La pubblicazione della nuova edizione del World Energy Outlook (WEO) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia di Parigi (AIE), avviene in un momento storico particolare caratterizzato da un lato, da una vera e propria esplosione di fenomeni meteorologici estremi in tutte le regioni della terra, e dall’altro da una fase di rallentamento del processo di sviluppo economico e di forti tensioni politiche e sociali.

Il WEO, nato storicamente in ambito energetico, si trova ad affrontare temi che sono diventati di grande attualità per una platea sempre più grande che coinvolge non solo i produttori di energia ma anche gli utenti finali chiamati a mutare atteggiamenti consolidati da lunghi anni e a diventare protagonisti di un cambiamento epocale che deve interessare i sistemi di produzione e utilizzo dell’energia.

Il WEO da vari anni offre non delle previsioni ma degli scenari, evidenziando le implicazioni degli stessi in termini di investimenti, di politiche e di impatto ambientale. Da quando il problema dell’innalzamento della temperatura media del pianeta ha acquisito una configurazione sempre più precisa insieme a quella dell’impatto dell’aumento delle emissioni di CO2, la messa a punto di scenari meno impattanti sull’ambiente è divenuta uno degli elementi qualificanti del rapporto dell’AIE..

Circa quattro anni fa in occasione della Conferenza di Parigi si era avuta l’impressione di un impegno condiviso da tutti i paesi a impegnarsi per la realizzazione dello scenario ambientalmente meno impattante rispetto a quelli sino ad allora formulati. Purtroppo, il drastico cambiamento delle linee di politica energetica ed ambientale degli Stati Uniti ed il peggioramento del clima economico hanno mosso il sistema energetico mondiale su una linea non del tutto soddisfacente, che per vari aspetti ha reso ancora più lontani e difficili i traguardi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 ed al 2050.

Gli autori del WEO 2019 si sono così trovati di fronte ad una situazione di partenza particolarmente difficile che ha reso ancor più drammatico il gap tra i vari scenari: “Current Policies”, “Stated Policies” e quello “Sustained Development”.

In questa edizione lo scenario “Current Policies” viene citato più che altro come un tetto massimo, in quanto viene implicitamente dato per scontato che le politiche in atto saranno in qualche modo rafforzate data la palese insostenibilità di questo scenario.

Il problema è reso ancor più complesso dalla estrema diversità delle situazioni di partenza ovvero dalla persistenza di enormi sacche di povertà energetica che devono lasciare spazio ad un livello minimo di servizio energetico a partire da quello elettrico indispensabile per migliorare le condizioni di vita di una larga parte della popolazione mondiale.

La sfida da affrontare è davvero epocale, come evidenziato anche dai toni drammatici della COP 25 di Madrid che si concluderà il 13 dicembre e che è iniziata in un’atmosfera ben diversa da quella di Parigi, caratterizzata invece da una larga convergenza di intenti tra tutti i partecipanti.

Una prima linea di intervento, richiamata dal WEO, come decisiva, è quella dell’efficienza, unica leva capace di ridurre il fabbisogno energetico a parità di servizio reso. Questo è un prerequisito essenziale per evitare che il fabbisogno energetico mondiale salga a livelli incontrollabili e di conseguenza anche le emissioni di CO2 in quanto l’ipotesi di una copertura solo con rinnovabili è chiaramente utopistica e che le fonti fossili sono chiamate a svolgere comunque un ruolo essenziale.

Per quanto riguarda il ruolo delle varie fonti il WEO prevede in tutti gli scenari un ridimensionamento in termini percentuali del ruolo del carbone, mentre in termini quantitativi, a partire dal 2030, si passa da una stabilizzazione ad una sensibile riduzione nello scenario “Sustained Development”.

Molto più articolato appare il quadro degli idrocarburi chiamati anche all’orizzonte 2040 a soddisfare una aliquota sostanziale del fabbisogno energetico mondiale.

A questo proposito, colpisce il contrasto tra la visione eurocentrica che vede come prossima la fine degli idrocarburi o, quanto meno, un loro drastico ridimensionamento, e quella mondiale del WEO. In questa ottica, che tiene conto di tutte le realtà energetiche mondiali, dai sistemi maturi a quelli che sono ancora in via di sviluppo, il ruolo del petrolio appare centrale sia nello scenario “Stated Policies” sia quello definito come “Sustainable Development”.

In termini quantitativi, la domanda di petrolio (esclusi i biofuels) prevista al 2040, nello scenario Stated Policiessi attesterebbe a 106,4 barili giorno (bbl/g), con la Cina che diventerebbe il più grande consumatore del mondo con 15,5 milioni di bbl/g, rispetto ai 15,1 degli Stati Uniti, ai 9,0 dell’India e agli 8,7 dell’Europa ed ai 6,3 della UE.

Nello scenario “Sustainable Development” la domanda petrolifera sempre al 2040 scenderebbe invece a 66,9 milioni di bbl/g, contro i 96,9 del 2018, sottolineando l’entità dello sforzo da realizzare per arrivare ad una nuova articolazione della domanda e, in particolare, alla riduzione di quella di prodotti per la mobilità.

La forte divaricazione tra i due scenari apre pesanti interrogativi per l’industria petrolifera che, accettando lo scenario più ambientalista, dovrebbe cominciare a muoversi, già da oggi, in una ottica di ridimensionamento sia per la componente upstream che per quella downstream.

Una vera e propria rivoluzione dalle profonde implicazioni sul piano economico e geopolitico con il baricentro del petrolio spostato definitivamente in Asia.

Per quanto riguarda l'offerta, la situazione descritta dal WEO non solleva particolari preoccupazioni dal punto di vista delle risorse, mentre apre notevoli interrogativi per l’industria che deve programmare gli investimenti per i prossimi anni e che dovrà scegliere il traguardo su cui puntare.

Relativamente alle aree di produzione, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un cambiamento epocale con gli Stati Unititornati esportatori con enormi conseguenze sul livello dei prezzi e sul ruolo dell'OPEC spinto in difesa insieme con la Russia.

Secondo il WEO, sino all’orizzonte 2040 la produzione americana e quella non OPEC continueranno ad aumentare grazie ai progressi nelle tecnologie di estrazione sino ad occupare una quota del 60% del totale mondiale aumentando anche il grado di sicurezza del sistema.

Rispetto ad un petrolio che rimane essenziale, ma che appare sostanzialmente sulla difensiva specie in materia di mobilità, il gas appare chiamato ad un ruolo più ampio sia nel processo di sostituzione del carbone sia in una ottica d’integrazione con le rinnovabili, il biometano, e, in una prospettiva di più lungo termine, di precursore di fonti come l’idrogeno.

In termini quantitativi, la domanda di gas naturale prevista al 2040 si dovrebbe attestare nello scenario Stated Policies a 5.494 miliardi di mc contro i 3.956 del 2018: uno sviluppo davvero eccezionale con la quota dell’area Asiatica e Pacifica che dovrebbe passare dal 21 al 28 % del totale.

Nello scenario “Sustainable Development” la domanda al 2040 salirebbe a 4.123 miliardi di mc per il maggior sforzo di contenimento dei consumi globali e l’ancor più accentuato sviluppo delle fonti rinnovabili. In questo scenario la quota dell’area Asiatica e Pacifica salirebbe al 34 % del totale mondiale.

Scenari Idrocarburi WEO 2019

Fonte: Elaborazione di RiEnergia su dati © OECD/IEA 2019 World Energy Outlook, IEA Publishing. Licence: www.iea.org/t&c

Anche in questo caso, il WEO pone l’industria del gas di fronte ad un notevole dilemma per quanto riguarda le decisioni d’investimento: si passa, infatti, a uno scenario in forte crescita, con il baricentro nell’area euro-atlantica ad una ipotesi di riduzione ma con lo spostamento dei consumi verso l’Asia dove le infrastrutture sono molto meno sviluppate.

In conclusione, il WEO 2019 ribadisce ancora una volta il ruolo essenziale degli idrocarburi anche nello scenario che dovrebbe portare ad una riduzione delle emissioni di CO2, ma questa conferma pone l’industria di fronte a pesanti interrogativi sul suo futuro, una volta considerato in crescita continua, con dubbi solo sulla intensità della stessa, ma oggi rimesso in discussione.

Gli scenari servono anche per questo.