Lo scorso 10 novembre l’International Gas Union (IGU) – associazione che con oltre 150 membri in tutti i continenti rappresenta oltre il 95% del mercato mondiale del gas in tutta la filiera – ha pubblicato il suo primo report sullo stato dell’arte dei low-carbon & renewable gas.

La premessa importante – e che magari non è nota – è che IGU promuove non solo il gas naturale ma anche tutte le “gas molecules” che possono permettere di abbinare lo sviluppo economico e la riduzione delle emissioni in coerenza con gli Accordi di Parigi e i Nationally Determined Contributions definiti dai singoli Paesi.

In questo contesto, la prima edizione del Report – sviluppata dal team dell’Innovation e R&D Committee di IGU in collaborazione con l’Oxford Institute for Energy Studies, il Sustainable Gas Institute dell’Imperial College di Londra e il Bureau di Economic Geology dell’università di Austin in Texas –  ha l’obiettivo di stabilire un punto di riferimento e promuovere l'interesse tra i policy makers, l'industria, le parti interessate e altri stakeholder verso tutte le forme di gas rinnovabile e a basse emissioni di carbonio. L'ambizione è pertanto quella di avviare una serie di rapporti con l’obiettivo di monitorare i progressi del gas rinnovabile dall’attuale fase di avvio ancora embrionale per poterne permettere uno sviluppo tale da consentirne un ruolo centrale in un futuro sistema energetico decarbonizzato.

Il fatto che IGU abbia definito come primo punto del proprio programma l’inclusione dei gas verdi nell’ambito dell’associazione è motivo di orgoglio, nonché la dimostrazione del sostegno e interesse da parte di tutti i membri di IGU per l'accelerazione e la crescita del settore globale dei gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio.

Lo sviluppo efficace delle strategie di crescita dei gas rinnovabili richiede una comprensione del punto di partenza, ed è quello che il Report appena pubblicato intende definire, con l’obiettivo di tracciare nel tempo di facilitarne una crescente penetrazione.

Gas rinnovabili e a basso tenore di carbonio (biometano, idrogeno, gas sintetico) sono e saranno elementi vitali per una transizione energetica effettivamente realizzabile e che permetta di raggiungere i livelli richiesti di decarbonizzazione in modo sufficientemente rapido per contribuire ad evitare cambiamenti climatici irreversibili.

Il messaggio chiaro che deriva dal Report è che ad oggi siamo ancora lontani da un significativo livello di sviluppo dei gas “verdi”. Infatti, nonostante il vasto potenziale, il portafoglio di progetti e iniziative è ancora limitato per poter essere traguardare gli obiettivi di cui sopra. Per tale ragione il Report è anche un invito ad un’azione rapida su più fronti: politico, industriale e finanziario. Tutti, in modo coordinato, hanno possibilità e necessità di contribuire per il pieno dispiego del potenziale, trasformandolo in progetti concreti.

IGU ambisce a che questo rapporto diventi “la” fonte d’informazione autorevole a livello globale per tali gas, come – già da molti anni – altri report pubblicati dall’associazione sono diventati importanti capisaldi per l’industria del gas e non solo. In questo percorso, oltre al tradizionale uso di tutte le risorse interne all’associazione (oltre mille esperti a livello mondiale partecipano ai Comitati e alle Task Force dell’associazione), IGU – come visto – ha avviato con successo una collaborazione che auspichiamo si arricchisca nel tempo con altri stakeholder per meglio supportare lo sviluppo di progetti e policy adeguate a queste dinamiche.

Le principali conclusioni dello studio

  • L’Europa spinge biogas e biometano. La produzione globale di biogas e biometano è stimata pari a circa 400 TWh, ovvero circa l'1% della produzione globale totale di gas naturale. Oltre la metà di questa produzione è concentrata in Europa, con un ulteriore 25% in Cina.
  • Biometano sostenibile: un potenziale enorme. L'AIE stima che il potenziale di biometano sostenibile sia 20 volte gli attuali livelli di produzione, o circa il 20% della domanda globale di gas naturale. Per poter conseguire tale potenziale i dati attualmente disponibili per i progetti in corso e in avvio indicano una importante necessità di scale-up di medio e lungo termine.

Percentuale di gas low-carbon e rinnovabili gas su totale energia primaria

Fonte: IGU

  • Idrogeno verde ancora marginale. Analogamente, il livello di produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio è anch’esso ancora in una fase embrionale, con solo lo 0,5% circa dell’attuale produzione di idrogeno proveniente da fonti a basse emissioni di carbonio, ovvero circa lo 0,03% della produzione globale di gas naturale.

 Numero di progetti di idrogeno e biometano

Fonte: IGU

  • È l’ora del biometano. A fronte di un maggiore interesse da parte dei policy makers per lo sviluppo dell'idrogeno a basse emissioni di carbonio rispetto al biometano, gli attuali livelli di produzione e i costi relativi indicano l’importanza di incrementare il ruolo del biometano nell’agenda politica, anche considerando le positive ricadute in termini di economia circolare e di supporto al sistema agricolo e agro-industriale.
  • I costi dell’idrogeno destinati a calare. L’idrogeno verde è al momento ancora significativamente più costoso di qualsiasi altra forma di gas rinnovabile, ma si prevede una importante riduzione nel tempo a fronte sia di un decremento dei costi dell'elettricità rinnovabile sia del costo di realizzazione degli elettrolizzatori. In generale, quest’area di sviluppo – congiuntamente ad un’ulteriore definizione delle policy a supporto dei progetti in essere – sarà uno degli ambiti di maggiore attenzione per i prossimi Report per una disamina più concreta in merito a tali tendenze.

Comparazione dei costi di produzione dei gas rinnovabili

Fonte: IGU 

  • Puntare sui gas rinnovabili. Considerando la portata della sfida della decarbonizzazione e la necessità di quante più soluzioni praticabili possibili per facilitare il percorso verso la decarbonizzazione, tutte le forme di gas rinnovabile dovrebbero essere perseguite il più rapidamente possibile. In generale, ciò richiederà un sostegno politico forte e chiaro da parte dei governi a livello globale per consentire un maggior sviluppo di solide iniziative imprenditoriali e di innovazione e, soprattutto, bancabilità e accesso al finanziamento dei progetti.

In conclusione, merita rilevare che i gas “verdi” e altre tecnologie innovative per il settore avranno un ampio spazio alla prossima World Gas Conference, prevista a Daegu a maggio del 2022. E in tale ambito, è stato accettato un position paper sviluppato in ambito italiano (Snam) sul biometano, a testimonianza che su tale fronte l’industria italiana del gas – assieme ai partner del sistema biometano – ha saputo creare un modello che potrà essere preso a possibile riferimento anche in altre geografie.