioni volte a incrementare la resilienza del sistema fognario-depurativo, ad esempio, si affrontano gli aspetti legati alla pianificazione integrata per sistemi d’avanguardia, attraverso l’impostazione di tavoli condivisi con gli stakeholder, come Autorità di Bacino, Regioni, Consorzi di bonifica, gestori del servizio idrico integrato, Comuni, per definire e attuare gli interventi necessari di mitigazione del rischio idraulico e di salvaguardia del territorio.

Ci può fare un esempio al riguardo?

Il Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato, o PSBO, grazie al quale le spiagge di Rimini saranno balneabili al 100% anche in caso di eventi meteorici rilevanti, rappresenta un esempio concreto di lavoro condiviso, in questo caso tra Gruppo Hera, Comune di Rimini, società degli Asset e Atersir. Il progetto è nato per garantire la completa balneabilità del litorale riminese, con beneficio per l’ambiente, il territorio e l’economia locale, che si basa sul turismo balneare. Il PSBO è un progetto all’avanguardia, citato nel rapporto delle Nazioni Unite “SDG Industry Matrix: Energy, Natural Resources and Chemicals” come best practice legata agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. L’intervento contempla il risanamento di 11 scarichi a mare, prevedendo per il bacino fognario di 7 di essi la separazione delle reti di acque bianche e acque nere, per i 4 bacini dei restanti, invece, la realizzazione di vasche di contenimento e laminazione per il rilancio a depurazione oppure, in caso di eventi estremi, il rilancio al largo mediante condotte sottomarine. Attualmente il progetto è completato all’ 80% e ha già “liberato” 8.000 metri di costa dal divieto di balneazione che scattava all’apertura degli scarichi a mare durante gli eventi meteorici rilevanti; ad opera conclusa saranno 12.000 metri. I trattamenti di setacciatura e stoccaggio dei volumi scavati per la realizzazione delle vasche, hanno permesso inoltre di recuperare più di 20.000 metri cubi di sabbia per il ripascimento del litorale, consentendo di contrastare l’erosione della costa. Anche questo, come il riuso delle acque depurate, è un esempio di circolarità. Il progetto prevede pure numerosi interventi per mettere in sicurezza e migliorare il sistema idraulico del territorio e azioni di restyling urbano.