Atteso da stakeholder del settore, decisori sia pubblici che privati e analisti, il World Energy Outlook elaborato dall’Agenzia Internazionale di Parigi oltre a descrivere gli sviluppi energetici attesi, fornisce un’analisi critica dei principali eventi che caratterizzano il panorama energetico globale corrente. Considerato il punto di riferimento tra gli scenari energetici mondiali di medio-lungo periodo, il rapporto nel corso degli anni, pur mantenendo alcuni tratti distintivi, è stato adeguato ai cambiamenti che hanno interessato il mondo dell’energia. Così  sono evolute le tipologie di scenari via via elaborati, è cambiata l’importanza assegnata alle diverse fonti e alle aree geografiche. Di questa evoluzione e di come si sia arrivati a dibattere delle questioni attuali ne abbiamo parlato con Laura Cozzi Director Sustainability Technology and Outlooks dell’AIE.

La geopolitica è una delle principali, se non la principale variabile che oggi influenza i mercati energetici. Come l’Agenzia sta approcciando lo studio delle modalità in cui la politica internazionale indirizza i mercati energetici? Come i diversi stakeholder dovrebbero approcciare la crescente complessità e i legami tra geopolitica e mercati?

Come evidenziato nel rapporto, la geopolitica è un fattore chiave che influenza i mercati energetici e dato che la sicurezza energetica rimane la mission principale per noi di AIE, questi fattori sono attenzionati da vicino. Gli eventi recenti hanno evidenziato quale sia la vulnerabilità dei sistemi energetici odierni e quale possa essere l’impatto di elevati prezzi energetici  sui consumatori. Gli shock di prezzo immediatamente successivi alla crisi energetica, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, sono stati ora ridimensionati, ma la situazione odierna in Medio Oriente serve a ricordarci dei rischi onnipresenti alla sicurezza energetica. Il nostro ultimo WEO, ad ogni modo, si attende un cambiamento significativo nelle dinamiche dei mercati energetici in questo decennio. Sul lato offerta, la capacità petrolifera in eccesso si attesta oggi sui 6 mil bbl/g, circa il doppio del livello del 2019. Entro il 2030, questa dovrebbe salire ad 8 mil bbl/g. Per quanto riguarda il gas invece, ci aspettiamo un surplus di GNL in questo decennio, quale conseguenza di una nuova ondata di capacità resa disponibile a breve.

Queste dinamiche dovrebbero aiutare a proteggere il mercato da potenziali interruzioni dell’offerta, riducendo così i prezzi, a meno di nuove incertezze geopolitiche. In ogni caso, non vi è spazio per essere compiacenti, visto che continuiamo ad osservare una tendenza crescente di concentrazione dell’offerta in pochi paesi e una dipendenza dalle importazioni che continua ad aumentare. Nuovi eventi e rischi geopolitici stanno emergendo, mentre il mondo si avvicina sempre di più a un sistema energetico più pulito e maggiormente elettrificato. Nella nostra analisi, la capacità produttiva di pannelli solari e batterie assicura sufficiente offerta per rispondere sia alla domanda attuale che a quella prevista a fino alla fine del decennio in corso. Eppure, la concentrazione delle supply chain, specialmente nelle fasi processamento e produzione di materie prime come in Cina, genera alcuni rischi di interruzioni negli approvvigionamenti. In risposta, vediamo che i governi prendono decisioni per rafforzare la propria capacità manifatturiera nel comparto delle energie pulite e diversificano le catene di approvvigionamento. Il crescente volume di tecnologie pulite commercializzate sarà il focus del nostro report intitolato 2024 Energy Technology Perspectives, in uscita a breve. Visto che le sfide geopolitiche che affronta il settore energetico continueranno ad evolversi, nell’aprile del 2025, l’AIE terrà a Londra un importante summit sulla sicurezza energetica.

Il WEO 2024 afferma che l’IA è considerata sia una minaccia che un’opportunità per la stabilità dei sistemi energetici globali. Cosa dovrebbero fare i paesi OSCE per trasformare questi pericoli in opportunità e intervenire prima che la domanda energetica dei data center incrementi troppo la pressione sulla stabilità dei sistemi energetici nazionali e globali?

L'intelligenza artificiale è presto emersa come una delle variabili più discusse a livello globale. Il suo impatto sui sistemi energetici può davvero essere trasformativo. L’espansione dell’IA, e dei data center su cui essa si basa, poggia sul consumo di elettricità. Nel 2024, più di 11.000 data center sono stati ufficialmente registrati a livello planetario e il loro numero è cresciuto del 4% tra il 2010 e il 2020. Il consumo di questi data center è stato stimato in un range che va dai 240 ai 340 TWh, il che equivale a circa l’1% della domanda elettrica mondiale. Mentre questa percentuale rimane soltanto una piccola parte del totale, il potenziale di crescita è significativo visto il quantitativo di nuovi investimenti nel settore. Per di più, i data center sono spesso localizzati in cluster molto densi, il che pesa sulla capacità di produzione e della rete a livello locale. Tutto ciò impone ad alcune di queste località uno stop a nuovi investimenti in questo campo.

