La storia della Francia si intreccia con l'applicazione civile del nucleare. Si comincia con la scoperta della radioattività tra fine 1800 e primi anni del novecento da parte di Antoine Henri Becquerel e Pierre e Marie Curie e poi con quella dell'energia nucleare da parte di Frédéric Joliot e della moglie Irène, figlia della coppia Curie. Questi 5 scienziati francesi saranno premiati con l'assegnazione di 6 premi Nobel, 3 in Fisica e 3 in Chimica. Dopo la seconda guerra mondiale, la Francia ha avviato un programma nucleare con la creazione della CEA (Commissione per l'energia atomica) che l'ha portata, negli anni '60, a sviluppare una forza di deterrenza nucleare che ne ha fatto un partner importante perché si posizionava fra i 4 maggiori paesi che all’epoca la possedevano. Allo stesso tempo, ha avviato un programma nucleare civile predisponendo la costruzione dei primi reattori. Una vera e propria svolta in materia di nucleare si avrà, però solo negli anni '70 dopo gli shock petroliferi, quando la Francia fissò l’ambizioso obiettivo di diventare indipendente energeticamente grazie al ricorso al nucleare.

Un obiettivo che richiedeva una volontà politica molto forte e che trovò riscontro nelle due presidenze del generale de Gaulle e in quelle di Pompidou e di Giscard d'Estaing. Fu così che venne costruita una flotta di 58 reattori che, come direbbero i giornalisti negli anni 2000, "funzionano come un orologio"!

Dagli anni ’90, tre quarti dell’elettricità francese viene prodotta dal nucleare. Ma al di là del risultato ottenuto in termini di indipendenza energetica, l’energia nucleare continua ad attirare un grosso interesse per il suo contribuito al contenimento delle emissioni e quindi al miglioramento della salute umana. Per kg di materiale bruciato viene prodotta 1 milione di volte più energia rispetto a quella prodotta da combustibili fossili. Inoltre la quantità di emissioni emesse è drasticamente ridotta. Nel 2019 le centrali hanno consentito alla Francia di risparmiare 88.000 tonnellate di polveri, 2,3 milioni di tonnellate di anidride solforosa, 1,25 milioni di tonnellate di biossido di azoto, 425 milioni di tonnellate di biossido di carbonio (ovvero 215 miliardi di m3!).

Grazie a questa fonte, la Francia è tra i paesi che emettono meno tonnellate di CO2 per abitante e il prezzo per kWh di elettricità è uno dei più bassi d'Europa, se non il più basso.

Per quanto riguarda gli incidenti, il nostro Paese ne ha avuto fino ad oggi solo uno (livello 4: il livello più basso): danni al nocciolo della centrale di Saint-Laurent 40 anni fa e ad un reattore diverso dal design iniziale!

Potendo contare su una fonte come il nucleare, alla domanda: la transizione energetica può avvenire senza di esso? La risposta è ovviamente no! Tra l’altro, la grande maggioranza dei francesi è favorevole a questa fonte. Eppure alcuni candidati presidenziali auspicano un'uscita più o meno rapida dall'atomo.

Ecco le posizioni dei principali candidati alla Presidenza, che, qualunque sia il destino personale di ciascuno, riflettono il panorama politico francese. Queste posizioni avranno dei risvolti inevitabilmente anche nelle elezioni legislative che seguiranno quelle presidenziali e che si svolgeranno il 12 e 19 giugno prossimi:

I partiti di sinistra

Yannick Jadot, candidato del "Gruppo dei Verdi, Alleanza libera europea", ex leader di Greenpeace-Francia, vuole uscire il prima possibile dal nucleare. Non sorprende che questa posizione venga avanzata da questo partito. Tuttavia l’ambizione dei Verdi più che essere la conservazione del pianeta o il rispetto dell'ambiente, è quella di modificare profondamente il tipo di sviluppo economico, sostenendo la decrescita.

Jean-Luc Mélenchon, candidato di "La France Insoumise", propone, entro il 2045, un’uscita dal nucleare, fonte di energia che definisce "inadatta al nuovo accordo sul clima (sic!)". Nel suo caso, più che di una convinzione politica si tratta di solo un calcolo elettorale: ottenere i voti degli antinuclearisti. Tuttavia, il bacino degli oppositori antinucleari è ristretto e non è nemmeno sicuro che andrà a votare. Nelle grandi manifestazioni nazionali contro il nucleare sono al massimo 600, ovvero 1 ogni 100.000 abitanti!

