In Europa, la povertà energetica costituisce da tempo una criticità rilevante: gli ultimi dati indicano la sua diffusione e per fronteggiarla sono state messe in atto diverse misure. Secondo Eurostat, nel 2022 oltre 41 milioni di persone nell’UE, pari al 9,3% della popolazione, non erano in grado di riscaldare bene le proprie abitazioni. Inoltre, quasi il 7% dei cittadini dell’UE aveva bollette arretrate da pagare e quasi il 15% viveva in abitazioni con perdite, umidità o marciume (dato del 2020).
Dato questo contesto di partenza, l’aumento dei prezzi dell’energia conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha avuto un impatto sproporzionato sui consumatori vulnerabili – come le famiglie monoparentali spesso guidate da donne, anziani e coloro che vivono in affitto – costringendoli a pagare di più per carburante, riscaldamento ed elettricità. Un aumento del costo dell’energia ascrivibile, secondo l’AIE e la Commissione Europea, all’incremento della domanda post-pandemia, alla carenza di offerta e alle condizioni meteorologiche avverse che hanno ridotto la produzione di energia rinnovabile.
Al fine di combattere la povertà energetica, l’UE ha introdotto misure volte a definire e monitorare il problema. Il regolamento del 2023 che istituisce il Fondo sociale per il clima e la revisione della Direttiva sull’efficienza energetica (EED) definiscono la povertà energetica come il mancato accesso ai servizi energetici essenziali, derivante da fattori come il basso reddito, l’elevata spesa energetica e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni.
Inoltre, vi è un impegno a definire indicatori a livello di UE e dati granulari per misurare la povertà energetica, tali da garantire interventi politici efficaci e mirati. Tra questi indicatori rientra ad esempio, quanto è difficile riscaldare in maniera adeguata gli edifici, gli arretrati sulle bollette e il tasso di rischio di povertà. L’Energy Poverty Advisory Hub è quindi diventato il centro guida per fornire competenze e risorse per combattere la povertà energetica, offrendo informazioni, database e materiale formativo.
Anche la legislazione comunitaria si è adeguata a gestire questo problema della povertà energetica, promuovendo prezzi energetici accessibili e una transizione equa verso un’economia climaticamente neutra a partire dal Terzo pacchetto energia del 2009, fino alla Direttiva sull’elettricità e la Direttiva sul gas che contengono disposizioni che riguardano i clienti vulnerabili e la povertà energetica. Inoltre, il pacchetto di norme “Clean energy for all Europeans' ha introdotto l’obbligo per gli Stati membri di valutare e affrontare la povertà energetica nei loro piani nazionali per l’energia e il clima.
Più recentemente, la revisione della direttiva EED sottolinea la necessità di valutare le famiglie in povertà energetica, obbligando gli Stati membri a stabilire criteri e misure di protezione specifici per i clienti vulnerabili. Si tratta di misure che consentono interventi pubblici sulla tariffazione dell’elettricità per le famiglie povere ed estende gli obblighi di rendicontazione sulle misure di povertà energetica. Inoltre, la EED impone agli Stati membri di dare priorità agli interventi di efficienza energetica per le famiglie vulnerabili e di rendicontare i risultati nelle relazioni nazionali sui progressi in materia di energia e clima. Allo stesso, la rifusione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) richiede strategie per alleviare alla base le cause della povertà energetica proponendo piani di ristrutturazione soprattutto per quegli edifici con le peggiori prestazioni.
Ancora, altre misure non legislative sostengono la mitigazione della povertà energetica, comprese le campagne della Commissione Europea che promuovono azioni immediate e a medio termine per mitigare l’impatto degli alti prezzi dell’energia sui consumatori e sulle imprese. Le ultime risoluzioni del Parlamento europeo vedono una forte spinta verso interventi strutturali come il miglioramento dell’efficienza energetica e la promozione delle energie rinnovabili, puntando alle ristrutturazioni edilizie e a misure di risparmio energetico.
Tra le altre iniziative, il progetto ENPOR, finanziato dall’UE, ha studiato e segnalato una vasta gamma di misure e interventi volti a contrastare la povertà energetica, inerenti tanto gli aspetti tecnici, quanto finanziari, educativi e di partecipazione pubblica. Ad esempio, le misure tecniche per alleviare la povertà energetica nell’ambito dei PRS si concentrano sull’efficienza energetica delle famiglie attraverso miglioramenti dell’isolamento dell’edificio, della modalità di riscaldamento, degli elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Esistono poi molte misure relative al sostegno finanziario, inclusi sussidi e prestiti, compresi un’estensione di quelli esistenti. Le iniziative educative, invece, coinvolgono gli inquilini attraverso coaching energetico ed eventi comunitari, promuovendo la consapevolezza sulle tecniche di risparmio energetico. La partecipazione pubblica riguarda ognuno di questi ambiti e si va da politiche che prevedono consultazioni nelle fasi di progettazione, in modo da collaborare alla stesura di misure di mitigamento della povertà energetica, fino a supporto alle famiglie vulnerabili utilizzando risorse precedentemente stabilite. Inoltre, i meccanismi di reclutamento si basano su segnalazioni da parte dei consigli locali e sulla sensibilizzazione dei media, mentre i meccanismi di consegna coinvolgono un mix di ONG, società private ed enti governativi a diversi livelli giurisdizionali.
ENPOR ha inoltre fornito raccomandazioni su come continuare a migliorare la nostra risposta alla povertà energetica in Europa. Al fine di promuovere la sensibilizzazione collaborativa e la diffusione di materiale conoscitivo, gli esperti sostengono la creazione di servizi di consulenza decentralizzati e valutazioni dei bisogni specifici di ogni singola area, promuovendo partenariati con varie entità come agenzie governative, società di servizi pubblici e gruppi comunitari.
Inoltre, è necessario spingere per far capire l’importanza del risparmio energetico attraverso consulenza energetica e formazione personalizzata, possibilmente attraverso un monitoraggio e una valutazione continui, sollecitando così lo sviluppo di sistemi e indicatori robusti per valutare l’efficacia a lungo termine. Il coinvolgimento delle parti interessate e lo sviluppo delle capacità diventano cruciali in questa prospettiva, attraverso sessioni di formazione collettiva e forum per facilitare lo scambio di conoscenze e la cooperazione.
Servono, poi, politiche basate sui dati reali, mentre maggiori risorse finanziarie apporteranno grandi benefici alla concettualizzazione e all’applicazione di soluzioni più efficaci nella lotta alla povertà energetica. Ciò diventa possibile allineando le politiche nazionali ai quadri dell’UE e sfruttando strumenti come l’EPAH o il dashboard gratuito sulla povertà energetica. Inoltre, dovrebbero essere rese ampiamente disponibili e accessibili ulteriori misure per potenziare gli schemi di finanziamento e garantire la longevità finanziaria, sottolineando al contempo l’importanza di tenere conto delle dinamiche del mercato e coinvolgere tutte le autorità competenti durante la fase di definizione delle norme.
Per concludere, quanto sopra esposto sarà più efficace tanto più vedrà ogni singola misura integrata con l’altra. L’integrazione di programmi di formazione completi con meccanismi di sostegno finanziario per le ristrutturazioni crea un approccio maggiormente olistico alla riduzione della povertà energetica, combinando l’empowerment dei cittadini attraverso una maggiore conoscenza con il supporto economico alle ristrutturazioni. L’applicazione di più misure in parallelo consentirà agli organismi esecutivi di ottenere un impatto ancor più significativo e sostenibile nell’alleviare la povertà energetica in tutta Europa.
La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui



