Al pari di queste sfide, la crescita dell’IA offre anche opportunità per il settore energetico, come cicli di innovazione più corti e un’accelerazione dello sviluppo di tecnologie pulite. L’IA può anche aiutare a migliorare il coordinamento tra sistemi e la gestione della rete in un settore della generazione elettrica sempre più improntato sulle rinnovabili. Le innovazioni tecnologiche possono così essere utilizzate per ottimizzare la manutenzione del settore delle costruzioni, i processi industriali e le flotte dedicate ai trasporti, portando quindi ad un efficientamento energetico e a una riduzione delle emissioni. In un settore ad alto tasso di sviluppo, vi è molto ancora da imparare. Con dati ancora frammentari, le proiezioni future sulla domanda di elettricità derivate da IA e data center sono quindi ancora incerte. Per aiutare la comprensione proprio di queste problematiche, organizzeremo una conferenza sull’Energia e l’IA a Parigi nel dicembre del 2024.

Il World Energy Outlook, pubblicato annualmente dal 1998, è considerato la fonte più autorevole di analisi e proiezioni e fornisce approfondimenti critici in materia di domanda e offerta di energia, presentando diversi scenari. Cosa c'è dietro un rapporto così importante? Quanto è stato difficile ricostruire serie storiche, modelli previsivi ecc?

L'ultimo WEO è, come ogni anno, frutto di un enorme lavoro di squadra. Al centro c'è il lavoro dettagliato e puntuale di modellistica e analisi svolto dai team della nostra Direzione per la sostenibilità, la tecnologia e le prospettive, a cui si affianca  un ampio processo di revisione, che fa capo a molti esperti internazionali provenienti da tutto il mondo e che forniscono i loro input. L'analisi delle tendenze future è costruita seguendo un approccio di scenario che si basa sul nostro quadro di modellazione integrato, ovvero il  Global Energy and Climate Model (GEC). Il modello è costruito sulla base dei vasti database che l’AIE ha raccolto e che comprendono statistiche energetiche, economiche e relative alle emissioni. Dati a loro volta integrati con altri provenienti da un'ampia gamma di fonti esterne. Utilizziamo il modello GEC per esplorare molteplici scenari, ciascuno basato su un diverso insieme di ipotesi chiave su come il sistema energetico potrebbe evolversi fino al 2050. Confrontandoli, i lettori possono valutare cosa guida i vari risultati, le opportunità e le criticità che si trovano lungo il percorso. La nostra analisi degli scenari è concepita per informare i decisori che valutano azioni da intraprendere, non per prevedere come agiranno; nessuno degli scenari deve essere considerato una previsione.

Pur consapevoli della difficoltà di rispondere in poche righe, in quasi 30 anni come è cambiato il mondo dell’energia? Quali possono essere considerate le principali tappe del cambiamento?

In oltre un quarto di secolo dalla pubblicazione del primo rapporto WEO, molto è cambiato. La mappa del consumo energetico a livello globale si è evoluta rapidamente. Nel 1998, le economie avanzate rappresentavano il 55% della domanda globale. Ma la domanda di energia da parte di queste economie ha raggiunto il picco prima del 2010 e nel 2023 è scesa ai livelli del 1998. Al contrario, la domanda da parte dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo è cresciuta rapidamente, aumentando del 140% nello stesso periodo, in ragione della crescita della popolazione e dei redditi. A non cambiare sono le dinamiche che riguardano la domanda di combustibili fossili, che spinti da economie in rapida crescita, continua ad aumentare, con l'uso di petrolio in aumento del 30%, del gas dell'80% e del carbone del 90% dal 1998 al 2023. Di conseguenza, anche le emissioni di CO2 legate all'energia hanno conosciuto una crescita.

Tuttavia, la nostra analisi sulle tendenze di policy e sui progressi della tecnologia del settore energetico indica che stiamo entrando in una nuova era energetica globale. Le fonti di energia pulita stanno via via diventando parte del settore energetico a un ritmo senza precedenti, con oltre 560 gigawatt (GW) di nuova capacità di energia rinnovabile aggiunta nel 2023. Ci aspettiamo che la capacità da FER aumenti dagli attuali 4.250 GW a quasi 10.000 GW nel 2030 nello scenario base (STEPS). La domanda globale di elettricità continua a crescere, spinta in parte dall'espansione dell'elettrificazione in nuovi settori di utilizzo finale. Nel trasporto su strada, la quota di veicoli elettrici  sul totale vendite di auto nuove è salita a circa il 20%  e aumenterà verso il 50% entro il 2030 nello scenario STEPS. Entro il 2030 i veicoli elettrici sostituiranno circa 6 mil bbl/g di domanda di petrolio nello scenario STEPS.

L'aumento dell'impiego di energia rinnovabile, sebbene non abbastanza rapido da traguardare l'obiettivo di triplicare le energie rinnovabili entro il 2030 fissato alla COP28, è sufficiente sia per soddisfare la crescente domanda di elettricità sia per erodere spazio al carbone nella generazione elettrica. Ci aspettiamo che la domanda di tutti i combustibili fossili raggiunga il picco prima del 2030 ,in tutti gli scenari, con il conseguente raggiungimento imminente del picco nelle emissioni di CO2 legate all'energia.

Più che altrove, è in Cina che queste tendenze si sono verificate dal 1998. La Cina da sola ha rappresentato oltre il 50% di tutta la crescita della domanda di energia dal 1998 al 2023. E oggi il colosso asiatico è all'avanguardia sia nella produzione che nell'impiego di tecnologie per l'energia pulita. La Cina da sola rappresenta oltre il 40% della capacità installata globale per l'eolico e il solare fotovoltaico e oltre la metà delle auto elettriche ad oggi circolanti a livello mondiale.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui