L’acqua, fonte di vita, tra tutte le risorse del pianeta è certamente la più preziosa che abbiamo. È un bene inalienabile ma non inesauribile, da non sprecare e da salvaguardare. Il 22 marzo si è celebrata la giornata mondiale dell’acqua, il tema di quest’anno è “Natura e cambiamento climatico”. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. In Italia, in questi giorni di emergenza sanitaria a causa del COVID-19, le temporanee sospensioni e/o limitazioni dovute ai disservizi di una distribuzione obsoleta e molto spesso irrazionale, che caratterizza sistematicamente molte aree della nostra nazione, soprattutto al Sud, tendono ad evidenziare più che mai l’importanza di un bene che troppo spesso diamo per scontato.

Per una corretta pianificazione e gestione delle risorse idriche, risulta fondamentale la conoscenza dei sistemi idrologici ed idrogeologici ed una stretta interazione tra governo del ciclo dell’acqua e pianificazione territoriale.  Tale conoscenza deve partire dalla comprensione degli assetti litologici e strutturali delle formazioni geologiche in cui le acque circolano oltre che della loro natura composizionale. La circolazione idrica nel sottosuolo, è sovente in stretta connessione con quella di superficie, per cui l’identificazione del bacino idrografico/idrogeologico non può ignorare i rapporti di interscambio che caratterizzano il corpo idrico nella sua integrità. Un bilancio idrico calcolato su dati affidabili ed aggiornato è condizione necessaria ai fini della salvaguardia e tutela della risorsa idrica. A tale scopo risulta indispensabile il censimento dei prelievi di acqua superficiale e sotterranea e la costituzione di un catasto delle concessioni, oltre alla messa in opera di sistemi di monitoraggio idrogeologico ed ambientale volti a pianificare le conseguenti azioni per garantire gli obiettivi di qualità, tutela e corretta gestione delle risorse idriche.

Il sistema idrico ed i servizi igienico-sanitari sono determinanti per lo sviluppo socio-economico, per la sicurezza alimentare, per la tutela dell’ambiente, ovvero per la salute, il benessere e la produttività di qualsiasi comunità. Gli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti negli ultimi anni, che portano ad alluvioni e siccità, rendono l’acqua disponibile all’uomo meno abbondante, sempre più inquinata e di difficile gestione. Per tali motivi, la salvaguardia di questa indispensabile risorsa, laddove presente in abbondanza oggi, appare prioritaria e non più procrastinabile.

Aumentare l’efficienza idrica in tutti i settori ed attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli sono tra le azioni strategiche prioritarie a livello nazionale, come evidenziato anche dal recente Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

A tal proposito ed in riferimento al nuovo percorso di revisione della normativa vigente sulle acque intrapreso dal Parlamento, è auspicabile che questo processo possa costituire l’occasione per chiarire e semplificare la suddivisione delle competenze tra i molteplici enti, oltre che per riordinare quella parte di normativa che riguarda l'uso delle acque e il rilascio delle concessioni, abrogando norme obsolete e armonizzandole possibilmente in un testo unico. Si ritiene, infatti, che un testo unico sull’acqua e sul ciclo integrale che essa compiesia cruciale per un’operativa gestione quantitativa e qualitativa delle acque come bene pubblico, da tutelare per le future generazioni.

È necessario che la norma per le procedure di concessione fissi tempi certi e più brevi degli attuali, in modo da eliminare le lungaggini burocratiche e la mancanza di certezze per gli operatori. Nel settore delle acque sotterranee, la mancanza di tempi certi e ragionevoli, unitamente a una scarsa cultura dell'acqua come bene comune ha favorito il diffondersi di prelievi abusivi tramite pozzi, con conseguenti danni economici (per il mancato introito dei canoni) ma soprattutto ambientali per opere costruite nel sottosuolo senza un'adeguata valutazione e direzione geologica, oltre che una distorsione del mercato a favore delle ditte meno qualificate. La nuova norma deve favorire la conoscenza delle risorse, il loro monitoraggio e il loro corretto sfruttamento e utilizzo.

*L’autore dell’articolo è Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) e Coordinatore della Commissione Risorse idriche del CNG