A partire da ottobre 2021, una grave crisi energetica ha interessato l’intero globo: la rapida ripresa economica susseguente al blocco dovuto alla pandemia da Covid-19, a cui si sarebbe aggiunta, da lì a poco, l’invasione russa dell’Ucraina, ha determinato una crescita esponenziale dell’inflazione e dei prezzi dell’energia che raggiungono livelli record. In questo contesto di “poli-crisi”, l'energia rinnovabile è emersa come un raggio di speranza. Le fonti green, infatti, hanno ricevuto un importante impulso e il loro impiego è aumentato in tutti e quattro gli usi finali: edilizia, industria, trasporti e agricoltura. A dare contezza di questi trend, delle tendenze e delle opportunità per la diffusione delle energie rinnovabili è il lavoro di REN21, Renewables in Energy Demand parte della raccolta più ampia, dal titolo Renewables Global Status Report.

Come emerge dal rapporto, i settori che consumano energia, scossi dalla crisi energetica, hanno sempre più optato per l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, rivelatesi più economiche, più affidabili, decentralizzate ed eque. Partiamo dal settore residenziale. Nel 2022, le installazioni di pompe di calore negli edifici sono aumentate, a livello globale,  ad un tasso record del 10% rispetto al 2021, soprattutto in Europa dove la crescita è stata addirittura del 38%. Un aumento ascrivibile alla necessità delle famiglie di cercare opzioni di riscaldamento più efficienti e affidabili per sostituire i combustibili fossili. Un altro comparto, in cui il margine di sviluppo è molto ampio, è quello del raffrescamento: la frequenza delle ondate di calore è sempre più crescente e ancora oggi sono 1,2 miliardi le persone in tutto il mondo che non hanno accesso a queste tecnologie.

Se guardiamo alle industrie europee, queste ultime hanno ricorso sempre di più ai cosiddetti Power Purchase Agreements (PPAs), cresciuti nel 2022 di un 21%: un tasso di crescita sei volte superiore a quello della capacità elettrica rinnovabile installata dalle utility nazionali. Tuttavia, ad oggi, la propensione dei fornitori di energia, soprattutto quelli di proprietà statale, verso fonti di elettricità rinnovabile è limitata, le reti di distribuzione sono inaffidabili e i sistemi di backup continuano ad essere alimentati da fonti fossili.

Per quanto riguarda il settore dei trasporti, si assiste ad una rapida crescita degli investimenti nei veicoli elettrici (EV), compresi quello a due e tre ruote e gli autobus, nonché nella rispettiva infrastruttura di ricarica. Solo in Asia l’aumento stimato su base annua è stato del 54%. L'energia rinnovabile, inoltre, ha garantito l'indipendenza energetica a molte comunità agricole e rurali in India e nell'Africa sub-sahariana, ancora senza accesso all'elettricità. La geotermia e la bioenergia, invece, si sono rivelate  soluzioni sostenibili e decentralizzate per l'agricoltura, mentre l'energia solare è stato utilizzata in più applicazioni, comprese le celle frigorifere e l’irrigazione, fornendo energia affidabile e opportunità di generazione di reddito.

Ovviamente, per quanto il trend sia complessivamente positivo, la velocità con cui le fonti rinnovabili sono cresciute variano da settore a settore. Fra tutti, a rispondere meno bene è stato proprio il comparto della mobilità: qui sarebbe necessario un approccio “avoid-shift-improve”  alla sostenibilità ambientale che cerca di aumentare l'efficienza modificando il comportamento dei consumatori e limitando la domanda di energia. Ad, oggi però, la crescita delle rinnovabili non riesce a stare dietro all’aumento dei consumi energetici nei trasporti.

Quota di energie rinnovabili nei consumi finali di energia nel settore trasporti (2010, 2019, 2020)

Fonte: REN21, Renewable 2023 Global Status Report – Renewable in Energy Demand

Pacchetti di misure a sostegno delle rinnovabili

Un altro risultato a cui giunge il report è la constatazione che, se è vero che molti governi per fronteggiare la crisi di offerta hanno cercato fonti energetiche alternative a quelle fossili, è altrettanto vero che molti hanno concesso importanti sussidi a queste ultime, per difendere i consumatori dagli effetti deleteri degli aumenti di prezzi. Eppure nonostante ciò, la diffusione delle energie rinnovabili è aumentata in tutti gli usi finali e questo in ragione anche di processi decisionali e di policy pensate per promuovere queste fonti di energia. Si vedano ad esempio, l’Inflation Reduction Act americano, il piano REPowerEU della Commissione Europea, e i programmi di sviluppo dell’idrogeno rinnovabile dell’India: tutte misure che hanno  stimolato la crescita economica e l’espansione delle rinnovabili nel settore residenziale, industriale, ma anche in quello dei trasporti e dell’agricoltura.

Numero di paesi con politiche regolatorie nel settore delle rinnovabili, per tipologia di domanda, 2012-2022

Fonte: REN21, Renewable 2023 Global Status Report – Renewable in Energy Demand

Di contro, però,  sono stati inviati segnali ambigui dai governi che hanno continuato a indirizzare la  spesa verso sussidi alle fonti fossili, disincentivando una competizione alla pari con le rinnovabili. Nei fatti, i sussidi agli idrocarburi, nel 2022, hanno superato 1 trilione di dollari per la prima volta, rafforzando così la dipendenza dalle fonti fossili, principale minaccia alla sicurezza energetica e ostacolo alla diversificazione delle fonti.  Non a caso, sempre lo scarso anno, le importazioni di GNL nei paesi europei, incluso il Regno Unito, sono cresciute del 60% rispetto al 2021 e le cinque principali compagnie petrolifere  – TotalEnergies, ExxonMobil, Chevron, BP, Shell – hanno registrato profitti record pari a 153,5 miliardi di dollari.

Serve perciò un cambio di paradigma. L'espansione delle fonti rinnovabili e una strategia strutturata per l’efficienza energetica rappresentano il percorso maggiormente realistico per dimezzare le emissioni entro il 2030. Per rispettare gli obiettivi dati dall’IPCC, gli investimenti annuali in generazione elettrica installata dovrebbero essere triplicati rispetto ai livelli attuali (0,5 trilioni nel 2022), così come affermato anche da IRENA.

È necessario, inoltre, che un completo phase-out dei combustibili fossili vada di pari passo al processo di transizione. Il riscaldamento domestico e industriale, i processi industriali e il settore del trasporto sono ancora massivamente dipendenti dalle fonti fossili in molti paesi, il che contribuisce a mantenere alte le emissioni e perpetuare la vulnerabilità delle economie alle fluttuazioni dei prezzi. L'elettrificazione offre molte opportunità al settore dei trasporti per transitare verso le rinnovabili, come solare ed eolico, ma questo processo necessità che tutte le modalità di trasporto debbano essere decarbonizzate. Inoltre, i settori ad alto consumo energetico non possono continuare a lavorare in isolamento uno dall’altro e occorre siano offerte politiche e roadmap chiare e precise. Sicuramente,  il potenziale delle energie rinnovabili per fronteggiare la crisi energetica globale in corso è ampio, ma se il nostro obiettivo ultimo rimane quello di offrire un futuro energetico in cui l’approvvigionamento sia sicuro, a bassi costi, decentralizzato e accessibile a tutti, serve un maggior impegno affinché possa realizzarsi una rapida e completa transizione verso queste fonti green.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui