Al fine di perseguire un sistema energetico più sostenibile e sicuro, l’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per le fonti energetiche rinnovabili, compreso il biogas e il biometano. Tra le politiche implementate, in prima linea c’è il piano REPowerEU della Commissione Europea che si prefigge di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi prima del 2030. In materia di biometano ha stabilito un target innovativo, ma credibile, di 35 miliardi di metri cubi (mld mc) di produzione annuale entro il 2030, che equivale al 20% dei volumi di gas importati dalla Russia prima della guerra in Ucraina.

 Un impegno stringente, che il Parlamento Europeo ha rafforzato con l’approvazione della Direttiva sulle energie rinnovabili, RED III, che non solo alza l’asticella degli obiettivi per le energie rinnovabili, ma impone anche requisiti di sostenibilità più severi. Questa mossa legislativa riflette la determinazione dell’UE a spingere verso la crescita del biogas e del biometano, garantendo al tempo stesso che la loro produzione sia responsabile e sostenibile dal punto di vista ambientale.

Qual è, tuttavia, ad oggi lo stato dell’industria del biogas in Europa, ed il settore è pronto a raggiungere questi obiettivi?

 Ancora prima della pubblicazione del Piano REPowerEU, il settore dei biogas in Europa era in crescita e aveva fatto passi da gigante in materia di produzione e distribuzione. Già nel 2021, così come indicato nel rapporto statistico della European Biogas Association (EBA), il settore aveva registrato un aumento del 20% nella produzione di biometano, raggiungendo 3,5 mld mc, mentre cumulativamente la produzione di biogas e biometano ammontava a  18,4 mld mc.

 Per il 2022 i dati definitivi dovrebbero confermare un proseguimento di questo trend di crescita,  dal momento che, lo scorso anno, un numero record di strutture ha iniziato a funzionare. Secondo l’ultima edizione del Biomethane Map, pubblicata da EBA e Gas Infrastructure Europe nel maggio di quest’anno, ad aprile 2023 erano in funzione 1.322 impianti di produzione di biometano: un numero in aumento del 30% rispetto all’edizione 2021 della Mappa. I paesi con la crescita più significativa nella produzione di biometano sono stati Francia, Danimarca e Germania.

 Si tratta, però, ancora di numeri dieci volte più bassi rispetto all’ambizioso obiettivo dei 35 mld mc voluto dalle istituzioni UE e che richiede ulteriori investimenti per rilanciare lo sviluppo del settore.

 L’EBA stima l’impiego di almeno 83 miliardi di euro per centrare il target dell’REPowerEU, a seconda delle dimensioni, dell’ubicazione e della tipologia degli impianti nonché delle materie prime sostenibili utilizzate. Secondo il primo Biomethane Investment Outlook, un report che ha raccolto le risposte degli investitori e degli sviluppatori di progetti all’interno dell’associazione, 18 miliardi di euro sono già stati stanziati per investimenti privati relativi alla produzione di biometano, da realizzarsi entro il 2030. Gran parte di essi sono localizzati in Francia (1,4 miliardi di euro) e Italia (1,1 miliardi di euro). Seguono Paesi Bassi (951 milioni di euro), Spagna (948 milioni di euro), Germania (658 milioni di euro), Svezia (635 milioni di euro) e Polonia (429 milioni di euro).

 Le cifre relative agli investimenti evidenziano che vi è un volume crescente di fondi destinato al settore, il che rende imperativa l’accelerazione dei ritmi di implementazione di nuovi progetti per raggiungere gli obiettivi dell’UE. Al fine di facilitare questa intensificazione degli investimenti, è necessaria una prospettiva regolatoria di lungo termine.

 In questo contesto, sfide e opportunità si profilano per il settore. La produzione di biogas e biometano non è scevra da complessità e il comparto si trova in una situazione alquanto paradossale dal punto di vista regolatorio. Da un lato, come già detto, la produzione di biometano è supportata politicamente da REPowerEU e dalla direttiva RED III e annoverata come una modalità, tra le tante, per raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico e un miglior livello di sicurezza energetica. Inoltre, le tecnologie per la produzione di biogas e biometano rientrano tra quelle “net-zero technologies” e “strategic net-zero technologies” elencate nella proposta di Net Zero Industrial Act, la quale dà priorità proprio alle tecnologie pulite.

 Dall’altro, l’attuale revisione delle politiche sugli usi finali, come quella relativa agli standard di CO2 per i mezzi pesanti, o gli Ecodesign per boiler e stufe, minaccia una stretta nell’utilizzo di biogas e biometano. Manca, inoltre, un pieno riconoscimento da parte della politica dei benefici multipli derivanti dai biogas, in aggiunta alla produzione di energia, quali la gestione dei rifiuti o l’agricoltura rigenerativa. L’industria del biogas e biometano, perciò, necessità di un approccio europeo maggiormente coerente e che tenga conto sia della produzione di energia e del principio di neutralità tecnologica, ma che sia anche in grado di sottolineare le positive esternalità del biogas.

 In conclusione, merita rilevare l’impegno dell’UE verso lo sviluppo di biogas e biometano come fonte sostenibile. L’obiettivo assai sfidante di 35 mld mc di produzione, avanzati dal REPowerEU della Commissione, così come l’approvazione della Renewable Energy Directive, segna un considerevole passo in avanti verso un futuro più sostenibile e ad energia pulita. Il settore europeo del biogas è sulla strada giusta ed è pronto per crescere, ma servono ingenti investimenti e una programmazione regolatoria orientata al lungo periodo.

 La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui