Come fanno un bambino e una bambina (conosciuti come “El Niño” e “La Niña”) a influenzare le condizioni meteorologiche di tutto il mondo? Per scoprirlo dobbiamo però prima avere chiari alcuni concetti.
Partiamo dalla definizione di clima. "Climate is what you expect, weather is what you get" (letteralmente “Il clima è ciò che ci si aspetta, il meteo è ciò che si ottiene”). Questa frase riassume chiaramente la relazione tra il clima di una regione e le sue condizioni meteorologiche. Con il termine “clima” si intende la sintesi delle condizioni atmosferiche caratterizzanti una data regione per un periodo di 30-35 anni. Di conseguenza è diverso dal “tempo atmosferico” o “tempo meteorologico”. Quest’ultimo è infatti definito dallo stato istantaneo delle condizioni atmosferiche in un determinato luogo e in un determinato momento (che va da poche ore o pochi giorni o poche settimane fino a qualche anno). Sia il clima che le condizioni meteorologiche vengono definite attraverso le medesime variabili meteorologiche, dette anche elementi climatici, che includono temperatura dell’aria, precipitazioni (liquide come la pioggia e solide come la neve), insolazione/stato del cielo, velocità e direzione del vento, umidità atmosferica e pressione atmosferica. Tra gli elementi meteorologici misurabili quelli di maggior interesse sono la temperatura e le precipitazioni: essi, infatti, regolano la presenza e la distribuzione di fauna e flora sulla superficie terrestre.
Altro punto importante è il ruolo fondamentale che l'oceano svolge nel sistema terrestre. Modella il clima e il tempo del nostro pianeta assorbendo, immagazzinando e trasportando grandi quantità di calore, acqua, umidità e anidride carbonica. È uno dei principali attori nel ciclo idrologico e nelle interazioni con il sistema Terra. Il tempo meteorologico dipende molto dalla temperatura degli oceani. Dove l'oceano è caldo, si formano più nuvole e in quella parte del mondo precipita più pioggia. Quando i venti forti fanno muovere quest'acqua calda, anche le nuvole si spostano. Nell'Oceano Pacifico, vicino all'equatore, il Sole rende l'acqua particolarmente calda in superficie.
Dopo questa premessa vediamo ora come agiscono El Niño e La Niña. Sono entrambi dei fenomeni meteorologici (e non climatici!) e rappresentano delle fasi di un ciclo climatico molto più ampio che viene definito El Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO), ossia un'oscillazione periodica del sistema oceano-atmosfera legata a variazioni di temperatura nell’Oceano Pacifico tropicale.
In condizioni normali, i venti chiamati “alisei” o trade winds soffiano costantemente verso ovest nel Pacifico tropicale. Questi venti spingono le acque calde della superficie verso il Pacifico occidentale, verso Asia e Australia. Il movimento verso ovest delle acque più calde fa sì che le acque più fredde e profonde risalgano verso la superficie sulle coste del continente sudamericano (upwelling). Tutto ciò ha un effetto anche a livello climatico, con la cosiddetta Circolazione di Walker.
Schema raffigurante le normali condizioni dei venti alisei, dello spostamento delle masse d’acqua e della formazione delle nuvole e delle precipitazioni
Fonte: https://rwu.pressbooks.pub/app/uploads/sites/7/2017/01/figure9.6.1.png
Tuttavia, in alcuni anni, in autunno e in inverno, questi venti sono molto più deboli del solito. Durante un fenomeno di El Niño gli alisei nella parte centro-occidentale del Pacifico tropicale diminuiscono di intensità, per cui le acque calde superficiali calde che prima erano confinate al Pacifico tropicale Occidentale tendono a spostarsi verso Est lungo l'Equatore. Così le acque calde di superficie lungo l'equatore si accumulano lungo la costa del Sud America e si spostano a nord verso la California e a sud verso il Cile. La conseguenza è un appiattimento della termoclina e impossibilità delle acque profonde di risalire in superficie (upwelling ridotto). Molti pesci che vivono nelle acque normalmente più fresche al largo delle coste sudamericane si allontanano o muoiono. I pescatori chiamano questa condizione di acque costiere calde e di scarsa pesca “El Niño”, che significa “il Bambino Gesù”, perché negli anni in cui si verifica, arriva nel periodo natalizio.
Negli anni di El Niño, su questa parte calda dell'oceano si formano molte nuvole di pioggia. Queste nuvole si spostano verso l'interno e scaricano molta più pioggia del solito in Sud e Centro America e negli Stati Uniti. Nel frattempo, altre parti del mondo possono soffrire di siccità.
A sinistra: condizioni normali di temperatura dell’acqua dell’Oceano Pacifico (1 gennaio). A destra: il fenomeno de El Niño evidente per le temperature superficiali dell’acqua nella zona equatoriale superiori alla media (1 novembre).
Invece durante La Niña, gli alisei sono molto più intensi del solito e spingono molta più acqua calda dell'oceano a ovest, verso l'Indonesia. Questo significa che molta più acqua fredda sale in superficie vicino al Sud America (upwelling accentuato). Questo fa sì che l'acqua dell'Oceano Pacifico orientale sia di qualche grado più fredda del solito.
Durante La Niña, l'acqua calda si sposta verso ovest e così le nuvole. Ciò significa che luoghi come l'Indonesia e l'Australia possono ricevere molte più piogge del solito. E luoghi come gli Stati Uniti sud-occidentali possono essere molto secchi. Le condizioni meteorologiche de La Niña possono anche portare a un aumento degli uragani e dei fulmini in altre parti del mondo.
In conclusione, sia El Niño che La Niña hanno origine nell'Oceano Pacifico, ma hanno conseguenze opposte! La Niña fa sì che le acque del Pacifico orientale siano più fredde del solito. Nella stessa regione, El Niño può causare un'acqua più calda del solito. Così, le aree colpite dalla siccità durante gli anni della La Niña possono ricevere molta pioggia negli anni del El Niño!
In alto un esempio di condizioni di temperatura durante un fenomeno di El Niño, in basso durante La Niña
Fonte: https://sealevel.jpl.nasa.gov/data/el-nino-la-nina-watch-and-pdo/overview/