Anne Hidalgo, la candidata del Partito Socialista, vuole uscire il prima possibile dal nucleare. Aggiunge, tuttavia, in tutte le sue dichiarazioni, che non si può fare a meno del nucleare almeno fino 2050 perché la Francia non ha preso un impegno sufficiente in materia di sviluppo delle energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico.

Fabien Roussel, candidato del "Partito Comunista", ha posizioni diametralmente opposte a quelle degli altri candidati di sinistra. È favorevole al mantenimento dell'energia nucleare in Francia e si dichiara pro-nucleare: una posizione che rivendica anche "a rischio di attaccare gli altri partiti di sinistra". Secondo lui, il nucleare permette di contrastare il caro energia e garantisce all'industria un'energia a basse emissioni di carbonio, dispacciabile e costante, che permetterà alla Francia di fare a meno dei combustibili fossili”.

I partiti di destra

Marine Le Pen, candidata del Rassemblement national, vuole rilanciare l'industria nucleare, e propone la costruzione di sei nuove centrali EPR. Non solo nel suo programma prevede il mantenimento delle attività dei reattori oggi in funzione, ma è l'unico candidato che sta anche facendo una campagna per la riapertura dell'impianto di Fessenheim, il più vecchio della Francia, chiuso nel 2020. Chiusura ritenuta da Le Pen un errore assolutamente grave di Emmanuel Macron perché ha costretto il paese a ricorrere di nuove alle centrali a carbone.

Éric Zemmour, il candidato della Reconquest! desidera dare «una spinta» all'energia nucleare. Vuole rilanciare il settore, allungando la vita della flotta di centrali esistenti ad almeno 60 anni (sempre con l'accordo dell'Autorità per la sicurezza nucleare) e al tempo stesso non contempla, come fanno altri, una riduzione al 50% della quota nucleare nel mix elettrico entro il 2050. Al contrario entro quell’arco temporale vuole avviare la costruzione di almeno 14 nuovi reattori nucleari. Si tratta del programma nucleare più ambizioso.

Valérie Pécresse, candidata del partito "Les Républicains" si inserisce naturalmente nella linea del generale de Gaulle. Promette quindi di tornare al programma di chiusura anticipata di 12 reattori e di lanciare un nuovo programma nucleare che prevede la costruzione di sei EPR di nuova generazione. È l'unica candidata a proporre il rilancio del progetto del reattore "Astrid" di quarta generazione: progetto già a buon punto di sviluppo, lanciato dal presidente Chirac nel 2006 e abbandonato dal presidente Macron nel 2021. Anche in questo caso il programma nucleare della Pécresse è molto ambizioso.

Il Presidente uscente

Il presidente-candidato, Emmanuel Macron, promette una rinascita del nucleare francese con la costruzione da 6 a 14 nuovi reattori entro il 2050. Una propensione pro-nucleare in controtendenza rispetto agli obiettivi prefissati cinque anni fa a inizio mandato, che prevedevano la chiusura di almeno una dozzina di centrali. È sempre molto difficile correre dopo un primo mandato in carica perché i risultati di questo vengono esaminati conla lente d'ingrandimento. Molti francesi, infatti, si interrogano sulla credibilità che si può dare a queste promesse in ambito nucleare peraltro molto più timide rispetto a quelle avanzate da altri candidati.

Inoltre, la chiusura della centrale di Fessenheim - promessa elettorale fatta dal suo predecessore Hollande, e poi disattesa – e messa in atto da Macron contro il parere di tutti tranne quello dei Verdi e l'abbandono del progetto “Astrid” non si sposa molto con l’idea di rilancio nucleare dell’attuale Presidente.

Entro l'inizio dell'estate, quindi, i francesi decideranno sulla politica energetica che verrà portata avanti in questo Paese che è stato uno degli artefici più dinamici dell'Accordo di Parigi per combattere il riscaldamento globale del nostro pianeta.

*Coautore insieme a Yves de Saint Jacob del libro «Si puo uscire dal nucleare ?» (Ed. Compositori ; coll. Il Faro ; Gennaio 2012)